È scaduto ieri, 8 gennaio, il periodo della consultazione tra i 1.200 creditori Atac in merito al piano di concordato. Il responso è stato positivo: il 60 per cento dei creditori ha votato a favore del piano di rientro formulato dalla municipalizzata, ratificato dal tribunale fallimentare la scorsa estate.

L’ok dei creditori Atac

L’ufficialità del salvataggio di Atac da parte dei creditori si avrà soltanto tra qualche settimana. Bisogna dare tempo, infatti, al tribunale fallimentare di redigere il decreto di omologazione del risultato dell’adunanza dei creditori. La “finestra” per votare si era aperta il 22 dicembre. La percentuale a favore del piano industriale sarebbe attorno al 60 per cento: una percentuale che non si riferisce al numero dei creditori ma bensì alla quantità di crediti. Ovvero: hanno dato il via libera tanti creditori quanti ne servono per “rappresentare” il 60 per cento dei debiti Atac.

Atac, un salvataggio in più fasi

La seconda fase del salvataggio Atac durerà fino al 2022 (il contratto di servizio è stato prorogato al 2021). Atac dovrà rimborsare integralmente 178 milioni di euro ai creditori privilegiati, più 12,8 milioni di crediti prededucibili. Entro il triennio dovranno essere rimborsati quasi 400 milioni di euro. Nel contempo, 100 milioni di euro di immobili saranno venduti e la flotta sarà rilanciata: i primi 227 nuovi autobus sbarcheranno a Roma entro l’estate, in virtù dell’adesione di Atac alla convenzione Consip (una gara da 320 autobus era andata deserta. QUI le motivazioni). E due linee di minibus elettriche inizieranno a circolare nel centro storico. Il rimborso complessivo di tutti i debiti (che come noto ammontano a circa 1,4 miliardi di euro) proseguirà per almeno un decennio. Il comune di Roma, che vanta 500 milioni di crediti con Atac, sarà l’ultimo a vedere i soldi.

Le indiscrezioni sull’interessamento di Busitalia e privati

Intanto, secondo alcune indiscrezioni, cinque player della mobilità avrebbero in progetto di prendere le redini, tramite joint venture, della municipalizzata capitolina. Busitalia farebbe parte della cordata. L’ipotesi che il trasporto pubblico romano finisca nelle mani di privati è l’argomento di un articolo uscito oggi su La Repubblica. Il quotidiano fa i nomi di due tra le aziende di trasporto interessate. La compagine di imprenditori sarebbe guidata da Rossi bus, che già fornisce il trasporto scolastico nella città di Roma. Non mancherebbe Busitalia. Rossi bus e la controllata di Fs avrebbero l’obiettivo nel breve termine di accaparrarsi le linee periferiche ora gestite da Roma tpl.

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