Classe ‘69, ingegnere elettronico («ho discusso la tesi nel ‘92 a Parigi, grazie al progetto Erasmus»), Luigi Boggione entra nel 1997 in Fiat e 10 anni dopo è già in Irisbus, prima agli acquisti e poi in ‘piattaforma’. Qui firma, insieme ad altri, il Magelys Pro, il Crossway da 10 metri e l’intera offerta Euro VI. Dal primo maggio di quest’anno ricopre la posizione di South Europe manager di Iveco Bus, un’area che comprende Spagna, Portogallo, Grecia e, ça va sans dire, l’Italia: la culla dell’autobus.

Boggione, l’ex Orlandi ha chiuso…

«Ci concentriamo su Verona in un’area esistente, molto efficiente e lasciamo un sito che era diventato troppo grande rispetto alle effettive esigenze di utilizzo, considerando anche la razionalizzazione dei siti produttivi».

Com’è strutturata oggi Iveco Bus in Italia?

«Una squadra commerciale e tecnica nutrita e motivata, dedicata agli autobus che si appoggia a una rete di concessionari e di officine autorizzate capillare e competente. Questo ci consente di essere sempre vicino ai clienti, un esempio per tutti i nostri colleghi dei mercati europei. Vorrei citare anche i siti produttivi presenti in Italia per la produzione del Daily, dei telai Euromidi e dei nostri motori. Per evidenti motivi di sinergia sono siti truck e bus. Un footprint industriale italiano molto forte».

Trecento telai per l’Egitto, commessa record per la Ratp, 350 autobus per il Kazakistan, un ordine a tre cifre anche dalla tedesca Deutsche Bahn. Cnh Industrial punta solo sui grandi numeri?

«Iveco Bus è uno dei marchi di Cnh Industrial e beneficia della presenza estesa del Gruppo su tutti i continenti. Questo ci consente di avere nuove opportunità commerciali. Ratp è un cliente storico di Iveco Bus e Irisbus. Però queste commesse di grandi numeri sono quelle che finisco sui giornali, noi ogni giorno serviamo tutti i nostri clienti e li accompagniamo nello sviluppo del loro business, senza tener conto della taglia dei loro bisogni. E possiamo farlo in Italia grazie alla capillarità della nostra offerta».

Iveco Bus ha colto l’occasione dell’Euro VI per la semplificazione dell’offerta. Si è assistito alla riduzione del numero dei modelli e delle gamme. Il mercato oggi vuole un prodotto più semplice?

«Non mi sembra una semplificazione. Abbiamo razionalizzato tecnologie e componenti trasversalmente su tutte le gamme. Oggi la tecnologia Euro VI, la più efficiente del mercato, è adottata su tutti i modelli: dall’urbano al turistico. Abbiamo privilegiato la qualità, l’efficienza delle soluzioni tecnologiche. Ammetto che ci sia stata una semplificazione, ma solo delle operazioni di manutenzione, scelta che si traduce in Lcc ridotto e competitivo. Sono queste le richieste che ci vengono dal mercato. Nell’urbano abbiamo ampliato l’offerta con due motorizzazioni diesel e con le versioni Cng e ibrida confermiamo la nostra vocazione alle tecnologie che riducono le emissioni e che pensano all’ambiente. Per non parlare della completezza e della ricchezza dell’offerta Daily, su cui allo stesso modo abbiamo investito per migliorare performance, Tco e design».

Lo sa che avete a listino una delle gamme più invidiate dalla concorrenza?

«Se mi permette, non solo una: lei a quale si riferisce?».

Al Crossway.

«Ne dà evidenza la quota di mercato che riflette la fiducia dei nostri clienti nella qualità e nelle prestazioni del prodotto. Con l’introduzione dell’Euro VI abbiamo lavorato molto per migliorare ulteriormente il comfort dei passeggeri e dell’autista. Focus sono stati anche l’accessibilità e le prestazioni senza compromessi sul livello della qualità».

Anche il Daily è cambiato molto.

«Certo. Il passaggio all’Euro VI ha coinciso con un modello totalmente nuovo con un design innovativo e grande versatilità. In particolare il Daily Tourys è davvero bello».

In poche parole, la gamma di prodotti c’è: ora manca il mercato.

«C’è il Kazakistan, c’è Deutsche Bahn… Scherzi a parte, l’Italia ha assoluta necessità di un rinnovo del parco e deve ripartire e noi ci auguriamo che i nostri clienti sappiano apprezzare la nuova gamma Iveco Bus e trarne benefici».

C’è una ricetta per far ripartire il mercato?

«Per il ‘pubblico’ bisogna investire, privilegiando tecnologie subito disponibili su cui abbiamo investito e che abbattono i consumi e riducono le operazioni di manutenzione. Aiuterebbe anche la razionalizzazione dei fondi e l’attivazione di strumenti finanziari a supporto degli investimenti. Per il privato possiamo sperare in una ripresa economia».

C’è una gamma della concorrenza che vorrebbe nel suo listino?

«Sì, il Ducato!».

Scr o Egr?

«Scr Only, naturalmente!».

Questa è di parte.

Roberto Sommariva

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