di Gianluca Celentano (conducente bus)

La situazione nel paese è allarmante. Il Decreto dei Consigli dei Ministri varato 11 marzo prevede sostanzialmente una riduzione delle corse come avviene nel mese di agosto. Le Segreterie sindacali degli autisti sono al lavoro per convergere con le aziende in un blocco condiviso che si tradurrebbe però in un inevitabile arresto di tutte le attività nazionali.

Al di là dei presidi sanitari ancora carenti, mascherine e igienizzanti per gli autisti, è stato però nella maggior parte dei casi isolato il posto guida e garantita la sanificazione massiccia dei bus, mentre in diverse realtà aziendali si contano percentuali di assenze da non sottovalutare ma al tempo stesso anche la capacità di offrire una regolarità del servizio, seppur con pochissima utenza.

Sul Covid19 gli esperti continuano a esprimersi e mi piacerebbe con un po’ di ottimismo e propositività, osservare un argomento ancora poco discusso: il post Coronavirus nel nostro settore. Infatti è bene ricordare che ne usciremo e probabilmente migliori di prima.

Lavorare come conducente
Lavorare come conducente

Coronavirus e autisti, ecco la solidarietà

Può sembrare strano ma la prima percezione registrata da un conducente che svolge un servizio pubblico o di navetta, è la voglia da parte dei passeggeri di esternare i propri disagi per trovare inevitabili punti d’incontro con il conducente, magari quando è fermo al capolinea, ma non è la regola. La frenesia sembra essere sparita per lasciare il posto a quella solidarietà da anni dimenticata nel settore; infatti nei capoluoghi, in questi giorni con meno traffico, l’impressione è quella di lavorare in un paese dove è piacevole scambiare qualche parola con il vicino.
L’autista quindi non è più osservato come il capro espiatorio delle inefficienze ma come un alleato.

Un dramma che potrebbe portare una rinascita

Appena tutto questo sarà terminato, perché terminerà, molti utilizzatori dei bus avranno fatto un’importante scuola di tolleranza e comprensione verso le competenze e professionalità dell’autista e il concetto di “competenza professionale” è stato addirittura riportato in un’intervista da Walter Veltroni qualche sera fa. È sotto gli occhi di tutti che l’austerità e i tagli al settore trasporti e infrastrutture, hanno proseguito un sordo cammino che ha premiato un certo management rispetto gli utilizzatori e conducenti. Una realtà che ha creato le più grandi frizioni sociali nel settore con il nuovo secolo.

Tuttavia a fronte di questa realtà che non si può non ricordare, il Governo avrebbe messo sul piatto, per fronteggiare il fermo del lavoro, diversi miliardi congelando probabilmente anche le scadenze delle patenti, seppur il settore del noleggio registri già da giorni il doloroso fermo completo delle comitive. Solo i cugini delle merci stanno proseguendo i trasporti con non pochi problemi e polemiche.

Voglia di ripartire

C’è una grande voglia di ripartire da parte di conducenti e titolari, facendo anche sacrifici ma confidando in un’apprezzabile pubblica clemenza verso tasse e spese, nonché verso quell’eccessiva ossessione preconcetta al trasporto privato e del noleggio in particolare. La lista dei punti sotto la lente è come sempre lunghissima, ad esempio i ticket d’ingresso spropositati e opinabili anche per gli Euro VI ma soprattutto il sentore che sia più redditizio fare una cassa sicura nei confronti delle piccole aziende, rispetto a una vera e condivisibile politica green.

Stiamo assistendo, in particolar modo nei grandi capoluoghi, come la laboriosità possa non arrestarsi facendo propri, come abbiamo già riportato, toni più pacati e socialmente vivibili nonostante l’invito perentorio sia di rimanere a casa. Anche il lavoro da casa sta realizzando in questo drammatico scenario una scuola non indifferente e sicuramente non è da escludere che potrà tradursi in una risorsa quotidiana per ridurre le spese delle aziende. Di certo eventuali isolati cambiamenti nelle consuetudini delle persone non potranno assolutamente intaccare il trasporto collettivo anzi, ipoteticamente potremmo immaginare un futuro un po’ meno trafficato e con meno nervosismo per le strade ma anche specifiche categorie di utilizzatori del trasporto pubblico, primi fra tutti studenti e anziani.

Purtroppo l’arresto del paese ha interrotto anche i colloqui di lavoro e il corso delle domande cariche di speranze presentate nelle agenzie – tra queste c’è anche la mia -, ma si tratta di un congelamento provvisorio che riprenderà a emergenza terminata. La nota dolente potrebbe essere la necessità di reperire provvisoriamente futuri conducenti ma di certo il bacino delle domande non manca di candidature e un turn over potrebbe essere preso in considerazione per fronteggiare il post emergenza

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