L’autobus come luogo d’incontro? A Londra succede davvero. A bordo dei Tea Bus!
Siamo saliti sul The English Tea Bus e, una volta scesi, ci siamo fatti una domanda: perché in Italia non possiamo fare lo stesso? Nel cuore di un pomeriggio londinese, mentre il traffico scorre lento tra le vie della città, un autobus vintage anni ’60, un classico double-decker si trasforma in una piccola e lussuosa […]

Siamo saliti sul The English Tea Bus e, una volta scesi, ci siamo fatti una domanda: perché in Italia non possiamo fare lo stesso?
Nel cuore di un pomeriggio londinese, mentre il traffico scorre lento tra le vie della città, un autobus vintage anni ’60, un classico double-decker si trasforma in una piccola e lussuosa sala da tè itinerante. Un’ora e mezza in cui, invece di stressarti tra clacson e fermate, ti siedi, ordini un tè (o un prosecco!) e gusti scones, dolcetti e sandwich mentre fuori sfilano Big Ben, Hyde Park e Buckingham Palace.
L’idea è proposta da Golden Tours, uno dei maggiori operatori turistici londinesi, specializzato in sightseeing tour su strada e sul Tamigi. L’atmosfera? Allegra, rilassata, quasi fiabesca, con persone sorridenti che condividono questo piccolo “salotto su ruote”.
Il biglietto costa circa 50 euro, e il menù è adatto anche a vegani, vegetariani e celiaci. Nota pratica: niente servizi igienici a bordo, quindi meglio pensarci prima…
Abbiamo anche dato un’occhiata dietro le quinte, per chi sogna di lavorare come autista all’estero: molti conducenti di questi tour provengono da comunità indiane o asiatiche e, secondo i dati 2024, guadagnano tra le 28.000 e 33.000 sterline l’anno – cioè circa 2.700/3.100 euro al mese.
In Italia, invece, il mestiere dell’autista resta ancora poco valorizzato: turni lunghi, stipendi bassi e poco appeal per la Gen Z. Eppure è un lavoro utile, sociale, umano… e con un pizzico di creatività potrebbe persino diventare bello da raccontare.
Tornando a casa…
In Italia, l’autobus – per quanto moderno e tecnologico – è ancora visto principalmente come un mezzo per spostarsi da A a B, possibilmente evitando di pagare il biglietto. L’idea di attrezzarlo per scopi attrattivi o culturali sembra ancora lontana o poco conveniente.
Eppure, che si tratti di trasporto pubblico locale o noleggio privato, lo spazio interno di un bus offre una straordinaria occasione: catturare l’attenzione delle persone per un tempo definito. Allora perché non trasformare i bus in luoghi dove si diffonde cultura, si socializza, ci si rilassa?
Basterebbe poco: qualche schermo che proietti brevi documentari, curiosità, telegiornali, magari notizie locali raccontate bene. Certo, il rischio c’è: magari un passeggero, preso da un trailer avvincente o da una notizia interessante, si dimentica di scendere. Ma dopotutto, non sarebbe così male. E se domani mattina, alle 8, sulla linea 90, qualcuno vi offrisse un caffè e un donuts colorato… non partirebbe meglio la giornata?
di Cristian Guidi