Guidare un autobus è sempre stato il suo desiderio, anche perché lo facevano suo nonno e suo zio. Un sogno che adesso è diventato realtà per Elvira Ribaudo, 32enne siciliana trasferitasi al Nord da un anno e mezzo, che è diventata la prima donna autista formata dalla Star Mobility Academy.

La seconda edizione del corso di preparazione per autisti promosso dai vertici di Star Mobility a Lodi, per istruire conduttori di qualità e rimpolpare le file dei propri dipendenti, è arrivato in fase conclusiva. Quattro allievi hanno già completato il percorso e hanno iniziato a lavorare, altri due finiranno entro aprile.

I quattro già operativi sono due uomini e due donne. Una di loro è Elvira Ribaudo, la più giovane del gruppo. “Ho frequentato l’Academy da giugno fino a fine dicembre, poi ho sostenuto l’esame è ho cominciato a lavorare il 29 gennaio – racconta – è stata un’esperienza bellissima”.

La storia di Elvira Ribaudo

Assegnata al deposito di Ospedaletto Lodigiano, viene aiutata dai colleghi, tutti uomini, e può contare sul sostegno del suo tutor Stefano Codecasa, che le ha insegnato tanto.

Ex giocatrice di pallacanestro in serie C, la Ribaudo ha saputo dell’Academy da una piattaforma di lavoro temporaneo e si è entusiasmata. “Fin da piccola volevo guidare e mio padre a sei anni mi metteva al volante e mi spiegava trucchi e manovre – racconta – . A 14 anni ho avuto il primo motorino e scorrazzavo per Palermo, a 18 la macchina. Sono una donna in movimento e amo anche viaggiare e conoscere posti nuovi”.

Alla Star Mobility Academy Elvira Ribaudo veniva considerata una “secchiona”, perché le materie la appassionavano: alzava la mano, faceva domande. “Anche di meccanica – spiega – . Per me il motore è come il cuore di una persona, vive, quindi se funziona male, bisogna capire da dove viene il problema”.

Dopo il secondo esame è stata assunta e inserita nei percorsi extraurbani. “Il primo viaggio è stato da Ospedaletto fino a Milano, di prima mattina, con tante fermate e un bel pezzo di autostrada – ricorda – . C’era nebbia e io non l’avevo mai vista prima di arrivare qui, perché sono siciliana. Ero agitata, poi ho capito che finalmente stavo realizzando il mio sogno e la tensione se n’è andata”.

Anche con i passeggeri il suo debutto è stato un successo. “Erano sorridenti – dice – . Le donne erano felici di vedere una donna al volante, gli uomini più incerti. Qualcuno ha fatto un’espressione strana all’inizio, ma arrivato a destinazione mi ha ringraziato e mi ha fatto i complimenti per lo stile di guida”.

Una soddisfazione, che fa dire alla giovane autista di aver fatto centro. “La mattina mi alzo e sono felice di andare a lavorare: è la prima volta nella mia vita” dice. Anche perché il lavoro di autista porta via tempo ma si riescono ad incastrare altre attività, se ci si sa organizzare. Gli autisti hanno un giorno di riposo e fanno 39 ore di guida settimanale, che equivalgono a 6 ore e mezza giornaliera su uno specchio di 12 ore, nelle fasce del mattino, del mezzogiorno o del pomeriggio-sera per il rientro di lavoratori e studenti pendolari.

Con lei nella flotta Star Mobility le donne attualmente sono sei e una settima è in arrivo a breve, sempre proveniente dalla Academy di Star Mobility.

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