Mancata rivalutazione della contribuzione pubblica, mancato aumento del costo dei biglietti e tutta una serie di ragioni, in polemica con la Regione Abruzzo e il Comune di Teramo (qui la lettera integrale), portano Baltour alla disdetta unilaterale degli accordi aziendali di secondo livello addetti al Tpl Servizio Urbano di Teramo e al conseguente taglio dei salari dei lavoratori.

È questa, in sostanza, la conclusione della a nota indirizzata dal Presidente della Baltour, Agostino Ballone, alle Segreterie Regionali delle Organizzazioni Sindacali e con la quale si preannuncia l’annullamento del contratto aziendale a partire dal primo di aprile 2023.

La nota della Baltour si conclude con la convocazione di una riunione “per analizzare in dettaglio le suddette problematiche” presso la sede aziendale per il giorno 15.02.2023 ore 16,00.

La motivazioni Baltour

Di seguito la nota inviata dalla Baltour, alle organizzazioni sindacali regionali di Fit CISL, Filt CGIL, Faisa Cisal e UGL, come preavviso di disdetta

«- Che la Regione Abruzzo da anni e per quanto alla scrivente società, dal 2008 non svolge le attività previste dalla L.R. n. 62/83 di calcolo e liquidazione dei conguagli d’esercizio;

– Che la Regione Abruzzo dallo scorso anno 2016 ha sospeso inopinatamente l’erogazione Rei contributi per i rinnovi del CCNL che per quanto di nostra competenza cubano circa 7500,00 euro/dipendente/anno;

– Che i costi standard e quindi i contributi di esercizio sono fermi, anche alla semplice rivalutazione Istat, al 2012;

– Che le tariffe autorizzate sono anch’esse ferme al 2016, ultimo aumento deliberato;

– Che nonostante le regolari istanze di aumento tariffario prodotte sia aziendalmente e sia associativamente, allo stato, sia la Regione Abruzzo e sia il Comune di Teramo non hanno autorizzato alcun aumento con ciò scaricando sulle aziende oneri di servizio pubblico scaturenti da scelte politiche che, per legge, dovrebbero essere opportunamente compensate a carico degli Enti preposti;

– Che l’epidemia di Covid ha determinato un crollo dell’utenza con riduzioni dei ricavi da traffico di circa il 50% su base 2019 solo in minima parte compensati con l’erogazione di contributi statali;

– Che ad aggiungersi a tutte le problematiche succitate è intervenuto il conflitto bellico tra Russia e Ucraina che ha determinato l’esplosione dei costi di esercizio a seguito del caro carburante, dell’aumento sensibile della ricambistica, dell’energia elettrica, del gas

– Che l’ultima sottoscrizione del CCNL avvenuta lo scorso mese di maggio 2022 ha determinato un ulteriore aumento dei costi del personale pari a euro 2010,00 dipendete/anno;

– Che in Regione Abruzzo vige un certo strabismo amministrativo che tende a creme differenziazioni tra aziende e aziende; tra Enti Comunali ed Enti Comunali con erogazioni di contribuzioni differenziate e straordinarie;

– Che è ormai fin troppo evidente l’opera legislativa/amministrativa della Regione Abruzzo, con l’acquiesccnza sindacale, ha determinato un doppio regime normativo tra l’azienda a totale capitale pubblico sulla quale esercita il controllo analogo e le aziende private dove alla prima si riconoscono corrispettivi ampiamente capienti di tutti i costi di produzione del servizio e che si traduce in corrispettivi superiori del 50% rispetto alle private, mentre a quest’ultime si negano persino i normali adeguamenti annuali Istat sui costi di produzione sostenuti».

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