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A fare la voce grossa sono le grandi compagnie americane che tentano di cavalcare l’onda e cogliere tutte le opportunità che la sharing economy può offrire. Da Uber ad Airbnb, la lista delle aziende – 45 in totale, comprese alcune europee – che chiedono un intervento dell’Unione Europa in tutela dei propri interessi è lunga. Il destinatario della missiva è il presidente in carica della UE, istituzione chiamata a sostenere la strategia di mercato europeo unico digitale. Le aziende chiedono che i vertici UE si impegnino ad impedire che le decisioni degli stati membri reprimano le loro attività economiche. Al centro del ciclone le leggi che disciplinano la materia, molto spesso differenti per i vari paesi membri. Differenti come i trattamenti fiscali che i cosiddetti Unicorni sfruttano per eludere il pagamento di parte delle tasse che dovrebbero pagare localmente e che invece vengono versate all’estero. Quel che è evidente, però, è che un maggior spazio di manovra – chiaramente regolamentato – potrebbe favorire anche le imprese europee, perché il futuro dell’economia sarà basato sulla condivisione.

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