di Gianluca Celentano, conducente bus

Oltre alle responsabilità generiche nel mondo del lavoro,  il mestiere del conducente ha regole e aspetti inderogabili e tra questi ci sono il rispetto degli orari e la puntualità.
Noi siamo quelli che muovono il Paese sin dal primo mattino, ma non aspettiamoci una riconoscenza collettiva, anzi, ci sarà sempre pronto qualcuno a inveire contro di noi. 

Ogni giorno, a qualsiasi ora, dobbiamo essere perfetti e connessi: penso ai colleghi che fanno i collegamenti aeroportuali alle primissime ore della mattina. Tranquilli, ci si abitua, anche se certe sere è meglio evitare l’invito a cena, a una festa o a seguire un film in seconda serata. Iniziamo con il dire che gli orari pre-alba non sono generalmente molti, ma bisogna distinguere tra orario di inizio del servizio e l’orario della sveglia calcolando le tempistiche di itinere per arrivare in rimessa.

La sveglia alle 4 del mattino ha messo in opera svariati trucchetti soprattutto per i primi tempi. Io utilizzavo un’armoniosa sveglia digitale e dopo dieci minuti una seconda sveglia, molto più tradizionale e sonora, che svegliava tutto il vicinato. Probabilmente chi ha fatto il militare avrà già metabolizzato il concetto di organizzazione post sveglia: doccia, colazione, abiti e via a prendere l’auto. Diverse aziende applicano dei turni per alternare le settimane (da coma) con turni più comodi e anche nel noleggio le cose stanno così. Qui però, il controllore non è un anziano collega comprensivo, ma l’inflessibile cronotachigrafo dove i riposi sono perentori e devi farteli.

Più risorse al comparto, più assunzioni significherebbe più tempo libero, ma anche il riformulare i CCNL è un tema discusso e atteso.

Non ho sentito la sveglia

Ricordate quando nel mio blog  paragonavo ironicamente l’autista a un’artista piuttosto che a un marinaio? In effetti, le scuse per i ritardi sono a volte di una fantasia sfrenata, ma il problema è proprio quando ti capita realmente qualcosa di assurdo e ti dici: non ci crederanno mai.

Quando ti accorgi che non hai sentito la sveglia, magari perché hai rimandando di 5 minuti lo sforzo di metterti in piedi, generalmente è già passata un’ora esatta. Panico! Cosa fare? Pensi al tuo autobus: chi ci sarà alla guida al mio posto? In molti casi nelle scuse per il datore di lavoro s’incolpano i figli, il coniuge, gli animali domestici, il rimanere bloccati in ascensore o l’auto che non parte, spesso però è il sonno il principale responsabile. Non è una colpa né una vergogna aver sonno, vuol dire che devi fermarti un po’. Basta non prenderci l’abitudine.

I titolari si dividono in conducenti che conoscono bene la vita dell’autista e in “dottori” dietro alla scrivania. I primi capiscono al volo qualsiasi problematica (e balla), ma anche i secondi non scherzano, meglio quindi essere sinceri. I comportamenti e le casualità dei conducenti anche durante un servizio,  sono quasi sempre uguali e le aziende, come le piccole società lo sanno molto bene.

Il video di Roberto Merlini:

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