Nell’affascinante cornice del Salone di Rappresentanza di Palazzo Doria-Tursi e all’interno del palinsesto della Genova Smart Week, ha trovato casa l’ultimo appuntamento dell’anno con il Mobility Innovation Tour.
Una tappa ambiziosa che ha poggiato la lente di ingrandimento sull’idrogeno: “Idrogeno, la transizione possibile? Programmi, sfide, potenzialità”, infatti, il nome dell’evento consumatosi nel pomeriggio di giovedì 24 novembre.

Ad aprire le danze non poteva che essere H2IT-Associazione Italiana per l’idrogeno a Celle a Combustibile che, per bocca della direttrice Cristina Maggi, ha posto l’accento sui 3,64 miliardi di euro messi in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per lanciare questa tecnologica, favorendo lo sviluppo di un Hydrogen Valley. Perché quella dell’idrogeno è una filiera di grande, grandissima potenzialità per il mercato italiano, che però – oltre che dai finanziamenti – deve essere supportata da un quadro normativo tanto chiaro quanto completo. E da una rete di infrastrutture che si deve rinsaldare.

Che l’idrogeno sia preziosa risorsa lo sa bene SASA Bolzano, la prima realtà del tpl italiano a scommettere sull’H2 (era il 2013). Il Cto di Sasa, Luigi Lugaro, ha spiegato come la società non abbia solo investito sui mezzi (saranno trenta al 2024 e 150 al 2030), ma anche sulle stazioni di rifornimento e soprattutto sull’autoproduzione di idrogeno, grazie al termovalorizzatore di Bolzano Sud. Perché il ciclo di produzione dell’idrogeno e il suo costo, oggigiorno, sono una problematica. Molto interessante, inoltre, il progetto di Sasa e Punch di retrofit di motori a combustione a idrogeno (non considerati però Zev).

“Padrone” di casa Amt Genova, intervenuta con Fabio Gregorio, Responsabile Innovazione Servizio e Tecnologie Tpl, secondo il quale attualmente il vero nodo dell’idrogeno sia l’efficienza e le performance sulle pendenze per tempi prolungati: «Se chiediamo troppa energia alla celle a combustibile, la batterie a tampone di scarica subito. Ciò nonostante Amt crede nell’H2: non abbiamo acquisti pianificati ma seguiamo con grande attenzione questa tecnologia. E, sicuramente, ci sarà anche l’idrogeno nel futuro di Amt. Al momento puntiamo forte sull’elettrico».

Sulla stessa linea d’onda il direttore tecnico di Busitalia Paolo Ghezzi e il direttore generale del Gruppo Avm Giovanni Seno. Secondo Ghezzi il punto vero della questione idrogeno è la presenza o meno di una filiera completa, che attualmente manca in Italia: «In assenza di un contesto strutturato, è molto difficile. In altri Paesi, invece, come l’Olanda, c’è terreno più fertile: qui la nostra controllata Qbuzz ha in strada 32 Classe II a idrogeno e co 38kg di H2 a serbatoio coprono circa 400km. Il funzionamento è eccellente, idem l’autonomia, ma effettivamente esiste un tema di competitività economica».

«Quelli sull’idrogeno sono discorso affascinanti, ma anche molto complicati. Il rifornimento è il nodo, ma esiste un problema a monte, ovvero: dove, come e quando produco l’energia necessaria per produrre a suo volta l’idrogeno. Nel nostro territorio abbiamo puntato sull’elettrico e sicuramente l’idrogeno è il futuro e infatti ne abbiamo ordinati quattro per la Laguna, ma i tempi non sono ancora maturi», il pensiero di Seno, Dg del Gruppo AVM.

Spazio dunque a due costruttori come Solaris e Iveco. Il Direttore Post Vendita Riccardo Cornetto è intervenuto in collegamento ricordando, appunto, la commessa di quattro urbino per Actv Venezia. «Abbiamo esperienza sia con la tecnologia dell’elettrico che con quella dell’idrogeno, il cui grande punto di forza è la flessibilità. Il nostro auspicio è che in Italia e oltre nasce un mercato dell’idrogeno nel vero senso della parola».

Last but not least Iveco Bus. Giorgio Zino, Direttore delle operazioni di vendita in Europa, ha inquadrato l’idrogeno come il vero pilastro della transizione vero le emissioni zero, come sviluppo del motore elettrico. E d’altronde anche le gare stanno quando in questa direzione. Certo è, ha aggiunto, che ancora oggi la maggior parte di veicoli immatricolati in UE e nel resto del mondo è ancora a combustione interna. Per cui i tempi devono maturare.
Lato commerciale, comunque, Iveco ha presentato a fine settembre il Daily Fuel Cell nato dalla partnership con Hyundai Motors. Segno di come sia alto in casa Iveco l’interesse verso l’H2.

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