In sette hanno risposto all’appello di Amt Genova per la gara di 30 autobus elettrici. Ieri, 10 marzo 2020, i contendenti al titolo hanno presentato offerta per un tender non facile in cui autonomia e numero dei passeggeri costituiscono due elementi importanti se non fondamentali. Ai cancelli di partenza: Vdl, Solaris, Iveco Bus, Alfabus, Byd, Irizar ed Evobus. Una lista in cui non mancano certo le sorprese. La presenza di Irizar appare telefonata. Il costruttore basco, infatti si era già aggiudicato la gara per i 10,8 metri e gli stessi modelli sono da tempo in servizio sulle strade di Genova. Stesso discorso per Iveco Bus che con la città della Lanterna ha un rapporto storico (di fornitura e di produzione di soluzioni elettriche nello stabilimento Altra).

Solaris campione d’Europa

Non poteva mancare Solaris, leader del mercato italiano ed europeo. Byd dopo il colpaccio di Torino sembra voler mostrare i muscoli e puntare tutto su un prezzo d’attacco e una tecnologia che, visti di numeri di produzione, garantisce buoni standard di affidabilità. In lizza anche Evobus che con l’eCitaro ha tanta voglia di mettere una bandierina sullo Stivale. Una sorpresa, ma poi nemmeno così tanto, l’uscita di Vdl che sul comparto elettrico italiano ha messo gli occhi da tempo. Oltre alla commessa per Malpensa (i mezzi sono quasi pronti per scendere in strada), l’olandese ha presentato offerta anche in quel di Bologna (dove è attesa l’aggiudicazione ufficiale, quella ufficiosa è nota ai più). La sorpresa è l’offerta presentata da Alfabus che in Italia ha due modelli in sevizio vestiti con la maglia di Arriva Italia

Alfabus, autonomia di 200 km

Il modello prescelto si chiama Ecity L12 ed è un classico 12 metri urbano realizzato da Alfabus, azienda cinese che produce circa 3mila autobus ogni anno nel proprio stabilimento di Jiangyin, a 150 chilometri da Shanghai. Oltre all’assemblaggio in Cina, è significativo il know-how di matrice europea in termini di ingegneria e di componentistica. Il cuore dell’autobus elettrico è costituito da un motore sincrono a magneti permanenti, capace di erogare fino a 210 kW e 2.400 newton metro e dalla dotazione di batterie, in grado di ‘stoccare’ fino a 354 kWh di elettricità e di caricarsi completamente in circa sei ore. L’autonomia garantita è superiore a 200 chilometri.

Beltrami, questa la nostra linea

Per quanto riguarda la tipologia di ricarica a fugare ogni dubbio è stato lo stesso Marco Beltrami, Amministratore Unico AMT Genova, intervistato da autobusweb qualche settimana fa. «Noi abbiamo puntato sulla ricarica notturna. Abbiamo una rimessa (Mangini n.d.r) in grado di gestire sino a 60 autobus elettrici ed è in corso la progettazione della rimessa elettrica di Cornigliano (la prima ad essere intercambiabile e capace di operare con mezzi di costruttori diversi n.d.r). Oggi abbiamo in servizio 10 mezzi Rampini da circa 8 metri e recentemente abbiamo introdotto 14 mezzi Irizar da 10,5 metri. Altri 10 Rampini sono in consegna nei prossimi mesi e c’è una gara in corso gara per 30 mezzi elettrici da 12 metri. A fine 2021 la città di Genova avrà due rimesse e 64 mezzi elettrici in esercizio».

Il futuro del tpl dei genova

Insomma una città destinata a diventare sempre più a impatto zero. A metà del 2020, come è noto, il Governo ha approvato lo stanziamento di 470 milioni di euro finalizzati a potenziare il trasporto di Genova. Ed è stato lo stesso Beltrami a tratteggiare il perimetro di questo investimento. «L’idea è quella di ridisegnare il trasporto andando a creare quattro assi di forza su cui insisterà un servizio full electric con frequenze elevate. Su queste tratte si innesteranno le linee di supporto con diverse tipologie di mezzi. Stiamo ridisegnando il trasporto pubblico di Genova puntando esclusivamente sulla qualità del servizio».

Gli investimenti il tema centrale

Il tema oggi sono gli investimenti in infrastruttura. Beltrami, le attuali regole e i modelli per l’acquisto del parco rotabile dovrebbe essere rivisti o riformulati? «Quello dell’autobus elettrico è ancora un mercato in divenire con poca standardizzazione. Lo vediamo con la gara da 30 mezzi soprattutto per le tipologie di domande che arrivano dai costruttori. Rispetto a quello endotermico qui c’è meno cultura da entrambe le parti: da chi compra ma anche da chi vende. Prospetticamente non vedo grosse diversità. Sarebbe interessante, visto l’elevato costo dei bus elettrici, realizzare delle aggregazioni. Le faccio un esempio…». Prego… «Il Fondo per la mobilità sostenibile significa per la città di Genova un ‘assegno’ di 3,5 milioni di euro all’anno sino al 2033. Con questo finanziamento si acquistano circa 7 mezzi da 12 metri all’anno. Ma se ogni anno saremo costretti a fare una gara alla fine di questo percorso avremo una flotta troppo variegata. Ed è per questo che dobbiamo pensare o a forme di gare aperte, o di premialità per chi ha vinto la gara precedente oppure dobbiamo fare degli accordi con le banche perché ci anticipino il fondo con garanzia della legge. Così da non indire 10 gare da 3,5 milioni ma due da circa 15 milioni così da fare massa critica».

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