Noleggio con conducente: meno 75 per cento. Questa, in media, la contrazione del giro d’affari delle aziende private di trasporto con autobus in ambito di noleggio e turismo nei primi otto mesi del 2020. 1,5 miliardi di euro persi. E, ciò che fa ancora più male, le aspettative delle aziende per il primo semestre 2021 non rivelano nulla di buono, anzi. Il calcolo è stato effettuato dal professor Paolo Beria del Politecnico di Milano e da Nicoletta Romagnuolo di Anav, co-firmatari di uno studio ad hoc presentato da Anav. Titolo: ‘Il trasporto commerciale con autobus ai tempi del covid-19’.

Noleggio con conducente

Noleggio con conducente, i numeri

Oltre 6mila aziende, 30mila addetti, 25mila autobus, un fatturato complessivo (in epoca pre pandemia) attorno ai 2,5 miliardi di euro: sono le coordinate di un settore che si fa carico, in particolare, di servizi di linea commerciali nazionali e internazionali, servizi di trasporto turistico, servizi di trasporto scolastico e viaggi di istruzione. Tutti ambiti che hanno visto il numero di passeggeri azzerarsi durante il periodo del lockdown, e rimanere ampiamente ‘mutilato’ ancora oggi. Un problema non da poco, se è vero che per queste aziende il ricavo da traffico è l’unica vera entrata economica. Le misure economiche varate dal governo comprendono uno stanziamento di 20 milioni di euro a parziale ristoro delle perdite di fatturato subite rispetto all’anno precedente, a favore degli esercenti di servizi di linea di competenza statale; un fondo di 30 milioni per la copertura di canoni di leasing (per bus acquistati dopo il 1 gennaio 2018) destinato alle imprese che eserciscono servizi di trasporto non soggetti ad obbligo di servizio pubblico; un incremento delle risorse fino a 23 milioni di euro delle risorse per la rottamazione degli autobus; uno stanziamento da 20 milioni per il ristoro delle perdite subite dai gestori di servizi di trasporto scolastico.

Noleggio con conducente, l’impatto del Covid

Per ricostruire un minimo di cronologia degli impatti del Covid sul settore, partiamo dal 23 febbraio: quel giorno vengono sospesi tutti i viaggi d’istruzione, siano essi in Italia o all’estero. L’8 marzo scatta la chiusura delle scuole e l’interruzione dei servizi di trasporto scolastico. Inizia il lockdown, la cosiddetta ‘fase 1’, che abbraccia il periodo dal 9 marzo al 3 maggio. All’interno di essa, il 14 marzo vengono «ridotti sulla base delle effettive esigenze e al fine di assicurare i servizi minimi essenziali» i servizi di tpl, con possibilità di sospendere o ridurre le linee statali. Il 22 marzo un’ulteriore stretta: blocco delle attività non essenziali e riprogrammazione in ulteriore riduzione di servizi tpl e linee statali.

Trasporto vittima del Covid

Allargando lo sguardo ad altre modalità di trasporto, il traffico aereo «ha subito, nel periodo gennaio-agosto 2020, una contrazione del 69,6 per cento rispetto al 2019 passando da oltre 130 mln a meno di 40 mln di passeggeri». E il ferro? Nel periodo del lockdown (9 marzo – 3 maggio) «ha registrato, rispetto al 2019, un calo di circa 10 milioni di passeggeri nel settore della lunga percorrenza (-96 per cento) e oltre 65milioni di passeggeri nei servizi regionali (- 46 per cento con punte per alcuni collegamenti fino al 95)», si legge nello studio. Per quanto concerne il tpl, un risicato 10 per cento di passeggeri ha utilizzato, durante il lockdown, i servizi di tpl, tenendo come riferimento i livelli medi pre-Covid.

Trasporto vittima del Covid

«A partire dal 4 maggio e con l’inizio della fase 2 i passeggeri sono saliti fino al 17 per cento rispetto ai livelli pre-Covid, per arrivare ad un valore compreso fra il 30 ed il 40 per cento a decorrere dal 18 maggio ed in concomitanza con la riapertura di diverse attività economiche – così lo studio presentato da Anav -. Dal mese di settembre, con la riapertura delle scuole il livello della domanda è cresciuto fino a raggiungere il 60 per cento rispetto al periodo pre-Covid, un livello che si stima venga mantenuto fino a fine anno e che risulta essere ben lontano da quello pre-emergenza sanitaria».

Noleggio con conducente, 70 aziende interpellate

Lasciamo però da parte il trasporto pubblico. Per misurare le ripercussioni sui servizi di noleggio con conducente, turistici e di linea, gli estensori dello studio hanno interpellato quasi 70 aziende operanti nei vari settori del trasporto commerciale con autobus, suddividendo i risultati in due grafici, uno relativo al settore noleggio con conducente, il secondo relativo alle ‘autolinee senza obblighi di servizio’ (si vedano tabelle). Il campione interrogato rappresenta il 4 per cento del fatturato del noleggio con conducente, dove prevale la piccola impresa e sono attivi 24mila autobus con 25mila addetti, e il 12 per cento del mondo ‘autolinee’, un settore letteralmente ‘esploso’ negli anni tra liberalizzazione e Covid, forte di 1.700 autobus e 3.500 addetti.

Trasporto vittima del Covid

Risultati? Per quanto riguarda le autolinee, è stata registrata una «forte perdita, solo in minima parte ridotta in autunno (si è passati da un -75 per cento tra gennaio e agosto a un -65 tra settembre e dicembre, n.d.r.). Attese molto negative (-57 per cento) per il primo semestre 2021». Numeri molto simili, ma su scala maggiore, per il noleggio con conducente, dove l’apporto di altri business (come il tpl) mitiga in parte il crollo del fatturato legato al turismo. Sorprende il fatto che «per un numero importante di aziende (tra il 10 e il 20 per cento, per quote di fatturato del settore attorno al 10 per cento) non c’è un trend di miglioramento dopo il lockdown». Lo studio rileva come le autolinee interregionali nazionali abbiano un outlook meno pessimistico di quelle internazionali, mentre «il crollo più forte in termini relativi ed assoluti è quello degli Ncc turistici», penalizzati anche dalla dimensione stagionale del business (il 52 per cento del fatturato viene incassato tra marzo e giugno).

Un trend fotografato dal mercato: il periodo gennaio – agosto ha fatto registrare un calo del 22 per cento nelle immatricolazioni di autobus turistici in Italia. Un dato in linea con la media europea. Crollo verticale per gli scuolabus: meno 40 per cento nei primi otto mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Guardando il quadro complessivo, «nel periodo gennaio – agosto il comparto dell’autobus nel suo complesso, compresi anche i veicoli da tpl, rispetto al medesimo periodo del 2019 risulta aver perso quasi il 30 per cento delle immatricolazioni».

Il 2021 non lascia spazio a speranze

Tirando le somme, e tornando ai fatturati delle aziende, «Il calo nel periodo gennaio-agosto 2020 è del 75 per cento rispetto al medesimo periodo del 2019. A ridurre le perdite, senza quindi farle risultare prossime al 100 per cento, la parziale ripresa estiva e soprattutto l’inclusione nelle valutazioni dei primi due mesi dell’anno». In soldoni, «considerato che negli anni pre-crisi i due settori realizzavano un fatturato annuo complessivo di circa 2,6 miliardi di euro (di cui 2,2 riferibili al settore ‘Ncc’ e 400 milioni al settore delle ‘autolinee senza obblighi di servizio’) e considerata altresì la stagionalità della domanda, le perdite subite nei primi 8 mesi dell’anno 2020 sono stimabili in almeno 1,5 miliardi di euro». Le autolinee hanno perso 200 milioni, il noleggio con conducente 1,3 miliardi. E le previsioni? «Non sono ottimistiche – si legge nel paper -: nella parte restante dell’anno (settembre-dicembre) gli operatori prevedono comunque un calo del fatturato del 65 per cento rispetto al medesimo periodo del 2019 (in termini assoluti oltre 700 milioni di euro) e non molto cambia nel primo semestre 2021.

Ciò che influisce sulle previsioni è evidentemente da un lato la paura di un secondo lockdown, anche magari parziale, dall’altro il non intravedere una via di uscita a breve dall’epidemia». Mettendo i numeri nero su bianco, le attese degli operatori relative alla prima metà del 2021 sono di un -152 milioni per le autolinee e di un miliardo di calo per il noleggio con conducente.

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