Il tasso di utilizzo dei trasporti pubblici in Europa mostra chiari segni di ripresa dalla batosta Covid. Ma i numeri non sono uniformi: “Il livello dell’utenza in Svizzera, Germania e Francia è vicino ai livelli pre-virus, essendo solo circa il 10% in meno. I volumi di passeggeri nei Paesi Bassi e nel Regno Unito sono ancora significativamente più bassi, di circa il 25-30%”, è riportato su un paper pubblicato dalla società di analisi di mercato ING.

Rico Luman, analista di ING, sottolinea che “autobus, treni e metro europei hanno sofferto pesantemente nella pandemia, con perdite di passeggeri dal 60 a oltre l’80% durante la prima ondata e dal 40% al 60% durante la seconda e terza ondata. Con regimi di lockdown particolarmente rigidi, Italia, Spagna e Francia hanno visto i peggiori contraccolpi iniziali”.

La ripresa del trasporto pubblico in Europa

Secondo il documento, “Anche se ci aspettiamo che la ripresa continui questo autunno, il comportamento di viaggio è cambiato e un ritorno completo dei volumi ai dati pre pandemici richiederà tempo in diversi paesi. L’esperienza recente ha anche indicato che il trasporto passeggeri rimane sensibile alle nuove ondate di infezioni e alle misure di allontanamento sociale”.

La ragione dietro le differenze tra i paesi europei quando si tratta di livelli di recupero del trasporto pubblico risiede principalmente nella struttura dell’economia nazionale, dicono gli analisti. “Dove dominano i servizi, in particolare nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, i volumi di trasporto pubblico sono più in ritardo finora, dal momento che buona parte dei lavoratori è ancora in smart working. Il che è anche illustrato da un minor traffico nei centri urbani come Londra e Amsterdam. Questo dovrebbe mantenere le cifre del traffico al di sotto dei livelli pre-virus più a lungo, prima che la crescita strutturale compensi le perdite”.

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