Prima è stato licenziato in seguito alla denuncia per “tentato furto di gasolio” da un pullman dell’azienda per cui lavorava, la Autolinee Varesine, poi è stato assolto perché, come stabilito dal giudice, “il fatto non sussiste”.

La storia, riportata da La Prealpina, risale al settembre 2019, in quel di Azzate, in provincia di Varese: nella vettura di proprietà dell’autista, posteggiata nei pressi di un pullman della compagnia i carabinieri ritrovarono un tubo di gomma e una tanica di carburante, contenente 25 litri di gasolio, bottino dal valore di circa quaranta euro.

L’uomo, insieme alla compagna – sua “complice” – sempre secondo quanto scrive il quotidiano locale, confessarono ai militari in caserma il furto, per poi non confermare né smentire la confessione in fase di giudizio abbreviato. Dall’accusa di peculato a quella in tentato furto, un’accusa per la quale, però, il pubblico ministero ha proposto l’assoluzione “per la particolarità tenuità del fatto”.

L’avvocato difensore, peraltro, ha sempre chiesto l’assoluzione piena per i suoi due assistiti, sostenendo che nella tanica non ci fosse gasolio bensì benzina, forte della mancata verifica del reale contenuto della tanica della discordia. Dunque, l’assoluzione piena da parte del giudice e la speranza, da parte dell’autista – che è in attesa della sentenza del giudice del lavoro – di essere reintegrato da Autolinee Varesine.

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