Valorizzare il lavoro degli autisti per combatterne la carenza. Questa, in soldoni, la “ricetta” di Angelo Costa, amministratore delegato di Arriva Italia, ai microfoni di Radio 24.

«La difficoltà di trovare personale dedicato è purtroppo un fenomeno di portata europea. Di recente è stata fatta un’analisi dall’IRU che ha portato all’evidenza di come a livello europeo ci sia una mancanza significativa, di un 8%, ed è soprattutto un trend in atto molto importante. A livello europeo mancano in questo momento centomila addetti, nel 2028 la proiezione ci dice che arriveremo a 275mila», ha spiegato l’AD di Arriva.

Un ancor più recente studio dell’Anav, invece, ha messo sotto la lente il mondo del tpl tricolore, che vive di 900 imprese attive, 41mila autobus in servizio e circa 90mila addetti. Bene, la carenza emersa dal campione preso in esame dall’associazione è del 9,1 per cento, pari a 8.190 professionisti su una dotazione organica complessiva di 90mila

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Costo, dunque, ha così proseguito: «Si tratta di un fenomeno diffuso su tutto il territorio e più in particolare nelle aziende di trasporto extraurbano, dove la difficoltà più sentita è quella di un bilanciamento tra vita professionale e vita personale; ci stiamo organizzando da parecchio tempo anche come associazione Agens (di cui Costa è consigliere generale, ndr): abbiamo agito soprattutto mettendo in atto delle Academy che hanno la funzione di dare la possibilità alle persone di avere da un lato una formazione e, allo stesso tempo, partire da un contratto di lavoro a tempo determinato part time, per cui lavorano e si formano per ottenere la patente. Inoltre, una delle iniziative di sistema portate avanti dall’UITP è quella di proporre un abbassamento dell’età minima per l’ottenimento della patente, passando dagli attuali 21 anni, ai 19 e in qualche caso anche 18, questo per agevolare i giovani che cominciano a lavorare».

Infine, una battuta sulla questione salariale: «Andrebbe fatta anche una riflessione sulle cosiddette gabbie salariali anche perché il fenomeno ha una accentuazione soprattutto sul Nord che ha oltre un 10% di mancanza di persone rispetto ad un Sud, dove la carenza è del 5 per cento. Bisognerebbe fare  una riflessione sul valore che diamo a questo tipo di attività andrebbero anche cambiate le metriche con cui valorizziamo questo servizio, anche a livello economico».

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