Duecentosei. È questo il numero di autobus alimentati a idrogeno circolanti in Europa a fine 2022. Un numero che è salito nel corso del 2023, a dimostrazione di come l’H2, oltre alle batterie che alimentano e spingono gli e-bus, sia una delle trazioni alternative per affrontare la sfida della transizione energetica.

Per stimolare il mercato italiano in questo verso, il Pnrr ha stanziato 3,64 miliardi di euro per la filiera nazionale dell’idrogeno. Un finanziamento ingente che si somma ai 3,88 miliardi di euro messi a disposizione dal Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile per l’acquisto di veicoli a fonti energetiche pulite, destinati a entità come Regioni, Comuni ad alto inquinamento, Città metropolitane e comuni con oltre 100mila abitanti. E non è tutto: un investimento complementare del Pnrr prevede 2,4 miliardi di euro per il rinnovo del parco mezzi regionali ai quali si sommano 600 milioni di euro desinati alle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano per l’acquisto di autobus elettrici, a metano o a idrogeno e relative infrastrutture di alimentazione.

È questo lo stato dell’arte dell’idrogeno nel tpl emerso dal position paper di Asstra e H2IT presentato oggi a Bologna, presso la sede Tper, in occasione del 1° Convegno Nazionale Idrogeno nel Trasporto Pubblico su gomma.

Idrogeno, il position paper Asstra e H2IT

Le due associazioni hanno messo a punto una serie di punti programmatici e di richieste strategiche alle istituzioni per sostenere, rafforzare e rendere più funzionali gli investimenti pubblici e privati nel comparto.

L’obiettivo è promuovere un approccio strategico che vada oltre il semplice supporto finanziario, focalizzandosi sull’armonizzazione delle normative e sulla semplificazione degli iter autorizzativi. Elementi che si integrano con una visione di sviluppo che considera inscindibili i mezzi di trasporto dalle infrastrutture necessarie. Tale integrazione è cruciale, soprattutto per quanto riguarda l’idrogeno, che necessita di una forte interconnessione infrastrutturale. Inoltre, si punta all’integrazione tra diversi settori e tipi di mobilità, massimizzando l’efficienza degli investimenti.

1. Sostegno agli investimenti e compensazione extra-costi

Continuare a sostenere con stanziamenti aggiuntivi “in conto investimenti” il processo di transizione della flotta verso alimentazioni alternative e garantire le necessarie economie di scala. Assicurare risorse aggiuntive in conto esercizio attraverso l’incremento del Fondo Nazionale Trasporti per compensare i maggiori costi legati alla transizione energetica. Sono inoltre necessarie politiche che abbattano tali costi e che sappiano coordinare in maniera efficiente i vari finanziamenti. Politiche in grado di incidere sui costi di investimento e costi operativi, favorendo così i progetti innovativi industrializzabili nel medio periodo e i maggiori costi rispetto a soluzioni più emissive.

2. Integrazione e semplificazione normativa: la neutralità tecnologica

Garantire l’integrazione della normativa esistente ed una maggiore omogenizzazione a livello europeo, nazionale e regionale. Semplificare i percorsi autorizzativi per agevolare lo sviluppo dei progetti e ridurre le tempistiche di attuazione. Prevedere una struttura normativa che favorisca la diffusione degli impianti di produzione dell’idrogeno in punti strategici del territorio per il rifornimento dei mezzi al fine di compensare gli extracosti. Assicurare la necessaria autonomia nelle scelte di investimento per il rinnovo della flotta anche a livello locale (p.es. PUMS), nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

3. Sviluppo domanda-offerta e sinergie con le Hydrogen Valley

Non può esserci decarbonizzazione dei consumi senza una contemporanea transizione di domanda e offerta (mercato a doppio versante). Si tratta di sfruttare le sinergie con le altre tipologie di mobilità su gomma (es. trasporto merci), con altri settori industriali di utilizzo, con il segmento della produzione e con la mobilità ferroviaria che farà da traino per la realizzazione di siti di produzione e lo sviluppo della logistica dedicata, in una collaborazione pubblico-privato. Questo approccio grazie alle grandi quantità di idrogeno coinvolte, favorirà la diffusione delle Hydrogen Valley. Connettere i centri di produzione con diversi utilizzatori finali permetterà di migliorare i business case e renderne sostenibile la progettualità.

4. Investimenti in R&S e per la competitività della filiera nazionale

Investire nella ricerca e nello sviluppo per l’approvvigionamento di idrogeno pulito e la promozione di progetti infrastrutturali per lo stoccaggio e la distribuzione e in partnership pubblico-privato per accelerare i cicli di innovazione. L’idrogeno rappresenta una grande occasione per ’Italia che possiede un comparto industriale pronto a competere a livello internazionale, un asset sui cui si deve investire. Lato infrastrutture, sono attivi player in grado di sviluppare e costruire stazioni di rifornimento, importanti aziende leader di mercato che producono ed esportano la componentistica dedicata nonché imprese di ingegneria che supportano la messa a terra delle singole stazioni di rifornimento. Lato veicoli, la quasi totalità dei maggiori costruttori operativi sul mercato europeo, ha sviluppato o sta sviluppando soluzioni a idrogeno. A queste si aggiungono attività in ambito componentistica e componenti avanzati per il settore automobilistico (dai serbatoi di idrogeno ad alta pressione, ai sistemi di potenza e ai costruttori di veicoli per il trasporto stradale, auto, bus, camion). Anche l’ambito ferroviario è in fermento sia lato veicoli che lato componentistica, anche grazie all’effetto di trascinamento degli ordini dei treni a idrogeno da parte delle aziende pubbliche del trasporto ferroviario.

5. Formazione per enti territoriali e loro coinvolgimento

Le aziende italiane hanno competenze ed esperienze importanti che provengono dal settore dei gas tecnici e dell’Oil & Gas e sono in grado di supportare i territori, le aziende pubbliche e gli Enti Locali nella gestione e nell’implementazione della filiera dell’idrogeno. In questo senso, è opportuno avere evidenza delle politiche strategiche dei Comuni inerenti all’adozione delle nuove flotte veicolari verdi, anche attraverso una mappatura dei progetti in corso che aiuterebbe il comparto industriale a pianificare gli investimenti e a rendere disponibile la molecola verde per il rifornimento dove serve.

Asstra, H2IT e Tper per l’idrogeno

«L’idrogeno rappresenta un’importante occasione per Italia e il suo sistema industriale che, grazie a competenze ed esperienze di eccellenza internazionali, può giocare questa partita da protagonista – ha dichiarato Andrea Gibelli Presidente di Asstra – a margine dell’evento- Il successo dipenderà molto dalla collaborazione tra il trasporto su gomma e quello ferroviario, soprattutto attraverso partnership pubblico-privato. Questa collaborazione fa la differenza non solo per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e la transizione energetica, aspetti già impliciti nella sostenibilità dei trasporti pubblici, ma anche per i benefici economici a livello nazionale e per gli impatti positivi sulle comunità locali, inclusi quelli legati all’occupazione. Asstra è pronta a contribuire a questo processo di modernizzazione del Paese, mantenendo un approccio neutrale riguardo alla tecnologia, promuovendo cambiamenti graduati e stimolando l’innovazione. Nelle prossime settimane avvieremo un piano di monitoraggio dei progetti relativi all’utilizzo dell’idrogeno nelle aziende del tpl, quindi avvieremo un programma di studio, confronto e di sistematizzazione delle esperienze in essere per diffondere le buone pratiche già sviluppate tra le aziende del sistema associativo Asstra e supportare il dialogo con gli stakeholder pubblici, locali, nazionali e della filiera produttiva».

«H2IT in questi anni ha fatto un percorso di evoluzione notevole: oggi l’associazione ricopre un ruolo chiave nei confronti degli interlocutori istituzionali e degli stakeholders del settore idrogeno – ha commentato Valter Alessandria, Vicepresidente di H2IT. Stiamo lavorando per arrivare ad una chiara strategia di supporto agli “usi finali” ed alla definizione di strumenti incentivanti che abbattano i costi operativi della produzione di idrogeno, al fine di garantire la massima sostenibilità dei progetti. Oggi insieme ad ASSTRA abbiamo esplorato l’utilizzo dell’idrogeno nell’ambito del trasporto pubblico locale su gomma. Nello specifico settore della mobilità, l’Italia si posiziona strategicamente su tutti i segmenti della filiera con importanti competenze da parte delle aziende. Molti grandi costruttori hanno infatti investito risorse nello sviluppo di mezzi alimentati ad idrogeno, per i benefici che questo tipo di tecnologia può offrire in termini di flessibilità di utilizzo, tempi di fermata per il rifornimento ed autonomia».

«L’innovazione corre veloce e anche le imprese del trasporto pubblico stanno accettando la sfida di nuovi investimenti cogliendo tutte le opportunità tecnologiche e tenendo sempre conto del contesto specifico in cui operano” – ha dichiarato Giuseppina Gualtieri, Presidente e Amministratore Delegato di TPER, principale azienda del TPL nella Regione Emilia-Romagna e Vicepresidente ASSTRA.- L’idrogeno è una delle modalità che, anche grazie alle politiche pubbliche che ne stanno sostenendo lo sviluppo, può giocare un ruolo significativo. Investire nelle nuove tecnologie, e l’idrogeno è fra queste, non significa solo acquistare mezzi, ma investire nella filiera e nelle infrastrutture. Il convegno nazionale di oggi è un’occasione molto importante; siamo lieti di ospitare questo evento anche perché sull’idrogeno Tper ha un progetto, costruito in collaborazione con le istituzioni, che si sta concretizzando con scelte di investimenti e di partnership. L’uso dell’idrogeno da parte di Tper è il risultato di uno studio di fattibilità’, una decisione strategica industriale che deriva dalla nostra governance, da un team di lavoro mirato e includendo l’idrogeno in un mix di investimenti energetici più ampi. Questo mix include anche e-bus, filobus, metano liquido e biometano, a seconda del tipo di servizio, e rappresenta il fulcro della nostra visione sulla transizione energetica per una mobilità sostenibile. Al centro del progetto idrogeno c’è stata un’attenta valutazione delle competenze e la selezione del nostro partner operativo per le infrastrutture, il gruppo Wolftank, che ha portato alla creazione di una società dedicata TPH2.  Questo impegno ha richiesto un intenso lavoro di pianificazione e gestione anticipata, mirando a contribuire concretamente al progetto di decarbonizzare il servizio urbano del Comune di Bologna entro il 2030, un obiettivo che anticipa di 20 anni le direttive europee. Oggi siamo così nelle condizioni migliori di beneficiare degli sviluppi tecnologici, oltre che della contiguità logistica con la Hydrogen Valley di Modena, fortemente sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna».

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