L’Anav, per bocca del proprio presidente Giuseppe Vinella, plaude allo stanziamento di 500 milioni a favore dell’autotrasporto, e quindi di passeggeri e merci, previsto dall’ultimo DL “Ucraina”. «È una prima risposta che ci si attendeva dal Governo a fronte dell’aumento del prezzo del gasolio cresciuto, nelle ultime settimane, con progressione geometrica a causa del conflitto internazionale», le parole del vertice dell’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese attive in tutti i segmenti del trasporto passeggeri con autobus.   

Carburante alle stelle: Anav tiene il punto

Vinella sottolinea che «l’aumento esponenziale del prezzo del gasolio, quantificabile nel solo primo bimestre 2022 in un +53% rispetto al 2021, rischia di avere un impatto a dir poco dirompente sui bilanci delle imprese di  trasporto con autobus, considerato che circa il 95% degli oltre 75mila mezzi che compongono il parco veicolare nazionale è alimentato a gasolio. Su base annua stimiamo maggiori costi di produzione dei servizi per circa 250 milioni di euro che mettono seriamente a rischio l’equilibrio economico-finanziario dei contratti di servizi di TPL e la sostenibilità dei costi di produzione dei servizi di trasporto».

«Bene, quindi, la riduzione generale dell’aliquota ordinaria di accisa fissata in via temporanea dal DL Ucraina, ma – prosegue il presidente di Anav – occorre dare rapida attuazione all’art. 17 dello stesso decreto che ha stanziato ulteriori 500 milioni di euro a favore di tutto il settore trasporto per calmierare il costo di acquisto del gasolio. A maggior ragione se si considera che il taglio temporaneo delle accise ha avuto un effetto pari a meno di 0,036 euro per litro e, quindi, quasi nullo, sul gasolio impiegato dagli autobus in servizio di linea di classe ambientale euro V e VI». 

Vinella conclude sottolineando la necessità di garantire un rapido afflusso delle risorse stanziate alle imprese di trasporto per evitare il blocco dei servizi e il rischio di default di numerose piccole imprese del settore già gravato dalle pesanti perdite subite nel periodo di emergenza Covid-19. 

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