Abbiamo avuto modo di passare una giornata nella sede e nella fabbrica di Tecnobus, in compagnia del nuovo amministratore unico Paolo Marini, che ha rilevato l’azienda e sta lavorando insieme a tutta la squadra per rilanciarla.

Nel 2023, il costruttore basato a Frosinone ha immatricolato 4 mezzi secondo Anfia, ma ne ha consegnati 11, ne ha già venduti – in Italia e all’estero – una trentina per il 2024 e punta a produrne 40/50 l’anno, anche se stressando al massimo le linee produttive si può arrivare fino a cento pezzi, vero obiettivo a tendere di Marini. Che ha idee tanto chiare quanto ambiziose. E, orgogliosamente, rivendica l’anima dell’azienda: «Costruiamo in casa i mezzi da zero, siamo una fabbrica dell’autobus, un vanto del Made in Italy e vogliamo ritagliarci fette di mercato, in patria e fuori dai confini nazionali».

Paolo Marini, amministratore unico Tecnobus

Tecnobus, dal 1988 a oggi ha venduto più di 500 minibus nel mondo, tutti e solo rigorosamente Gulliver: oltre all’Italia, ha messo piede, o meglio le 4 ruote, anche in Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Norvegia, Germania, Belgio, Inghilterra, Canada, Sud Africa e Taiwan. Il piano industriale messo a punto da Marini punta in alto: presto l’impresa inaugurerà un nuovo stabilimento – sempre a Frosinone – per incrementare la propria potenza di fuoco.

Gulliver, il minibus di casa Tecnobus

Si chiama Gulliver, ma più che un gigante è un lillipuziano. Lungi da noi far rigirare nella tomba Jonathan Swift, ma lo storico e iconico modello di Tecnobus è un minibus elettrico Low Floor che sfora di poco i 5 metri di lunghezza, riuscendo comunque a trasportare fino a trenta passeggeri.  Insomma, è un ossimoro su quattro ruote, e l’accezione è tutto fuorché negativa. 

Nella nostra puntata a casa Tecnobus, non è mancata una gita in groppa al piccolo gigante di casa, che abbiamo apprezzato e scandagliato ai raggi X. Ecco la nostra radiografia.

Misure, motore e batterie

Metro alla mano, o meglio righello viste le dimensioni contenute (contenutissime!), il Gulliver misura 5.320 millimetri di lunghezza, 2.035 di larghezza e 2.435 di altezza (che diventano 2.660 contando l’ingombro del compressore per l’aria condizionata). 

Il passo è di appena 3.080 millimetri che gli consentono un diametro di sterzata che sfiora i dodici metri – 11.884 mm – paragonabile a quello di un’automobile, elemento che fa del minibus di casa Tecnobus il mezzo perfetto per percorrere strade strette e anguste. Sbalzi? 1.485 millimetri davanti e 755 dietro.  

Il motore del Gulliver, firmato Amre (sede a Carpi, nella Motor valley modenese, azienda attiva nella produzione di motori elettrici dal 1954), è allocato anteriormente e presenta una potenza di picco di 32,3 kW e una coppia massima di 300 Nm: la velocità massima è di 50 km/h.

Molto interessante il capitolo batterie, due (una sovrapposta all’altra) e posizionate nel vano posteriore. Le fornisce FZSoNick, nome criptico ma produzione elvetica, presentano chimica al sodio/nickel cloruro (NI-NACL la formula chimica) e hanno una capacità di 71,2 kWh l’una. Un’ulteriore particolarità del modulo è la possibilità, un unicum del mercato (Cina esclusa), di effettuare il cosiddetto ‘battery swapping’: appena 3/4 minuti, lo abbiamo visto con i nostri occhi, per togliere il modulo scarico e montare quello carico. È prevista comunque la presa di ricarica plug-in standard Ccs di tipo due: il tempo di ricarica di batterie completamente scariche è di circa sette ore.

Esterni e interni

Dalla sua nascita a oggi il Gulliver ha conservato pressoché intatto il design esterno – la forma squadrata, stondata sull’anteriore –, dal sapore vintage, riconoscibilissimo anche a un occhio non esperto.

La carrozzeria è realizzata interamente in vetro-resina. L’incarrozzamento a bordo avviene tramite doppia porta centrale a soffietto realizzata in-house e la salita e la discesa delle persone con disabilità è agevolata da una pedana automatica e intelligente– integrata nel telaio (realizzato da un fornitore esterno su dima fatta in casa, ovviamente!) – firmata Hübner: ha un sistema di blocco automatico in caso di eventuale contatto con un ostacolo. Nonostante le dimensioni ridotte, lo spazio a bordo è sorprendentemente ampio: l’allestimento standard prevede 8 posti a sedere, due strapuntini e l’area riservata a una carrozzina, per una capienza di 23 persone più il conducente (senza disabile a bordo, con strapuntini occupati, il totale dei posti sale a 25).

In un’eventuale versione senza zona disabili e sedute, il Gulliver riesce a trasportare la bellezza di 30 passeggeri, autista escluso. Il comfort a bordo non manca: il minibus di casa Tecnobus monta fino a due impianti di climatizzazione (semilavorati da Tecnobus insieme ad Aurora) e pulsanti di prenotazione e chiamata firmati dal leader di mercato Captron. 

Un cockpit davvero speciale

Una delle particolarità più peculiari (e uniche?) del Gulliver è l’area del conducente completamente separata dal vano passeggeri, con tanto di porta di accesso riservata all’autista posta sul lato sinistra del mezzo.

La progettazione del minibus ha volutamente privilegiato soluzioni costruttive per una netta definizione e divisione degli spazi, per venire incontro alle necessità di vivibilità interna, richieste sia dall’utenza che dal personale di guida. 

Per il resto, lo spazioso cockpit è essenziale e dal gusto retrò: non si tratta né di una postazione né di un cruscotto moderni, ma sicuramente funzionali per lavorare con tranquillità e agio al volante (che è regolabile in altezza e inclinazione, con idroguida a vite senza fine). E non manca di certo la tecnologia a supporto: l’impianto frenante prevede l’ausilio dell’Abs e come optional sono disponibili le mirrorcam in luogo degli specchietti. Insomma, semplicità sì, ma anche efficienza per non venir meno in materia di comfort, sicurezza e prestazioni.

Così Tecnobus, aggrappata alle spalle del suo ‘gigante’, rilancia la sfida al mercato.

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