Locatelli (ANAV Lombardia), mancano risorse per rilanciare il settore
Massimo Locatelli, presidente di ANAV Lombardia – la piĆ¹ importante territoriale aderente alla Associazione Nazionale di categoria che rappresenta in Confindustria le imprese private del pubblico trasporto di persone – ha commentato a caldo con la stampa la lettera che lāAgenzia Trasporto Pubblico di Bergamo ha inoltrato al Ministro Giovannini, allāassessore Terzi e alle piĆ¹ […]
Massimo Locatelli, presidente di ANAV Lombardia – la piĆ¹ importante territoriale aderente alla Associazione Nazionale di categoria che rappresenta in Confindustria le imprese private del pubblico trasporto di persone – ha commentato a caldo con la stampa la lettera che lāAgenzia Trasporto Pubblico di Bergamo ha inoltrato al Ministro Giovannini, allāassessore Terzi e alle piĆ¹ importanti cariche responsabili del trasporto pubblico (TPL). LāAgenzia bergamasca ha sollevato lāannoso e noto, ma non mai risolto nĆ© dalla politica nĆ© dalla pubblica amministrazione problema della sostenibilitĆ economico-finanziaria di un settore, il TPL, strategico per il territorio e i suoi abitanti che ĆØ pesantemente sostenuto (per oltre i 60% dei suoi costi) dalla fiscalitĆ pubblica per il tramite di contributi che si assommano alle entrate (introiti tariffari) degli utilizzatori dei mezzi pubblici. Lāequilibrio del settore, giĆ messo in seria difficoltĆ da una serie di tagli di risorse che si sono succeduti negli ultimi anni, ĆØ incappato poi nella pandemia e ora ĆØ oggetto di contributi aggiuntivi stanziati dallo Stato in via contingente a sostegno dei mancati ricavi e degli oneri per i servizi aggiuntivi disposti dalla disciplina sanitaria in ordine alla prevenzione dei contagi.
Locatelli non ha difficoltĆ a sostenere pubblicamente e con la piĆ¹ convinta adesione lāiniziativa dellāAgenzia Trasporto Pubblico Bergamo della quale riconosce non solo la fondatezza, ma anche la necessitĆ se si intende salvare dal dissesto il TPL in una prospettiva giĆ solo di medio termine.
Ā«Sono giĆ mesi, se non anniĀ», precisa il presidente Locatelli Ā«che sollecitiamo sia con riunioni sia con documenti specifici la politica regionale e le pubbliche amministrazioni ad affrontare le criticitĆ , peraltro in crescita, del TPL in una prospettiva sistemica, cioĆØ dotata di una visione strategica che superi il contingente del giorno per giorno. Gli operatori titolari dei contratti di servizio e di (ancora) qualche concessione di TPL sono imprese e, come ogni impresa, devono poter programmare organizzazione e investimenti almeno con un minimo accettabile di attendibilitĆ : non essere costrette a vivere alla giornata confidando in provvedimenti parziali e mai risolutivi. Ma questo non avviene: giĆ le risorse statali del Fondo Nazionale (FNT) sono attribuite alla nostra Regione in proporzione inique (17%) rispetto alla reale produzione dei servizi (23%) sul territorio e avvantaggiano senza motivo altre Regioni che sono evidentemente state piĆ¹ abili della Lombardia a trattare. Inoltre a ciĆ² si aggiungono criticitĆ e pesantezze specificamente lombardeĀ».
Ma la nostra Regione come risponde, Presidente?
āA parole non nega la disparitĆ di trattamento, ma non ha evidentemente la forza o la volontĆ di intervenire con efficacia. La Regione mette anche risorse proprie nel TPL, sebbene abbia sempre un occhio di riguardo e di preferenza per Trenord di cui ĆØ diretta azionistaā.
Ci dice quali altre criticitĆ vi preoccupano, come imprese e Associazione?
Ā«Per circoscrivere la questione alla realtĆ attuale, cioĆØ lasciando perdere i numerosi tagli di risorse pubbliche del passato venduti nella comunicazione pubblica come recupero di efficienza dāimpresa -assicuro che nel sistema delle imprese private gli āefficientamentiā si sono risolti in mera diminuzione di servizi per lāutenza-, siamo davanti a uno scenario palesemente assurdo. Mi spiego: da una parte la politica inneggia alla transizione ecologico-ambientale che comprenderebbe un drastico ridimensionamento del ricorso al mezzo privato, minor inquinamento, minor usura delle infrastrutture viarie etc e dallāaltro fa mancare le risorse necessarie affinchĆ© questa si realizzi in tempi compatibili. Da un lato inibisce, nei piani pubblici di ammodernamento dei mezzi, la motorizzazione diesel Euro 6 che ĆØ sicura sotto il profilo ambientale ed ĆØ la piĆ¹ economica e dallāaltro spinge per la motorizzazione a metano che ĆØ un gas serra e giĆ nel mirino della UE. In altro provvedimento ci vietano di acquistare autobus elettrici obbligandoci a prendere autobus a metano ( clima alteranti) o a idrogeno che non saranno disponibili prima di 4/5 anni a costi 4/5 volte superiori agli attuali.Ā Voglio sottolineare/evidenziare a gran voce che le aziende sono e vogliono la transizione energetica, ma fatta con pragmatismo e cognizione del rapporto āspesa sostenuta/effetto ottenutoā evitando voli pindarici.Ā Ā A parte il fatto che i mezzi a metano costano molto di piĆ¹, e quindi se ne possono acquistare significativamente meno (teniamo presente che abbiamo lāanzianitĆ media del parco mezzi piĆ¹ alta dāEuropa), anche le infrastrutture necessarie, cioĆØ le stazioni di rifornimento del metano, sono costosissime. Di conseguenza, a risorse date, il risultato ĆØ necessariamente inferiore, e di moltoĀ».
Presidente, cosa ci dite e cosa vi aspettate dalle prossime gare a evidenza pubblica?
Ā«Questo ĆØ uno degli argomenti peggiori: da anni siamo in proroga poichĆ© i contratti della prima tornata di gare sono scaduti da tempo. Allo stato la norma regionale prevede ancora che le gare siano da realizzare entro il dicembre 2022, ma con il Covid-19 sono saltati tutti i riferimenti storici degli introiti e non si sa come le stazioni appaltanti riusciranno a stimare lāequilibrio nei piani finanziari necessari per i bandi. Prima si dovrebbe, infatti, recuperare lāutenza al mezzo pubblico almeno nella misura precedente la pandemia e poi trovare come aumentarla se no la transizione ambientale rimane una pia velleitĆ : costosi mezzi al metano o elettrici, parlo dei servizi interurbani (nelle cittĆ grandi o medio-grandi ĆØ diverso), pochi e mezzo vuoti poichĆ©, non essendoci una rete significativa di offerta, la popolazione che potrĆ continuerĆ a preferire il mezzo privato. E nei fatti non avremo cambiato la sostanza delle cose: cambiato solo la terminologia, come ĆØ sfortunatamente nel vezzo di questo nostro PaeseĀ»
Speriamo di no, presidente Locatelli.
āLe imprese sono le prime a sperare di no: trasportare persone ĆØ la loro missione. E lo dimostrano tutti i giorni operando in condizioni che a imprese industriali di altri settori sembrano incredibili. Noi siamo qui, ben convinti di poter continuare a dare il contributo della nostra esperienza e capacitĆ : non ci si improvvisa, nel TPL.Ma per continuare a fare girare le ruote, e meglio di oggi come sarebbe certo possibile, abbiamo bisogno che la politica esca dalle sale dei convegni, scenda nella realtĆ , smetta di annunciare (anche la pluriennale vicenda del Sistema Biglietteria Elettronica, SBE, costosissimo per la collettivitĆ e per le imprese e impantanato da troppo tempo dovrebbe pur insegnare qualcosa. O no?Ā»