Stati Generali della Green Economy, il decalogo per il domani
Un decalogo verde per mettere lāItalia sulla strada della transizione alla green economy attraverso un programma di azioni che rendano piĆ¹ āverdeā il Paese. Il Programma per la transizione alla green economy articolato in 10 proposte ed elaborato dal Consiglio Nazionale della Green Economy (formato da 66 organizzazioni di imprese della green economy italiana), ĆØ […]
Un decalogo verde per mettere lāItalia sulla strada della transizione alla green economy attraverso un programma di azioni che rendano piĆ¹ āverdeā il Paese. Il Programma per la transizione alla green economy articolato in 10 proposte ed elaborato dal Consiglio Nazionale della Green Economy (formato da 66 organizzazioni di imprese della green economy italiana), ĆØ stato presentato e sottoposto allāattenzione dei politici nella giornata inaugurale degli Stati Generali della Green Economy, organizzati dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero dellāAmbiente e il Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto della Fondazione Sviluppo Sostenibile, in corso a Rimini allāinterno di Ecomondo.
Stati Generali della Green Economy, ecco i numeri
La green economy in Italia ĆØ una realtĆ consistente, il 42% delle imprese ĆØ collocabile nella green economy e ce ne sono 5.000 solo nella gestione dei rifiuti. Il decalogo verde dovrĆ offrire gli strumenti per affrontare le principali tematiche della nostra epoca. I 10 capitoli sono: lāinserimento della green economy tra le prioritĆ dellāagenda parlamentare e di governo, il clima, lāeconomia circolare, la rigenerazione urbana, la mobilitĆ sostenibile, lāagricoltura sostenibile, la qualitĆ ecologica delle imprese italiane, il capitale naturale, le risorse idriche, lāefficacia delle politiche pubbliche.
Stati Generali della Green Economy, l’intervento di Galletti
āGli Stati Generali della Green Economy sono unāiniziativa che il Ministero dellāAmbiente sostiene e promuove dalla sua nascita ā afferma il Ministro Gian Luca Galletti – perchĆ© rappresenta una grande occasione di confronto e una privilegiata sede di analisi e proposte per lāItalia del futuro. Qui cresce e trova alimento la cultura dellāambiente come motore di sviluppo globale per la societĆ italiana. Questa ĆØ anche la mia visione dellāItalia del domani, questa ĆØ la visione degli āStati Generaliā. Dialoghiamo su misure, progetti, programmi, interventi ma abbiamo tutti un obiettivo comune: sostenere e far crescere la green economy, e attraverso essa, far crescere il paeseā.
Stati Generali della Green Economy, Edo Ronchi
āLa consapevolezza delle sfide della nostra epoca, lāimportanza decisiva della transizione alla green economy per affrontarle e lāimpegno per le misure per attuarle devono essere ā ha dichiarato Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale della Green Economy ā criteri fondamentali per valutare le proposte politiche e valutare se siano allāaltezza dei tempi o inadeguate. Lo sviluppo di una green economy ĆØ importante per cogliere le grandi potenzialitĆ green dellāItalia e assicurare uno sviluppo sostenibile, con maggiore occupazione e un miglior benessereā.
Stati Generali della Green Economy,Ā le 10 proposte
- Inserire la transizione alla green economy fra le prioritĆ dellāagenda parlamentare e di governo
Una larga maggioranza di cittadini – il 58% – ĆØ abbastanza o molto informato sulla green economy e ben il 70% attribuisce importanza alle politiche pubbliche per lāattuazione delle misure di green economy. Nella graduatoria che fanno i cittadini degli elementi trainanti per lo sviluppo locale, la green economy sta nel gruppo di testa poco dietro la filiera agroalimentare, lāimprenditoria giovanile e il turismo, ma molto avanti rispetto alla manifattura e anche alle nuove tecnologie (Indagine condotta da Demetra opinioni e coordinata da Ketty Vaccaro del Censis-2017).
- Fare della sfida climatica lāoccasione per rinnovare il sistema energetico, rilanciando le rinnovabili e lāefficienza
LāItalia deve definire un quadro strategico a medio e lungo termine chiaro e coerente, puntando a ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 e di oltre lā80% al 2050 rispetto al 1990 e raddoppiare il contributo delle rinnovabili al 2030 attraverso lāistituzione di un Fondo nazionale per la transizione energetica alimentato con misure di carbon pricing, compresa una carbon tax progressiva.
LāItalia ĆØ uno dei Paesi europei piĆ¹ esposti ai rischi del cambiamento climatico e ha un interesse strategico alla riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Quando servirebbe accelerare il passo in questo settore, lāItalia sta rallentando nelle politiche per il clima: le emissioni di gas serra nel 2015 sono aumentate (+2,8%), per il 2016 non ci sono ancora dati definitivi ma stime di un lieve calo. Gli investimenti nelle rinnovabili sono dimezzati negli ultimi 4 anni: da 3,6 Mld nel 2013 a soli 1,7 Mld nel 2016. Nei primi 8 mesi del 2017 la produzione di elettricitĆ da fonti rinnovabili ĆØ scesa ancora del 5% rispetto al 2016. Le emissioni specifiche di CO2 per KWh, dopo essere calate per molti anni, hanno ripreso a crescere.
- Puntare sullāeconomia circolare per superare il modello lineare di spreco e alto consumo di risorse
Per ottenere questo risultato occorre recepire rapidamente il pacchetto economia circolare e rifiuti, incentivare la riduzione della produzione di rifiuti, migliorare la riciclabilitĆ dei prodotti e svilupparne il mercato, rendere residuali incenerimento e discarica. Nel 2016 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani ha raggiunto il 52,5%. Il riciclo ĆØ al 47,7% e lo smaltimento in discarica ĆØ sceso al 25% con 7,4 Mton (la metĆ del 2010). Vi sono diverse Regioni che superano ormai il 60% di raccolta differenziata (Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sardegna e Marche) ma ve ne sono 4 che sono ancora sotto il 35% (Sicilia, Molise, Calabria e Puglia). Nel 2016 gli imballaggi avviati al riciclo sono arrivati a 8,5 Mton pari al 67,1% (obiettivo UE 55%); la raccolta della frazione organica ĆØ cresciuta di 450 mila tonnellate ed ĆØ arrivata a 6,5 Mton. La forte crescita delle raccolte e del riciclo non ĆØ accompagnata da corrispondenti sbocchi di mercato con difficoltĆ in particolare per le plastiche e per la carta.
- Attivare un Piano nazionale per la rigenerazione urbana, supportato con gli strumenti e gli indirizzi della green economy
Per raggiungere lāobiettivo, attivare percorsi diffusi di rigenerazione green delle cittĆ . Il Piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate e il ābando periferieā hanno attivato progetti in 120 cittĆ per un importo totale di 2,1 miliardi. CāĆØ un certo fermento di iniziative, ma se si confrontano le cittĆ italiane con altre cittĆ europee si registra, tuttavia, un certo ritardo. Per esempio, nessuna cittĆ italiana ha mai vinto o ĆØ stata inserita nella rosa dei finalisti dellāEuropean Green Capital Award, istituito dalla Commissione Europea nel 2010.
- Far cambiare direzione alla mobilitĆ urbana dando prioritĆ nellāallocazione degli investimenti pubblici nelle infrastrutture in favore della mobilitĆ urbana e prevedere divieto di immatricolazione per le auto diesel e benzina al 2030.
LāItalia ĆØ fra i Paesi europei con il numero piĆ¹ alto di decessi prematuri annuali causati dallāinquinamento atmosferico: oltre 90.000, 1.500 per milione di abitanti. Sono migliorate le tecnologie, ma il traffico ĆØ rimasto elevato e le emissioni reali delle autovetture diesel e benzina sono risultate maggiori di quelle dichiarate. LāItalia ĆØ il Paese europeo con il tasso di motorizzazione privata piĆ¹ alto, con oltre 600 autoveicoli, a benzina e diesel, ogni 1000 abitanti.
- Assicurare lo sviluppo di unāagricoltura sostenibile, di qualitĆ e multifunzionale fermando il consumo di suolo agricolo e con misure di adattamento al cambiamento climatico e promuovendo e tutelando lāagricoltura italiana orientata alla qualitĆ e alla sicurezza.
LāItalia ĆØ il secondo esportatore di biologico al mondo, dopo gli USA, con 1,6 Mld di euro nel 2015. LāItalia ĆØ in testa anche per prodotti agroalimentari certificati nel 2016, con ben il 27,5% del totale europeo, davanti alla Francia con il 22,6%. La superficie agricola totale ĆØ diminuita negli ultimi 20 anni del 24% e lāaumento degli eventi climatici estremi (siccitĆ e alluvioni) stanno recando danni rilevanti allāagricoltura.
- Promuovere lāelevata qualitĆ ecologica quale fattore decisivo per il successo delle imprese italiane attraverso una riforma della fiscalitĆ in chiave green riallocando le agevolazioni dannose per lāambiente, indirizzando meglio la digitalizzazione, al centro del Programma di Industria 4.0, per dare impulso allo sviluppo della green economy.
Le imprese della green economy in Italia hanno ormai un peso rilevante. Il 42% delle imprese italiane ĆØ collocabile nella green economy.
- Tutelare e valorizzare il capitale naturale e i servizi eco-sistemici come asset per la qualitĆ del benessere e il futuro dellāeconomia. Il consumo di suolo va fermato. Il sistema delle aree protette ha unāestensione di 9,5 milioni di ettari, il 21% della superficie terrestre. L’Italia ĆØ uno dei Paesi europei piĆ¹ ricchi di biodiversitĆ . Negli ultimi sessanta anni la superficie forestale nazionale si ĆØ triplicata, circa 11.1 milioni di ettari, il 37% del territorio nazionale. Dal 2012 gli incendi in Italia hanno bruciato 38 mila ettari di boschi allāanno, dal 1 gennaio al 25 ottobre 2017 cāĆØ stata unāimpennata con 135.323 ettari di boschi bruciati. Il consumo di suolo ĆØ passato dal 2,7% negli anni ā50 (8 mila kmĀ²) al 7,6% (23 mila kmĀ²) del 2016.
- Investire nella gestione delle acque per assicurare una risorsa strategica, per eliminare gli sprechi e ridurre i rischi di alluvioni. Promuovere il riutilizzo. Lāestate 2017 ĆØ stata la seconda piĆ¹ calda dal 1800 con 2,5Ā° sopra media, con un ammanco di pioggia del 40% rispetto al periodo 1971-2000 (CNR-ISAC). Nel 2015 ĆØ andato disperso il 38,2% dellāacqua potabile immessa nelle reti di distribuzione, con un peggioramento rispetto al 2012, quando era il 35,6% (ISTAT, Focus 2017). Il 22% delle condotte ha piĆ¹ di 50 anni. Il territorio italiano esposto a pericolositĆ elevata di alluvione ĆØ pari a 12 mila kmĀ² con 1,9 milioni di abitanti e a pericolositĆ media di 24 mila kmĀ² con 5,9 milioni di abitanti. Secondo lāAgenzia Europea per lāAmbiente, tra il 1980 e il 2015 l’Italia ha subito danni per 65 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi.
- Rendere piĆ¹ efficaci le politiche pubbliche
La transizione alla green economy richiede impegnative e coerenti riforme e maggiore impegno delle amministrazioni pubbliche che devono operare, a tutti i livelli, con maggiore celeritĆ ed efficacia. Il settore pubblico deve diventare un riferimento per le buone pratiche, le migliori tecniche e i migliori standard. Le pubbliche amministrazioni vanno qualificate e rafforzate, mobilitando e valorizzando le professionalitĆ e le risorse migliori. Occorre rendere verdi tutti gli acquisti delle pubbliche amministrazioni, riconoscendo anche i costi e i benefici ambientali nella valutazione delle offerte piĆ¹ vantaggiose. Per affrontare le sfide impegnative di questa transizione occorre un maggiore impegno della ricerca pubblica, della formazione scolastica e universitaria e del supporto tecnico allāimplementazione e alla diffusione dellāeco-innovazione.