di Gianluca Celentano, conducente bus

È “incredibile”, ma il concetto di linea a lunga percorrenza funziona molto bene ed è richiesto. Sarà per le tariffe non eccessive e per la capillarità dei collegamenti, ma sempre più persone utilizzano il bus in alternativa di treni e aerei. Il cliente medio è un giovane che durante il viaggio non rinuncia alla connessione wi-fi, ma ci sono anche molti turisti che vedono nelle autolinee la equa soluzione alternativa per osservare anche dal finestrino il nostro Paese durante il viaggio.

Il servizio di Gianluca Celentano

Autolinee, un settore su cui investire

I grandi gestori delle autolinee hanno compreso da tempo questo trend, offrendo sempre più nuovi e interessanti collegamenti. Fermo restando l’importanza del vettore a cui è assegnato il servizio di linea, ne abbiamo già discusso con un’inchiesta, altri sono storicamente radicati nelle linee a lunga percorrenza che collegano nord e sud Italia e sembrano essere ricercatissimi.

Un servizio sociale necessario

Durante il nostro servizio sulla qualità dei terminal emerge anche un particolare che non conoscevamo: quelle persone costrette a viaggiare per curarsi. Un tema che ancora una volta mette in luce lo stato della sanità nel nostro Paese. Stando alle testimonianze sembrano non essere nemmeno isolati quei viaggiatori che cercano al nord nosocomi disposti a prenderli in carico, facendo magari affidamento su qualche nipote trasferito.Le autolinee rappresentano quindi un’opportunità per la salute oltreché i tanti motivi di un piacevole viaggio.

Terminal come aeroporti

I problemi che riscontriamo cadono percentualmente sui servizi e sulla sicurezza dei terminal, altri sulla puntualità degli autobus (che possono incontrare traffico), sulla pulizia e la lunghezza del viaggio.

All’autostazione di Milano Lampugnano presa in esame, i problemi e le lamentele non sembrano mancare: è promosso solo l’ampio parcheggio a pagamento, ma l’accesso alle corsie è aperto a chiunque. Si respira un atmosfera di degrado che porta inevitabilmente a temere per il proprio bagaglio finché non è assicurato dentro le capienti bagagliere dei torpedoni (oltre che per la propria incolumità).

Più investimento sulle autolinee può significare, come negli Stati Uniti, più autobus ma con poltrone singole, quindi più privacy per il viaggiatore. Ricordiamo che oggi le moderne poltrone sono in file doppie seppur reclinabili e dotate di poggia-gambe. In termini di sostenibilità non sarebbe da escludere l’idea di uno “spazio di viaggio” che si avvicini maggiormente a quello ferroviario. Anche gli autisti non hanno un punto di ristoro dedicato senza code, e magari un punto per fare una rinfrescante e rigenerante doccia dopo ore di guida.

Come avviene alla stazione Centrale di Milano o in aeroporto potrebbe considerarsi in autostazione l’ingresso dei soli viaggiatori muniti di biglietto più un accompagnatore. Cosa in realtà non semplice da stabilire e realizzare, ma serve un coerente spunto per migliorare le attese in tranquillità e la vita degli autisti. Infatti una persona anziana avrà necessità di trovare alla suo arrivo un parente che porti la valigia e, tra le professioni, potrebbe rivalutarsi quella del portabagagli?
Va meglio per l’autostazione di Molino Dorino e senz’altro per quella nuova di San Donato (forte anche di una foresteria) che andremo a visitare.

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