di Gianluca Celentano (conducente bus)

Negli ultimi anni, il trasporto pubblico ha affrontato sfide sempre più complesse, con autobus (stra)colmi e spesso assenti che rappresentano un problema evidente e pressante per i passeggeri, e anche un imbarazzo per gli autisti. Questo scenario, particolarmente critico nelle ore di punta, genera disagi per gli utenti e mette a dura prova le capacità operative delle aziende di trasporto e dei conducenti stessi.

L’esperienza quotidiana per l’autista

Per molti pendolari, salire su un autobus strapieno è diventato un rito quotidiano. La frustrazione di aspettare un bus in ritardo, solo per trovarlo sovraffollato, trasforma un semplice viaggio in un’esperienza stressante. Lo smart working è una grande opportunità ma forse servirebbe anche cambiare rotta sugli orari di ingresso e uscita dal mondo del lavoro?

Gli utenti si trovano costretti a stringersi in spazi angusti, respirando aria viziata e satura. Un sindacalista della UIL racconta come, durante i periodi di tagli alle corse, i passeggeri sfoghino la loro rabbia sull’autista, che non ha alcuna colpa. In situazioni di tensione estrema, le aziende devono persino salvaguardare i conducenti spostandoli su altre linee. Quando il traffico accumula ritardi, non è possibile prendere scorciatoie, e la necessità di caricare più persone rende impossibile saltare fermate cruciali. Gli autisti diventano quindi vittime di un sistema che richiede non solo una gestione competente, ma anche un’attenzione economica adeguata.

La percezione nel tpl

La percezione del servizio di trasporto pubblico gioca un ruolo cruciale: l’autobus è spesso visto come un’alternativa poco desiderabile rispetto all’auto privata, portando a un aumento dell’uso di veicoli personali. Questo circolo vizioso alimenta il traffico e l’inquinamento, creando una spirale di congestione. Si aggiungono inoltre i monopattini indisciplinati fuori dalle loro sedi protette, e nessun controllo.

Non mancano le risposte, seppur velate, anche da parte dei conducenti: è tempo di rompere gli schemi! Molti ignorano che in alcune aziende partecipate vigono regole ferree e a volte difficili da comprendere, come il divieto di “sorpasso fra tabelle”. Questo significa che se un autobus è strapieno, il collega dietro, anche se meno affollato, non può superarlo. Di conseguenza, l’autista del bus affollato è costretto a effettuare fermate con sempre maggior carico, mentre  il bus dietro potrebbe disporre di posti liberi. La decisione di intervenire e modificare questa situazione spetta solo alla lungimiranza di un controllore presente sul posto, non all’autista, creando una situazione paradossale che richiede una riflessione profonda e un cambiamento sistemico.

Opportunità senza risposta

Questa è solo una delle particolarità poco conosciute da chi non è del mestiere. Ci sono anche suggerimenti per migliorare la fluidità del servizio, come l’introduzione di percorsi fuori linea (ad oggi sanzionati dalle aziende) verso le fermate più importanti, alleggerendo di conseguenza il carico sulle linee di quartiere spesso utilizzate dagli anziani che necessitano di sedersi. Quindi l’uso di conducenti delle società di autoservizi, un’idea considerata tabù e non comprendo personalmente il perché. E, ancora, attivare vettori privati con un compenso adeguato potrebbe, chissà perché, sembrare folle, ma in realtà porterebbe immediati benefici per gli utenti.

E il buspooling?

Quante volte ci dirigiamo con un autobus privato vuoto in un piazzale osservando la gente in attesa alle fermate dei bus pubblici? Per cui mi chiedo: è così difficile pensare a un concetto di carpooling o meglio, di Buspooling alla luce dell’attuale realtà? 

Il sovraffollamento degli autobus mette a rischio la sicurezza dei passeggeri e compromette la qualità del servizio, generando frustrazione e sfiducia nel sistema di trasporto pubblico. È essenziale riconoscerne i benefici e affrontare le problematiche con decisione, per garantire un servizio che soddisfi le esigenze di tutti. In Italia tutto questo è stufevole e assai difficle da realizzare. Auguri!

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