La giunta di Roma capitale ha approvato una variazione al Bilancio di previsione 2018-2020, che prevede lo stanziamento di circa 18 milioni di euro per l’acquisto di nuovi autobus Atac nei prossimi tre anni. Risorse che si aggiungono ai 167 milioni disposti per l’acquisto di 600 nuovi bus nel prossimo triennio (la cui prima tranche da 320 autobus non è stata assegnata dal momento che la gara è andata deserta).

iveco urbanway - nuovi autobus Atac

Atac rinnovo tramite Consip

Queste risorse, si legge nella nota diramata dalla giunta capitolina, vanno ad aggiungersi ai circa 20 milioni di euro di fondi Por-Fesr già previsti in Bilancio. Per il solo 2018 la variazione prevede un finanziamento ulteriore di oltre 11,4 milioni di euro. Tali risorse consentiranno di accedere celermente alla piattaforma Consip per l’acquisto dei mezzi, prosegue la nota. Trattasi di fondi che, si legge sul Corriere della Sera, «galleggiano da tempo, provenienza Mef, ma solo da qualche giorno sono stati sbloccati dalla Regione».

Atac ammessa al concordato

Il rinnovo del parco mezzi è uno dei pilastri su cui si regge il piano di concordato di Atac, piegata da 1,4 miliardi di debiti. E proprio sul tema del concordato sono emerse nei giorni scorsi importanti novità. Il Tribunale fallimentare di Roma, infatti, ha emesso il decreto di ammissione di Atac al concordato in continuità. Il collegio, prosegue l’informativa, anche facendo seguito al positivo parere espresso dalla Procura, «ha valutato positivamente il lavoro effettuato dalla Società, concretizzatosi nel piano industriale depositato a gennaio 2018 e nella proposta concordataria, tesa a garantire la migliore soddisfazione possibile dei creditori, in discontinuità rispetto al passato e nel pieno rispetto delle regole».

Quella gara disertata. Perché?

Non che la strada sia semplice. Un esempio degli ostacoli da superare è la diserzione totale delle aziende costruttrici alla gara per 320 autobus. La gara, come è noto, aveva come oggetto l’acquisto di 320 autobus da 12 metri Classe I con piano interamente ribassato, due porte (una novità per Atac) e motorizzazione diesel Euro VI. Il tutto in un unico lotto per una  base d’asta di 97,6 milioni di euro. Ma c’è di più. Atac aveva messo nero su bianco altre due condizioni: il full service (opzionale) e soprattutto una consegna dei mezzi entro 150 giorni dalla data di aggiudicazione (cinque mesi, come vedremo in seguito, è un tempo troppo breve per l’attuale situazione di mercato). È giusto comunque ricordare che il primo applicativo della gara era di 125 unità e i 320 bus del capitolato rappresentavano il monte totale del contratto quadro che di norma ha una durata di 2-4 anni. Ma perché nessuno ha presentato offerta? Le ragioni sono molteplici. La prima è da ricercare nell’indice di insolvibilità di Atac. 

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