Secondo Legambiente e Motus-E, nell’ambito di “CittàMEZ, mappatura della mobilità a emissioni zero nei capoluoghi di provincia, l’unico modo per ridurre significativamente l’inquinamento urbano è implementare i bus elettrici nelle città. Dal workshop di Roma è emerso che nella Capitale la “MEZ” vive di luci e ombre e la rivoluzione dell’elettrico entro il 2030 non sembra avvicinarsi.

Nella città di Roma necessario implementare bus elettrici

A Roma, ogni abitante dispone di “solo” di 57 vetture per kilometro (cioè carrozze metro o autobus, conto le 88 di Milano). Il trasporto pubblico locale su rotaie della capitale è elettrico per il 55%, e l’offerta degli autobus elettrici resta irrisoria. ATAC, agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma, dispone di soli 25 minibus elettrici in servizio, e qualche decina di recenti autobus ibridi euro 6. Inoltre, il Comune di Roma ha annunciato il completamento dell’arrivo di 900 nuovi autobus, tra dieselmetano (150) e ibridi (100).

Sono stati annunciati 200 bus elettrici in città con i fondi del PNRR, il che può essere un inizio, ma non è sufficiente a dare una rapida sferzata sul sistema mobilità romano”, dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità Legambiente.Dai dati ACI 2020, a Roma circolano 3.651 autobus euro4 e precedenti, tra cui 800 bus Atac euro3 che nel 2023 avranno tutti più di 15 anni. Queste vetture hanno bisogno di andare in pensione al più presto, ed essere sostituite tutte con migliaia non centinaia di mezzi elettrici”.

Buona l’offerta di servizi di sharing mobility della capitale, soprattutto di monopattini in gran parte elettrici, ma il numero di auto elettriche resta basso, lasciando ampio margine al tasso di motorizzazione della capitale, pari a 63 auto ogni 100 abitanti. Un dato estremamente elevato se si pensa che a Milano il tasso di motorizzazione è di 49 auto su 100 abitanti, di 46 a Madrid, di 31 a Londra, e di 25 a Parigi. Come conseguenza dell’alto tasso di motorizzazione, Roma registra un tasso di inquinamento elevato che è causa di costi sociali rilevanti (quasi 1.600 euro pro capite all’anno), e di molte vittime della strada (131 morti a seguito di incidenti stradali nel 2019).

Attendiamo da quarant’anni la pedonalizzazione dei Fori Imperiali e del Colosseo, grandi aree di accessi limitati anche al di fuori del centro storico, e aree a basse emissioni per impedire la percorrenza ai veicoli inquinanti – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Ma oggi è anche urgente, e meno costoso mettere in campo politiche ambiziose di ridisegno delle strade e dello spazio pubblico urbano, come il Grab, come l’istituzione di centinaia di chilometri di strade 20 e 30, percorsi ciclabili per bici e monopattini, zone scolastiche senz’auto. Sulla trasformazione del TPL in elettrico poco e niente è stato intrapreso come ci raccontano anche questi nuovi numeri e da decenni non vediamo arrivare nuove tramvie, si assiste invece a una grave contrazione di chilometri di tracciato per i tram e per i treni metropolitani, come vediamo per il tram 2 o per la Termini-Giardinetti: la cura del ferro del ferro sembra essere una chimera, così come c’è di mitologico ormai se si parla di chiusura dell’anello ferroviario. Per i prossimi anni bisogna trasformare Roma e in meglio, perché avvenga sarà imprescindibile un nuovo e fortissimo impulso alle politiche per una città a emissioni zero, e sarà questo uno dei pilastri perché l’ambiente sia al centro nell’idea di futuro della Capitale“.

Seppur bassa, l’elettrificazione delle auto private romane, appena lo 0,4% di auto e moto elettriche circolanti, è il doppio della media nazionale (0,2%). Indietro, invece, il numero delle colonnine (788 in tutta la provincia) e dei punti di ricarica pubblici (1.514 in tutta la provincia), che dovrebbero non solo aumentare ma anche subire agevolazioni nei processi di autorizzazione, soprattutto per consentire una rapida elettrificazione sia dei servizi di car sharing che dei taxi.

Il contributo di Motus-E

Roma è una città estremamente complessa e riteniamo che uno sforzo di semplificazione sia essenziale”, commenta Dino MarcozziSenior advisor di MOTUS-E. “In questo senso il Vademecum di Motus-E può contribuire a fornire elementi utili a pianificare al meglio approvvigionamento e strutturazione di un sistema tpl elettrico all’altezza delle best pratices europee”.

Come evidenziato nel Vademecum “Autobus elettrici nel trasporto pubblicopromosso dall’associazione Motus-E, la mobilità elettrica, soprattutto con autobus per il trasporto di 50-100 passeggeri, ha costi più elevati di investimento iniziale ma, se ben gestiti, garantiscono un vantaggio anche economico nel corso degli anni, come dimostrano i confronti del “Total Cost of Ownership”, cioè il costo pluriennale complessivo del servizio. Il Total Cost of Ownership dei bus elettrici, per via della ridotta manutenzione necessaria e del più basso costo dell’elettricità rispetto al gasolio, è inferiore a quello degli autobus diesel.

Il monitoraggio “CittàMEZ” proseguirà nelle prossime settimane monitorando lo stato dell’arte sulla presenza di bus elettrici nelle città. L’8 luglio è stata la volta di Bari. L’analisi sarà strumento della campagna europea Clean Cities, di cui Legambiente fa parte insieme ad un cartello di altre associazioni, e che si pone come obiettivo quello di incoraggiare le città a passare al trasporto a emissioni zero entro il 2030. Ancora attiva la petizione “Stop alle auto diesel e benzina entro il 2030”, promossa da Clean Cities, con la quale tutte le associazioni ambientaliste europee chiedono a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, di porre fine alla vendita di nuove auto a diesel, benzina e gas, compresi i veicoli ibridi.

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