di Riccardo Esposito

Mobility Innovation Tour: nell’ambito della digital week, Venerdì 16 Marzo si è svolta a Milano la conferenza “Rivoluzione 4.0 ed elettromobilità nel tpl”, punto di partenza dell’itinerario di appuntamenti organizzato dalla rivista AUTOBUS e dal CIFI (col supporto di Italian Exhibition Group) con l’obiettivo di ragionare sugli intrecci tra trasporto pubblico e innovazione e scandagliare best practice e possibili scenari.

L’iniziativa, tenutasi nell’avveniristica sede di Microsoft Italia a Porta Volta, è stata sviluppata con il supporto accademico dell’Università degli studi di Genova, alla sponsorship di Italian Exhibition Group e di Scania e grazie alla collaborazione del partner Iveco Bus.

AGGIORNAMENTO
dal 1 gennaio 2020 il Mobility Innovation Tour ha un sito dedicato,
raggiungibile al seguente link: https://www.mobilityinnovationtour.com

MOBILITY INNOVATION TOUR milano microsoft house

A Microsoft gli onori di casa del Mobility Innovation Tour

Al Mobility Innovation Tour a far gli onori di casa è intervenuto il direttore mercato Travel&Transportation di Microsoft Italia Rosalia Di Maggio, che nel suo intervento ha ricordato come la quarta rivoluzione industriale in corso modificherà anche il settore della mobilità basandosi principalmente ancora una volta sui Big Data. Gli operatori del tpl già oggi hanno la possibilità di raccogliere dati a non finire sui loro utenti grazie alla proliferazione di dispositivi device e sensori degli ultimi anni. Per il futuro diventerà fondamentale associare tali dati ad una capacità di elaborazione (si pensi al cloud computing) nonché ad algoritmi di machine learning in grado di elaborarli per farli diventare informazioni utili al miglioramento dei processi ed in particolare all’interazione con il cittadino/utente dei servizi di trasporto. Questa capacità sarà ancora più importante in un non poi così lontano 2050 con una popolazione di cui 9,6 mld di abitanti dei quali oltre due terzi residenti in aree urbane.
E questa digital transformation è già oggi presente, con pendolari sempre più connessi che viaggiano in maniera sempre più multimodale, con soluzioni inimmaginabili anche solo pochi anni fa come il bike sharing o il car pooling spesso realizzate con il fondamentale coinvolgimento delle aziende di trasporto pubblico che si trasformeranno sempre più in aziende di mobilità integrata.

Il focus del Mobility Innovation Tour sulla mobilità elettrica

L’elettromobilità nel tpl esiste già e in passato ha avuto paradossalmente un ruolo ancora maggiore, basti pensare all’importanza rivestita dalle reti tranviarie e filoviarie. E le città che hanno mantenuto quest’ heritage si trovano oggi avvantaggiate, in primis perché molti dipendenti delle aziende di trasporto pubblico sono in possesso di patentino elettrico e di know-how specialistico. In pole position ovviamente c’è Milano, che come ha ricordato con una punta di orgoglio il direttore operations di Atm Alberto Zorzan, effettua il 70% delle percorrenze con veicoli alimentati ad elettricità (CLICCA QUI PER SCARICARE LA PRESENTAZIONE DI ZORZAN). Risultato raggiunto dalla municipalizzata meneghina non solo grazie ai 300 tram e ai circa 200 filobus che ogni giorno escono dai depositi della rete di superficie, ma anche grazie ai 150 convogli del metrò. Un dato su tutti può essere particolarmente esplicativo: nel 2017 i mezzi atm hanno consumato 360 Gwh (Gigawatt/H) di energia elettrica a fronte di 122 Gwh di gasolio. Nei piani di Atm c’è di trasformare l’attuale flotta a gasolio in full electric entro il 2030, con una fase intermedia che vede la compresenza degli autobus ibridi che nel frattempo nascono e muoiono.

L’autobus elettrico è un sistema complesso

Non bisogna cadere nel facile errore di considerare un autobus elettrico semplicemente come un veicolo a cui si è semplicemente sostituito un motore endotermico con uno alimentato ad elettricità. Si tratta invece di un veicolo concettualmente diverso, in primis perchè un bus elettrico per via delle batteria pesa circa due tonnellate in più. E per rispettare i limiti di carico per asse imposti dal c.d.s. che non prevede in tal senso alcun tipo di agevolazioni oggi un bus elettrico trasporta un 15% in meno delle persone rispetto alla corrispondente versione alimentata a gasolio. Da un punto di vista dell’esercizio inoltre non bisogna dimenticarsi che i veicoli elettrici hanno tempi differenti in cui possono stare in linea e andranno quindi ripensate e modificate le tabelle orarie, così come per via della loro autonomia limitata sarà necessario cercare di ridurre le percorrenze a vuoto dall’uscita dalla rimessa alla linea. Ovviamente andranno ripensati anche i depositi. Atm sta progettando un deposito prototipo dedicato esclusivamente all’elettrico che sarà completamente automatizzato e in grado di inviare dati in automatico alla sala operativa. Si parla di tecnologie avveniristiche come la possibilità di far spostare all’interno del deposito i bus elettrici senza conducente, comandandoli in remoto dalla sala operativa. Previste anche postazioni di ricarica in linea, in primis ai capolinea per le ricariche brevi, tramite discesa di un pantografo per alimentare le barre sul tetto.

Atm, linea 84 laboratorio di mobilità alternativa

Da ben 6 anni inoltre l’autobus 84 San Donato-Largo Augusto è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto della mobilità di domani, visto che vede impiegate in regolare servizio di linea due vetture BYD elettriche che complessivamente hanno percorso 200.000 km e tre Mercedes Benz Citaro Fuel Cell a idrogeno che possono essere considerati anche loro come elettrici che hanno percorso complessivamente 300.000 km. Preziosissimo é il know-how maturato esercendo mezzo milione di km con autobus alimentati ad elettricità, che orienterà anche le scelte future. Entro il 2018 è prevista l’entrata in servizio all’ombra della Madonnina di 25 Solaris urbino elettrici, veicoli che sono già circolanti in 12 unità nella vicina Bergamo su quella che può essere considerata la prima linea full-elettric di trasporto pubblico su gomma in Italia, come ricordato dall’Ing. Gianni Scarfone direttore generale ATB Bergamo e presidente ASSTRA Lombardia (CLICCA QUI PER SCARICARE LA PRESENTAZIONE).

Mobility Innovation Tour, Atb Bergamo e la linea C

La linea C è una sorta di circle line che si sviluppa a forma di alfa con due percorsi che abbracciano l’area centrale della città convergendo verso l’Ospedale Giovanni XXIII e due diramazioni verso la periferia Nord e Sud. Progettata con un approccio sistemico basato sul modello Electric Bus Rapid Transit, non si tratta della semplice immissione di autobus elettrici sul percorso che solo in parte ricalca quello dell’attuale linea 2 ma della progettazione di un vero e proprio sistema di mobilità innovativa. Lungo il percorso della Linea C sono state collocate infatti 16 nuove pensiline smart dotate di schermo live-touch che offrono ai passeggeri servizi di infomobilità e infotainment oltre alla connessione wifi gratuita e a prese USB per la ricarica di smartphone e devices mobili con l’obiettivo di rendere attrattivo il viaggio sul TPL. Il tutto ovviamente in un città come Bergamo che presenta già un ecosistema di trasporto sostenibile grazie ai ⅔ della flotta ATB che includendo le vetture a metano in servizio può già oggi essere considerata a bassa emissione, alla presenza delle funicolari e della tranvia Bergamo-Albino.

autobus elettrico solaris urbino atb bergamo linea c

Anche Amt Genova al Mobility Innovation Tour

Dalla valorizzazione e dall’integrazione della mobilità elettrica già attualmente presente parte anche Amt Genova che, come ricordato dall’amministratore unico Marco Beltrami (CLICCA QUI PER LA PRESENTAZIONE), può oggi contare per via della sua particolare posizione orografica e della conformazione del territorio, oltre che su quella che probabilmente è la metropolitana più corta del mondo anche su una rete filoviaria di 14 chilometri e sull’articolato network di sistemi ad impianti fissi, alcuni dei quali rappresentano un unicum nel panorama trasportistico italiano e difficilmente categorizzabili come funicolari, diversi tipi di ascensori inclinati, ascensori elettrici tradizionali senza dimenticarsi di due storiche realtà come la cremagliera di Granarolo e la ferrovia a scartamento ridotto Genova-Casella che ha un grosso potenziale come ferrovia turistica. Per via del fatto che non era stato inserito in un sistema organico è invece da ripensare il progetto pilota Elfo, che nel 2003 aveva portato nella città della Lanterna 8 mezzi a ricarica induttiva al capolinea di cui oggi ne sono ancora in servizio la metà.

Genova alla prova del Pums

Schiacciata tra il mare e l’entroterra, Genova con la sua particolare conformazione a forma di pigreco rovesciato andrà a costruire il suo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) basandosi su 4 assi “elettrici” anche se al momento è ancora in corso il dibattito se questi saranno percorsi poi da vetture tramviarie o da filobus o da innovative forme di sincretismo e ibridazione tra le due. È durata un mese invece la sperimentazione a Genova del bus elettrico Rampini E80 di cui tre settimane in servizio al pubblico sulla linea interna all’Ospedale San Martino e i restanti giorni fuori servizio su linee collinari. Amt ha inoltre realizzato una sorta di Open Day a cui sono stati invitati ad un primo incontro collegiale diversi player del mercato dell’autobus elettrico come (BYD Europe, ECO Hev, Evobus, IIA industria Italiana Autobus, Irisbus Italia, Italscania, Iveco, MAN, Rampini, Solaris) nonchè un workshop con Enel per affrontare tematiche come la disponibilità di sufficiente potenza alle rimesse per la ricarica contemporanea delle batterie di un numero significativo di vetture.

 

Mobility Innovation Tour, la ricetta di Iveco Bus

Nella successiva terza sessione sono intervenuti i rappresentanti di due attuali importanti player attivi nel mercato del trasporto persone su gomma, Iveco ed Eni per ricordare le soluzioni sostenibili già oggi esistenti alternative all’elettrico.
Davide Pollano South Europe business director della multinazionale italiana dei veicoli industriali ha ricordato l’impegno dell’azienda nei confronti della sostenibilità, basato su 3 pilastri: elettromobilità, combustibili rinnovabili e gas naturale. Già oggi il costruttore del gruppo Fca ha disponibili prodotti come l’Urbanway o il Crealis con le tre motorizzazioni di serie, Diesel, Gas e Hybrid o come la gamma Crossway disponibile sia nelle versioni Diesel e Gas o quella Daily disponibili anche nella versione electric oltre che in quella a gasolio e a gas.
In attesa dell’elettrico a cui Iveco è convinta che sia necessario arrivare per gradi gli sforzi si sono concentrati sull’ibrido, che già oggi consente un forte abbattimento non solo delle emissioni di CO2 del 33% circa ma anche del 40% degli ossidi di azoto i famigerati NOx rispetto al diesel convenzionale.

Mobility Innovation Tour, Iveco Bus e il gas

Per quanto riguarda le motorizzazione gas powered, non esiste solo il Cng metano ma ci sono altre soluzioni come il biometano di cui se ne parla poco che nel Nord Europa ha invece un impatto marcato, anche perchè se sviluppato in un’ottica di circular economy può garantire energia (dai rifiuti!) a livello locale.
Per quanto riguarda l’elettrico, soluzione del medio-lungo periodo secondo Iveco, Pollano ricorda l’importanza del fatto che l’energia elettrica necessaria alla sua alimentazione sia prodotta in maniera sostenibile e non da fonti convenzionali, altrimenti si rischia di avere una soluzione che è solamente Local zero emission. Sostenibilità che deve essere intesa non solo in senso ambientale ma anche economico considerato il fatto che attualmente il costo di una vettura elettrica è circa il doppio della corrispondente versione a gasolio. Investimenti quindi difficilmente alla portata delle società di TPL, che invece dovrebbero puntare su uno svecchiamento delle loro flotte, visto che sostituendo un bus euro 1 con un bus euro 6 si va a risparmiare oltre il 50 per cento delle emissioni di CO2 e il 90% di NOx.

autobus a metano

Eni, apologia del gasolio

E i progressi fatti dalle motorizzazioni a gasolio in termini di riduzioni di emissioni negli ultimi anni sono stati al centro anche dell’intervento del rappresentante di Eni, Paolo Fiaschi, che ha ricordato come il ciclo diesel sia quello in assoluto più efficiente tra i sistemi endotermici. Esistono tuttavia secondo ancora margini di miglioramento in particolare a livello di numero di particelle che è poi l’elemento che determina il famigerato particolato. Fiaschi inoltre ha ricordato che per valutare la sostenibilità ambientale dell’elettrico bisogna considerare anche l’intero ciclo di vita del veicolo, compresi i costi ambientali dalla costruzione delle batterie al loro smaltimento a fine vita. Senza dimenticarsi che oggi la produzione di energia elettrica da fonti alternative non sarebbe sufficiente a fornire energia in caso di modal shift verso l’elettrico.

Mobility Innovation Tour, la produzione di energia è sostenibile?

Solo in paesi come la Francia in cui la produzione di energia elettrica da fonti convenzionali è minima per via della presenza del nucleare l’electric powered oggi è davvero sostenibile. Siccome quindi l’elettrico al momento secondo Eni non è la panacea di tutti i mali, gli sforzi della compagnia del cane a sei zampe si concentrano sull’Lng che è importante perchè si sta trasformando un combustibile come il metano da gassoso a liquido e sui biocombustibili. Significativo in tal senso è stato l’esperimento condotto a Torino dove ben 650 bus a gasolio sono stati alimentati con Eni Diesel Plus, un carburante a bassi contenuti aromatici contenente una parte di diesel di origine vegetale, che ha consentito un abbattimento delle emissioni, anche se a fronte di costi leggermente più alti.

Mobility Innovation Tour, i costi?

E proprio l’oggettivazione dei consumi di un bus e la misurazione delle sue emissioni sono state al centro del successivo intervento di Niccolò Taroni Testing manager di Soluzioni Ingegneria, partner di Tuv Italia (CLICCA QUI PER SCARICARE LA PRESENTAZIONE). La necessità di avere dati affidabili, oggettivati e indipendenti da variabili esterne, come differenti condizioni di traffico o climatiche, senza dimenticarsi il “piede” dell’autista è importante perché la spesa per il consumo di carburante durante la vita utile di un veicolo è un costo rilevante per il suo utilizzatore. Il futuro prepara una vera rivoluzione, con la possibilità di effettuare le prove consumi sfruttando sempre più i modelli numerici e progressivamente riducendo le variabili immancabilmente presente nelle prove sperimentali.

Mobility Innovation Tour, startup e mobilità

Nella quarta sessione, a cura di Daniele Bettini di Triwù, sono state invece presentate tre interessanti startup come Gellify una vera e propria “Fabbrica di Startup” che sta incubando al suo interno 8 startup, con un modello che si differenzia dai classici accelleratori d’impresa. Attiva nel settore dell’applicazione della tecnologia Blockchain nel settore mobility è invece Block s.r.l. con innovative soluzioni che potrebbero trovare applicazione nell’ambito del ticketing o in ambito assicurativo creando polizze diverse con coperture diverse a seconda del load factor del bus.
Di sicurezza informatica e di protezione da attacchi di Hacker si occupa invece Yoroi, startup orgogliosamente nata in ambito accademico per contrastare il Cyber Crime.

Mobility Innovation Tour, parola all’Uitp

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Sylvain Haon director knowledge and membership services Uitp che ha ricordato l’importanza della rivoluzione digitale per il tpl basata sullo sviluppo dei dati e della connettività. Su tutti Haon ha portato l’esempio dei sistemi di bike sharing free floating il cui business model è basato non tanto sul noleggio delle biciclette ma sulla vendita del volume dei dati generati.
Nel nuovo sistema di mobilità urbana, fondamentale sarà la creazione nell’ottica Maas (Mobility as a Service) di una piattaforma unica di mobilità integrata da cui il cittadino/potenziale utente del trasporto pubblico potrà accedere anche in ottica di billing unico a diverse soluzioni di trasporto. In un mondo del trasporto che ha visto l’affermarsi di startup disruptive che hanno rivoluzionato il settore ma originariamente esterne allo stesso, su tutti si pensi al caso di Flixbus o di Uber, l’auspicio è che le aziende di tpl siano in pole position come gestori del portale della mobilità unica per via del loro know how che può dare un importante vantaggio competitivo.

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