Autoguidovie gestirà il trasporto pubblico locale di tutta la provincia. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto il ricorso che era stato presentato da Alberto Cazzani, consigliere delegato del consorzio Tplo formato da Line, Pmt, Sapo e Stac contro la decisione della Provincia di assegnare il contratto da 125 milioni di euro alla società brianzola. Dopo il Tar, anche i giudici amministrativi romani hanno dato torto agli operatori locali, condannandoli pure al pagamento delle spese. E ora che è stato individuato il nuovo gestore, si apriranno due partite, quella sul fronte occupazionale e quella per la gestione del servizio.

Il bando di gara, infatti, prevede circa 100 addetti in meno rispetto a quanti al momento operano sul territorio provinciale. Il Consiglio comunale di Pavia ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegna a istituire un tavolo occupazionale per la salvaguardia dei posti di lavoro. Ma non solo, Line in passato aveva pure ottenuto due milioni di euro per sostituire i mezzi più vecchi con ecologici bus a metano e dieci milioni per installare un impianto a metano in via Donegani. “Soldi buttati via – commenta Giuseppe Polizzi del Movimento 5 Stelle –, mentre regna il caos nel trasporto pubblico locale e ci sono licenziamenti potenziali.

Autoguidovie per Pavia

Depaoli e Lazzari (l’ex assessore alla Mobilità, ndr) chiedano scusa alla città”. Lazzari invece si aspetta delle scuse nei confronti suoi e dell’ex assessore provinciale alla Mobilità Paolo Gramigna. Il bando, infatti, è finito nel mirino della magistratura che ha indagato quattro persone per turbativa d’asta: Paolo Gramigna, il responsabile del procedimento Mauro Maccarini e i tecnici Armando Leoni di Genova e Claudio Brasca di Marcignago. Parallelamente anche la commissione di garanzia del Comune ha voluto far luce su come si è arrivati alla stesura di quel bando che mantiene inalterato il numero di chilometri percorsi dai mezzi, ma non favorisce il capoluogo pavese.

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