di Gianluca Celentano, conducente bus

In diverse occasioni ho paragonato il conducente di un autobus da Gran Turismo a una sorta di manager, questo perché l’informatizzazione della documentazione in ambito UE stenta a decollare all’unisono. Inevitabilmente nel vano portaoggetti dell’autista c’è il faldone con tutte le autorizzazioni oltreché i documenti per la circolazione: la carta di circolazione, la licenza e l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di noleggio, licenza comunitaria se necessaria, l’assicurazione, il foglio di viaggio, i documenti crono etc.

Come ben sapete in base al tipo di destinazione servono altri documenti per passare i confini in tranquillità; basta una semplice dimenticanza e il tour salta.

Il video di Roby Merlini

Imparare dal Nord Europa

Si chiede molto al nostro volenteroso autista, ma le normative italiane non certo sono d’aiuto continuando a cambiare da un comune all’altro, spesso in base alla convenienza e dal momento. Una condizione che non vuole ancora osservare l’utilità dell’autobus come veicolo intelligente contro il traffico.

Per onestà di cronaca è giusto riportare il recente incontro dei 50 mila cresimandi presso lo Stadio Meazza di San Siro a Milano, che ha visto l’afflusso e il deflusso di almeno 300 pullman. Nell’occasione il piano di viabilità coordinato dal comune di Milano con la polizia locale è stato efficiente e ben organizzato come mi testimoniano i colleghi.

Tuttavia a parte le eccezioni, bisogna salire verso i paesi del Nord Europa per incontrare un concetto istituzionale collaborativo e non repressivo, di questo ne sono convinti gli autisti del Gran Turismo internazionale.

I tour leader

La concorrenza di mercato ha inoltre prodotto la diminuzione dei tour leader, cioè quei ragazzi e ragazze che per mantenersi agli studi universitari scelgono lavori stagionali. Fra i loro compiti c’è quello di creare un filtro fra passeggeri e autista, il quale può dedicarsi con più tranquillità a tutte le sue operazioni. Alla sera si fa un briefing per il giorno dopo osservando i percorsi più idonei (e convenienti) e le tempistiche per le tappe. La figura del tour leader è anche capace di includere i viaggiatori più timidi nel gruppo assicurando il rispetto delle regole di bordo, questo aspetto è fondamentale. Quando si parla di investimenti e professioni sarebbe utile ricordare questa figura, offrendo opportunità qualitative oggi presenti solo nei viaggi più facoltosi.

Leader di se stessi

Una imprenditrice del noleggio mi ha confidato un dato nuovo e autoreferenziale legato agli autisti del noleggio. Ha il sentore che nelle società che investono molto sulla qualità, l’autista si sia evoluto divenendo l’elemento cruciale nel procacciare ottimi viaggi. Se ne deduce che il settore del noleggio avrebbe più di una canonica forma operativa legata ai conosciuti servizi acquisiti in piattaforma, quelli concordati con le agenzie o gli shuttle; si aggiungerebbero i viaggi procacciati dal conducente, seppur condivisi con la società. 

Questo probabilmente avviene perché è scesa la qualità di molti gruppi che hanno reso vani i sacrifici di un volonteroso conducente che alla fine del mese non sempre raggiunge la retribuzione sperata. Occorre quindi essere chiari sin dall’inizio di un viaggio, sapendo che solo una minima parte delle raccomandazioni del conducente saranno ascoltate. Spesso ci si innervosisce  dopo pochi chilometri dalla partenza per via dei piani di viaggio poco chiari che minano le tempistiche di guida, fanno perdere tempo o, addirittura, obbligano il bus a percorsi fuori sagoma rispetto le caratteristiche del torpedone. Ricordiamo che il passo di un 13 metri è più impegnativo di un 13 metri e 65 a tre assi; chi ha fatto la costa ligure lo sa molto bene…

Driver factotum

Giovanni, autista in una società privata di noleggio con diversi bus mi racconta: “Mi hanno assegnato un viaggio a Firenze, città che palesemente non puoi girare con il bus turistico. Il parcheggio remoto del bus e il mio albergo sono distanti dall’hotel dei turisti. Ho fatto presente il problema al mio capo, il signor Marco, il quale comprendendo il problema mi ha detto che se facevo tardi la sera e non disponevo delle 9 ore di riposo, non dovevo preoccuparmi di essere alle otto di mattina al carico dall’altra parte della città. Aspetteranno!”.

Il problema è che oggi manca la comprensione delle rigide norme a cui è sottoposto il conducente e spesso non c’è il controllo viabilistico sulle località da parte delle società. Questo determina che il conducente suo malgrado, diventa anche il titolare dell’ennesima responsabilità: quella dell’ufficio reclami.

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