È nata VoltAire, startup di Brebemi che punta tutto sulla ricarica wireless dei veicoli. Intervista con l’ad Matteo Milanesi
VoltAire è stata costituita nell’aprile 2025 da Aleatica, Autostrade Lombarde e Mapei. È il frutto dell’esperienza maturata da Brebemi nel progetto sperimentale “Arena del Futuro”. L'azienda sarà sponsor e protagonista del convegno Mobility Innovation Tour "Trasporto pubblico in corsia preferenziale: BRT soluzione per le città"

È una realtà aziendale appena nata, sostenuta da tre gruppi di rilievo e animata da una visione tecnologica ambiziosa, che punta con decisione sulla ricarica wireless dinamica dei veicoli, a partire dagli autobus.
VoltAire è stata costituita nell’aprile 2025 da Aleatica, Autostrade Lombarde e Mapei. È il frutto dell’esperienza maturata da Brebemi nel progetto sperimentale “Arena del Futuro”. L’azienda sarà sponsor e protagonista del convegno Mobility Innovation Tour “Trasporto pubblico in corsia preferenziale: BRT soluzione per le città”, in programma per il 23 maggio a Bergamo, in collaborazione con ATB (programma e form di registrazione QUI).
Abbiamo discusso con Matteo Milanesi, CEO di Brebemi e ora anche amministratore delegato di VoltAire, il percorso che ha portato alla nascita della nuova società, gli obiettivi, le sfide, le strategie e la visione tecnologica che stanno guidando la scommessa di VoltAire sulla ricarica wireless dei veicoli, nella quale gioca un ruolo cruciale la tecnologia proprietaria Electreon.
Matteo Milanesi, la genesi di VoltAire
Matteo Milanesi, ci illustra la genesi e la fondazione di VoltAire?
VoltAire è una società per azioni costituita ad aprile da tre soci: Aleatica, socio di maggioranza; Autostrade Lombarde (la holding che controlla Brebemi); e il gruppo Mapei. È nata formalmente solo un mese fa, ma arriva a valle di un lavoro pluriennale condotto da Brebemi per esplorare la possibilità di ricaricare i veicoli elettrici in movimento lungo le autostrade. Nell’ambito delle direttive Ue per l’elettrificazione dei veicoli, è infatti emersa la necessità di superare il limite dell’autonomia nei mezzi pesanti.
Come Brebemi abbiamo colto l’opportunità per analizzare diverse tecnologie: binari a terra, sistemi filotranviari, ricarica wireless. Con il Politecnico di Milano abbiamo svolto un ampio studio comparativo, da cui è emerso che la tecnologia più promettente è quella wireless. Abbiamo quindi realizzato un circuito sperimentale, l’Arena del Futuro, per approfondire e testare questa soluzione con l’obiettivo di portarla in futuro su strada.
Parallelamente, abbiamo siglato una partnership esclusiva con Electreon, proprietaria della tecnologia, e costituito una nuova società – VoltAire – con lo scopo di offrire al mercato l’installazione di questi sistemi, unitamente a servizi di consulenza integrata che permettano sia alle aziende che agli enti pubblici di adottare soluzioni di ricarica wireless in modo efficiente ed efficace.
Il nome e soprattutto il logo di VoltAire richiamano l’auto. Eppure parteciperete al prossimo Mobility Innovation Tour a Bergamo, con focus sul trasporto pubblico. Ci può indicare a quali mercati vi rivolgete?
Abbiamo iniziato proprio da progetti in cui vi è un controllo della flotta, come le aziende di trasporto pubblico locale. Per esempio, l’elettrificazione parziale del tragitto dei bus (sia in ambito urbano che BRT) consente di superare alcune criticità, come l’autonomia limitata, garantendo continuità operativa. E non solo: più si estende la parte di tracciato elettrificata, più è possibile ridurre il peso, l’ingombro e i costi delle batterie a bordo.
Un’altra applicazione che abbiamo sviluppato durante la sperimentazione è la modalità statica: la stessa tecnologia può funzionare mentre il veicolo è fermo. In questo caso, i costi di installazione sono paragonabili a quelli di una colonnina fast charge, rendendo il sistema ancora più accessibile. Senza contare il tema della possibilità di automatizzare il processo di ricarica.
Un tema, quest’ultimo, non secondario. In una recente intervista con l’operatore di tpl di Berlino BVG è emerso come l’azienda stia studiando l’infrastrutturazione dei depositi in modo da farsi trovare pronta per la gestione di una prossima generazione di bus autonomi…
Esatto. La guida autonoma è una tendenza destinata ad affermarsi: gli ostacoli oggi sono principalmente normativi. Sarebbe paradossale avere veicoli autonomi che richiedono comunque un intervento umano per la ricarica.

VoltAire, la startup della ricarica wireless
Torniamo all’azienda. Come è strutturato oggi il team di VoltAire?
Al momento la società è composta da me in veste di amministratore delegato e da un piccolo team di 3-4 persone. Ci avvaliamo di consulenze esterne e contratti di assistenza. Del resto, in questa fase, siamo una startup.
Quali sono le tempistiche previste dal vostro business plan per la redditività?
Il piano prevede un paio d’anni di investimenti e l’avvio dei primi progetti, con l’obiettivo di generare utili tra il terzo e il quarto anno.
Avete avuto accesso a fondi pubblici per lo sviluppo della tecnologia?
No. L’Arena del Futuro è stata interamente finanziata dai partner del progetto. È stato un progetto di sperimentazione che ha coinvolto numerosi partner industriali e istituzionali.
La ricarica wireless di VoltAire, in pratica…
Cosa comporta, in pratica, l’installazione della tecnologia di ricarica wireless?
Il circuito Arena del Futuro è nato proprio per mostrare questi aspetti in modo concreto. Abbiamo installato l’impianto su una strada già esistente, procedendo a fresatura dell’asfalto, inserimento dell’impianto, riasfaltatura.
Concretamente, occorre installate delle piastre, cioè bobine a induzione (coil), sotto il manto stradale, collegate a centraline che gestiscono il trasferimento di energia. Sul veicolo, invece, viene montata una piastra ricevente. In modalità statica, si installa un nastro di bobine collegate in parallelo.
Nei vostri case study, ci sono scenari in cui la ricarica wireless appare sufficiente a gestire il servizio oppure resta necessario il supporto delle colonnine plug-in per la ricarica in deposito?
Nel caso di uno studio di fattibilità che abbiamo svolto su Genova, è emerso che la soluzione più efficiente prevede stalli di ricarica wireless statici ai capolinea e un tratto di linea elettrificato.
Stiamo inoltre dialogando con diversi aeroporti: la modalità wireless appare infatti molto interessante per elettrificare le flotte aeroportuali, riducendo al minimo l’impatto delle infrastrutture.

Una considerazione. Non è rischioso, dalla prospettiva di un vostro potenziale cliente, affidarsi a una tecnologia che ad oggi è detenuta da una singola azienda?
È una questione che stiamo affrontando. Dal 2024 l’Unione Europea ha iniziato a emettere standard che regolano la trasmissione dell’energia e i parametri di compatibilità. La tecnologia sarà compatibile con quella di altri produttori man mano che arriveranno sul mercato.
Al momento lavoriamo su progetti chiusi in cui il cliente gestisce direttamente il sistema, in attesa che si strutturi una domanda. Tuttavia, esistono altri player in ambito di ricarica statica, ma tendenzialmente arrivano a 10 kW per piastra, mentre la nostra tecnologia Electreon raggiunge i 30. Montando tre piastre su un bus, si arriva a 90 kW.
Costruttori di autobus e l’integrazione della tecnologia wireless
Appunto, le piastre occorre montarle sotto gli autobus. E i costruttori sono, insieme agli operatori, vostri logici interlocutori…
Sì, stiamo cercando di stimolare i costruttori affinché scommettano su questa tecnologia. Iveco e Stellantis, ad esempio, sono stati partner del progetto Arena del Futuro e stanno studiando l’integrazione dei componenti di bordo per la ricarica wireless. Anche altri grandi gruppi automotive a livello internazionale sono stati coinvolti da Electreon nello sviluppo dell’integrazione. In questa fase, per i progetti su cui siamo coinvolti, i veicoli vengono modificati post produzione direttamente in coordinamento con il produttore. Già oggi però ci sono produttori di veicoli nel ‘Far East’ già in grado di proporre commercialmente veicoli (autobus) compatibili per questa tecnologia.
Operatori e amministrazioni potrebbero avere timore degli interventi manutentivi, trattandosi di componenti installate nella sede stradale…
È una tecnologia che riduce i costi di manutenzione: il fatto di essere sotterranea garantisce protezione dagli agenti atmosferici e dall’usura. I coil si installano a profondità variabile a seconda della tipologia di strada, senza interferire con la manutenzione ordinaria. Hanno una vita utile di 30 anni. Inoltre, essendo collegati in parallelo, se uno smette di funzionare l’impianto continua a operare.
Il ruolo di Mapei, l’espansione geografica, l’efficienza
Rimanendo in tema di asfalto, qual è il ruolo di Mapei nella messa a punto della proposta tecnologica VoltAire?
Un ruolo fondamentale. Con Mapei abbiamo sviluppato additivi specifici per l’inserimento ottimale dei coil. La ricarica dinamica genera calore, e con loro abbiamo studiato soluzioni per un asfalto con dissipazione termica efficiente.
Quali sono, a livello geografico, i mercati a cui siete interessati?
Per ora ci concentriamo sul mercato italiano. Aleatica però gestisce asset anche in Europa e America Latina, e stiamo iniziando a ragionare, in prospettiva, in questa direzione. Ma faremo un passo alla volta: per adesso il nostro focus è l’Italia.
In passato la ricarica wireless è già stata sperimentata nel tpl, ma con risultati poco soddisfacenti…
Inutile dire che il progresso ha fatto passi da gigante. Oggi l’efficienza di trasferimento dell’energia ha raggiunto il 92%, paragonabile a una colonnina fast charge. Anche la stabilità della connessione e la potenza sono migliorate enormemente.