di Gianluca Celentano (conducente di bus)

Le drammatiche immagini del rogo di Borgo Panigale sono ancora impresse nella mente di tutti noi e senza neppur aver avuto il tempo necessario per metabolizzarle, alla tragedia bolognese si è aggiunta la catastrofe del ponte Morandi a Genova.

Risorse, infrastrutture, lavoro

DIversi conducenti durante il transito con il loro mezzo pesante, (compreso il sottoscritto) hanno spesso riferito sui social d’aver avvertito qualche sussulto. Ma la polemica è meglio lasciarla alla sedi competenti, mettendo sotto la lente un aspetto ribadito già diverse volte, ovvero la necessità di intervenire sulle grandi opere per un rinnovamento delle infrastrutture stradali.

Ponte Morandi, le infrastrutture tema caldo

Un tema caldo soprattutto se consideriamo il contesto politico attuale dove le spese nazionali devono spesso in qualche misura avere un nulla osta europeo. Tuttavia mentre le più recenti e recepite normative del CdS dovrebbero allinearsi allo sviluppo tecnologico dei nuovi autobus (e camion) anche in termini prestazionali, lo stesso fisiologico adeguamento non si può certo dire avvenga su una struttura stradale spesso obsoleta, ad esempio i sottopassi; tutte situazioni e condizioni che non agevolano certo il duro e poco compreso mestiere del conducente e aprono reali interrogativi sulla sicurezza.

La paura corre sulla rete

Segnalazioni in rete di questo genere sono all’ordine del giorno, come l’insegna stradale sospesa sulla Pisa Firenze e piombata sulla strada senza causare per fortuna danni. Gli autisti sono vittime ma anche testimoni di un sistema strutturale stradale che chiede interventi rapidi e di modernizzazione.

Se i controlli sulla strada sono una tutela per tutti noi che viaggiamo regolarmente, un altro aspetto spinoso sono le sanzioni che penalizzano autisti e aziende magari durate le gite, o nei parcheggi di sosta ma anche durante la viabilità autostradale. Una realtà percepita sempre più come un odioso metodo persecutorio di cassa sicura ai danni anche della patente e del lavoro dell’autista.

La novità delle Dash Cam

Tuttavia è da segnalare, grazie alla tecnologia delle Dash Cam di bordo, che il concetto di due pesi e due misure nel nostro paese è ancora tristemente persistente. In diverse situazioni infatti anche i mezzi dei paladini della giustizia sono stati ripresi in manovre discutibili, come ad esempio il Crossway della Polizia in terza corsia o qualche semaforo rosso “bruciato” in extremis. D’altronde il Codice della strada e le regole valgono per tutti e alcuni “privilegi” oltre a causare rabbia e fastidio in un paese che vorrebbe cambiare, suonano come una ipocrisia non gradita. Il concetto di marcia per file parallele – art 144/148 CdS – e sorpasso in autostrada è un tema molto sentito dai conducenti, soprattutto quando davanti a loro in seconda corsia, si posizionano senza motivo automobili che ostacolano la marcia.

Le privatizzazioni su servizi e infrastrutture?

Il dibattito sembra essere sul tavolo del Governo dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, e molti analisti tra cui recentemente il prof Cacciari, hanno espresso giudizi severi sulle rapide e tanto decantate privatizzazioni dei beni essenziali del paese, dei quali molti hanno più il sapore di un’imposizione d’interesse piuttosto che di una ricerca di ottimizzazione e servizio. Tuttavia in questo intricato sistema che ha dimostrato tra l’altro numerose falle, l’investimento nel trasporto persone merita un’attenzione economica maggiore e soprattutto una responsabilità pubblica alla base dell’esercizio. Un concreto investimento nelle infrastrutture si tradurrebbe anche, e lo ripeto, in nuove opportunità di lavoro, e questo alla luce dei numerosi e non più giovanissimi disoccupati del tpl ai quali nessuno sembra dare risposte.

La violenza sui forum

Se il buon senso spesso fa la differenza nella degenerazione di una situazione critica, soprattutto durante il servizio di linea, le pagine mediatiche degli autisti registrano ormai quotidianamente diversi episodi di violenza nei confronti di autisti e controllori. Forse davvero troppi e a rendersene conto con preoccupazione per il personale, sono addirittura le aziende che sembrerebbero sole nel risolvere un problema sociale. Con un certo coraggio credo sia doveroso ribadire un concetto: “fatti e non parole”, sottolineando che ai piacevoli proclami pre elettorali a favor di popolo e alle numerose dirette video o twitter, sia indispensabile che corrispondano comprovate capacità e competenze per trainare il paese fuori da questa “Caporetto” senza togliere, s’intende, l’attenzione alla parte più fragile della nostra società.

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