Il piano industriale del rilancio di Atac è stato “rimandato a settembre ” dai magistrati, si lavora al piano B. In attesa che arrivi il pronunciamento definitivo in merito al concordato preventivo della municipalizzata romana, si fanno largo alcuni possibili scenari. Il cui protagonista sarebbe, sotto molteplici declinazioni, Fs.

Atac, il concordato rimandato a settembre

Il concordato preventivo dell’azienda capitolina, sottoposto al vaglio dei giudici, è stato bollato come «inidoneo». Il Tribunale civile ha messo in rilievo approssimazioni e inadeguatezze. Tuttavia, non si tratta ancora di una stroncatura: i giudici avrebbero chiesto chiarimenti e integrazioni, rimandando il momento in cui pronunciarsi sulla sua ammissibilità. Secondo le indiscrezioni che circolano in questi giorni, il salvataggio di Atac sarebbe al centro di un ulteriore piano pensato per salvare capra e cavoli e portare a casa l’ok dei magistrati. Secondo quanto riportato dal “Corriere della sera”, infatti, nonostante la scelta blindata della giunta pentastellata di mantenere dentro al perimetro pubblico Atac, dalle parti del Campidoglio si comincia a pensare a un piano B nel caso le correzioni richieste dal Tribunale di Roma non dovessero convincere del tutto i magistrati.

Fs e la gara tra i possibili scenari

Per evitare il fallimento dell’azienda, piegata da oltre 1,3 miliardi di debito, tra le ipotesi al vaglio ci sarebbero molteplici scenari: da una partnership con Fs, che fornendo treni e bus consentirebbe alla municipalizzata di garantire la continuità del servizio, fino all’ extrema ratio della messa a gara. Con Fs naturalmente in pole position nell’eventuale bando. In alternativa, prosegue sempre il Corriere, «Fs potrebbe fornire gli strumenti finanziari necessari, dopo i rilievi della procura, per la tenuta del piano e il ristoro del debito, entrando come gestore (totale o parziale) della mobilità capitolina».

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