170 città dello Stivale collegate in una rete che si amplia. FlixBus Italia si appresta ad archiviare un’annata da 4 milioni di passeggeri stimati, il doppio rispetto al 2016. Un edificio che cresce poggiando sulle solide basi di una cinquantina di rapporti di partnership tra altrettante imprese e la piattaforma verde fluo. Collaborazioni che chiamano in causa due realtà complementari.

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FlixBus, la parola al partner

DiBiasi Bus, partner Flixbus, è un’azienda nata nel 1970, guidata da Elmar Di Biasi, oggi 33enne, che nell’ultima dozzina d’anni ha accresciuto le dimensioni dell’impresa passata da 10 a 54 autobus. Una flotta in cui Mercedes e Man la fanno da padroni. Dalla sede di Cortaccia, in provincia di Bolzano, DiBiasi Bus copre tutta la regione del Trentino Alto Adige percorrendo 4 milioni di chilometri all’anno. I servizi? Tpl, noleggio, scuolabus, viaggi organizzati. Da qualche anno il tuffo nella lunga percorrenza. Una nuova avventura dipinta coi colori verde e arancio. «Conoscevamo FlixBus già da prima che sbarcasse in Italia: siamo in zona di confine, l’avevamo visto nascere in Germania e abbiamo sempre creduto in questo progetto. È un sistema forte e innovativo, oltre che di alta qualità», spiega Di Biasi.

Due anni e mezzo col turbo

Un sistema che in due anni e mezzo (la startup ha debuttato in Italia nell’estate 2015) ha coperto con la sua rete «quasi tutto il territorio nazionale – aggiunge Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia -. Alle direttrici classiche nord-sud abbiamo affiancato anche diversi collegamenti tra città del sud, del centro e del nord Italia lungo le direttrici est-ovest. Infine, abbiamo potenziato e continueremo a potenziare anche i collegamenti internazionali e le linee stagionali, ad esempio quelli per raggiungere le località sciistiche».

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Un’azienda che cambia. Con Flixbus

Ma cosa cambia nell’azienda partner durante la collaborazione con FlixBus? «Tanto, e in meglio – riprende la parola Di Biasi -. Siamo cresciuti sul livello organizzativo, aumentati e migliorati in qualità. Se un’azienda vuole crescere, la collaborazione con FlixBus è un’ottima opportunità». Infatti, «ci viene data l’opportunità di svolgere un nuovo servizio e di essere parte del progetto. L’impresa contribuisce a decidere come organizzarlo». Naturalmente lavorare per FlixBus richiede un aumento di attenzione alla qualità: «Ci vengono chiesti autobus possibilmente nuovi – sempre Di Biasi -. Abbiamo un capitolato a cui attenerci per mantenere la massima qualità. Si tratta di una richiesta che arriva da FlixBus ma che, di fatto, interpreta le richieste dell’utenza. Giusto per fare qualche esempio, dobbiamo garantire la rete wi-fi e le prese elettriche a bordo». Incondi scende nel dettaglio, soffermandosi sulla sicurezza: «Tutti gli autobus devono essere dotati di Esp, impianto di allarme antincendio, Aebs, Assistente di corsia, Adaptive Cruise Control (ACC), dispositivo di rilevamento stanchezza autista e dépliant con le procedure di sicurezza. Inoltre, sulle linee notturne richiediamo, a garanzia di maggiore sicurezza, la presenza di due autisti che devono alternarsi alla guida ogni due».

FlixBus è formazione

Il rapporto tra partner e FlixBus prende le mosse dalla formazione. «Viene erogato un corso per l’azienda e un corso per autisti, entrambi obbligatori – prosegue il vertice di DiBiasi Bus -. I conducenti sono preparati in tutti i sensi. Gli viene insegnato come fare i check-in, il comportamento da tenere a bordo, come utilizzare la strumentazione tecnica (in particolare smartphone e navigatore), le norme relative ai passeggeri. Un modulo aggiuntivo riguarda specificamente le linee notturne, in cui gli autisti vengono preparati ad affrontare tutte le peculiarità di questo tipo di servizio. Alla fine del corso viene fatto un esame». Su un aspetto il team FlixBus non transige: «Poniamo particolare attenzione alla dissuasione dall’uso del telefono cellulare alla guida – spiega Incondi -: eventuali infrazioni vengono trattate con estrema severità dal nostro team».

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Il passeggero ha sempre ragione

Ma come viene monitorato il livello di qualità? Dando la parola all’utenza. Infatti, «in caso di ripetuti disservizi – prosegue il vertice di FlixBus Italia -, gli autisti vengono richiamati per incontrare il trainer: a questo proposito, ci avvaliamo di un questionario che i passeggeri compilano al termine del viaggio, specificamente mirato a individuare eventuali carenze da parte dell’autista. Un team dedicato riceve quotidianamente i questionari, li analizza individuando le aree di miglioramento per ciascuna azienda e provvede a segnalare i problemi riscontrati sincerandosi della loro tempestiva risoluzione». La tecnologia avanza, la dotazione dei mezzi si evolve e la formazione deve restare al passo. Presto verrà lanciato il progetto Flix-University: «Gli autisti si potranno collegare dai propri dispositivi ad una piattaforma di e-learning a loro dedicata, dove troveranno contenuti formativi aggiornati in tempo reale, avranno uno spazio per dialogare con i formatori e per proporre nuove idee e miglioramenti in ottica collaborativa e di aggiornamento continuo». I partner sembrano gradire: «Le aziende e gli autisti accolgono generalmente con grande entusiasmo queste opportunità di formazione a loro dedicate, la formula è ormai collaudata e sta dando risultati molto positivi».

FlixBus, la linea lunga del domani

Resta carico di curiosità il futuro dell’autobus a lunga percorrenza. Il servizio offerto da FlixBus anticipa i tempi, fornendo canali di comunicazione e acquisto ottimizzati, sistemi di notifica al passeggero per informarlo su eventuali ritardi in tempo reale, oltre a servizi aggiuntivi quali la possibilità di geolocalizzare le fermate. Le sfide principali da affrontare? «FlixBus per il momento è focalizzato sull’obiettivo di creare una rete capillare in tutto il paese – conclude Incondi -. Le altre sfide che ci aspettano nel futuro prossimo riguardano principalmente due aree: l’intermodalità, che deve essere garantita per offrire un’esperienza di viaggio che risponda alle esigenze del cittadino di arrivare da A a B senza gap infrastrutturali, e la qualità e ubicazione delle autostazioni, che troppo spesso versano in uno stato di abbandono e sono collocate in aree isolate e poco strategiche per il passeggero che le deve raggiungere».

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