di Roberto Sommariva

Se fossi un romano domenica 11 novembre voterei convintamente ‘Sì’ al referendum Atac. Non perché io sia un liberista convinto, tutt’altro, ma perché la gestione di Atac è uno schiaffo sul viso (già tumefatto) della nostra Capitale.

Domenica 11 novembre i cittadini romani sono chiamati a esprimersi con un referendum consultivo sul futuro del trasporto pubblico di Roma. Con la consultazione ci si potrà dichiarare a favore o contro la messa a gara del servizio e alla conseguente apertura alla concorrenza del mercato. Il referendum lanciato da Radicali Italiani ha sicuramente il merito di rendere urgente e necessario aprire un dibattito con la città sul destino della partecipata del Comune, sulla drammatica situazione economica dell’azienda e sull’inaccettabile inadeguatezza del servizio ai cittadini.

Referendum Atac

Referendum Atac, i numeri del debito

L’Atac è una società del Comune di Roma che negli ultimi 9 anni è costata al contribuente 7 miliardi euro. Oggi la situazione debitoria ammonta a 1,3 miliardi, cioè un debito verso i contribuenti di 829 (per il 60 per cento soldi che Atac deve al Comune di Roma). I chilometri percorsi dai mezzi Atac sono meno di quelli previsti dal contratto di servizio e dal 2012 ad oggi la diminuzione è pari al 10 per cento del totale. Atac spende in stipendi il doppio di quanto vende. Ma non solo. Dal 2012 la produttività invece di migliorare è scesa del 7 per cento mentre i costi del personale sono lievitato del 11 per cento. Si è calcolato che se i romani, nell’ultimo biennio, avessero avuto un’azienda efficiente avrebbero potuto avere un servizio tpl gratis e avrebbero risparmiato 412 milioni di euro l’anno. Ma c’è di più. Un chilometro coperto da Atac costa in media tre volte quello di un altro operatore europeo. Perché? Perché Atac è un’azienda inefficiente. Non siete convinti? Un dato su tutti: il costo del veicolo/chilometro. Un dato economico che viene considerato, in tutta Europa, come parametro principe per misurare la bontà di un’azienda tpl. Bene, quello di Atac è tre volte più alto della media europea. E il 50 per cento in più di quello di Atm Milano.

Referendum Atac, cosa (non) fa Atac

Ma come funziona il tpl della Capitale? Il Campidoglio paga ogni anno ad Atac 560 milioni di euro per effettuare circa 153 milioni di chilometri (bus, elettrici, filobus, tram e le tre linee di metropolitana) mentre versa altri 100 milioni di euro l’anno alla società privata Roma Tpl Scarl che copre 28 milioni di chilometri su gomma (in periferia). A decidere i prezzi dei biglietti è la Regione Lazio, mentre il trasporto è organizzato dall’agenzia capitolina Roma Servizi per la Mobilità. Il corrispettivo è legato all’ottemperanza del contratto di servizio. Atac, ad esempio, nel 2017 ha effettuato solo 128,717 milioni di chilometri (24 milioni in meno), incassando 66 milioni in meno al dovuto: solo sulla gomma, Atac non ha coperto ben 15 milioni di chilometri (79,4 contro 94,2), che in euro suonano come 45,2 milioni euro in meno nelle casse.

Referendum Atac, e dopo?

Il raggiungimento del quorum e la vittoria del sì suggerirebbe (il referendum è solo consultivo) al Campidoglio di preparare una gara d’appalto per il 2021 da 181 milioni di chilometri con una base d’asta di 560 milioni di euro, l’attuale corrispettivo pagato ad Atac. Ma chi sarebbero le aziende in pole position? Busitalia, la società di Ferrovie dello Stato, le francesi Ratp, Veolia Transdev e Koelis e l’anglotedesca Arriva. All’orizzonte ci sono anche ‘agglomerati’ più piccoli come Roma Tpl Scarl, Sita Sud o Cotral.

Ps: prima di leggere i quesiti referendari vorrei ricordare a tutti (soprattutto ai miei colleghi giornalisti) che c’è una differenza abissale tra liberalizzazione e privatizzazione.

 

I QUESITI REFERENDARI

Primo quesito:

“Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e la ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”

Secondo quesito:

“Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?

 

 

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