Lo studio Intesa Sanpaolo-Asstra-Fondazione Ifel-Anci evidenzia la rilevanza del settore del trasporto pubblico locale per il sistema Paese e la performance delle aziende nell’ultimo triennio. Si tratta di un comparto che impiega oltre 124.000 addetti, offre 2 miliardi di chilometri vettura annui, trasporta 5,4 miliardi di passeggeri l’anno e produce un fatturato complessivo (ricavi da traffico e contributi pubblici) di circa 12 miliardi di Euro. Tra il 2015 e il 2017 i bilanci delle aziende registrano un consolidamento delle posizioni e un miglioramento del rapporto fra ricavi da traffico e costi operativi. A livello mediano nel 2017 il MOL si attesa al 7,67% della produzione, il MON allo 0,01%, il risultato netto all’1,82%, il Roe al 3,18% e il Roi allo 0,02%. La posizione finanziaria evidenzia un modesto utilizzo della leva e un livello di indebitamento basso: le situazioni critiche sono limitate ad un numero molto ristretto di imprese. Per le aziende partecipate, dal 2015 i ricavi da traffico per km mostrano un progressivo aumento (+7,7%) a fronte di una sostanziale diminuzione dei contributi chilometrici (-1,8%).

Asstra, Intesa Sanpaolo, rilanciare gli investimenti

L’atteso rilancio degli investimenti stenta a decollare, nonostante lo stanziamento di risorse: la procedura di acquisto degli autobus introdotta si è dimostrata di non immediato utilizzo e ciò ha comportato ritardi nell’approvvigionamento di nuovi autobus. A livello mediano, la spesa per investimenti passa dal 5,5% del valore della produzione al 4,9%, parallelamente gli ammortamenti rimangono costanti al 6,6%. La mancata ripresa dei flussi di investimento è un elemento di preoccupazione perché impatta sia sulla qualità del servizio, sia sulla sicurezza, sia sulla sostenibilità ambientale; inoltre, la qualità del materiale rotabile influenza anche, in modo apprezzabile, i costi operativi delle aziende e quindi, per questa via, l’efficienza degli operatori. I costi di manutenzione e i consumi di un autobus vecchio sono molto più significativi di quelli di un autobus nuovo.   A fronte della staticità dei risultati del settore nel suo complesso, l’analisi per cluster evidenzia performance differenziate.

La variabile dimensionale sembra influire sull’efficienza delle aziende di TPL: dall’analisi dei dati di bilancio del triennio emerge il recupero delle imprese di maggiori dimensioni, che migliorano la propria performance. Le maggiori dimensioni sembrano garantire anche una maggior attenzione agli investimenti: l’incidenza degli ammortamenti sul valore della produzione accelera per le grandi imprese mentre per le medio-piccole risulta più stabile; il flusso di investimenti risulta particolarmente significativo nel 2015, nel biennio successivo si attesta su valori simili a quelli delle PMI. Parallelamente le immobilizzazioni delle grandi imprese si rafforzano.

Asstra, Intesa Sanpaolo, differenze italiane

Nel triennio d’analisi permangono le forti differenze tra Centro-Nord e Sud. Tutti gli indicatori evidenziano le difficoltà delle imprese localizzate nelle regioni del Sud. L’incidenza del costo del lavoro sul valore della produzione è sensibilmente più elevata, i margini sono quindi inferiori e anche il risultato netto e la redditività sono più bassi. Sul fronte degli investimenti si evidenziano le difficoltà delle imprese meridionali con il dato del 2017 che scende al 2,2% della produzione.  L’analisi per tipologia di servizio e per modalità di trasporto conferma la significativa eterogeneità delle caratteristiche strutturali, ma evidenzia anche differenti performance di cluster omogenei. Le imprese che effettuano servizio urbano, pur confermando una maggiore incidenza del costo del lavoro, vedono ridursi tale voce di costo in modo significativo nel triennio (dal 58% al 52,7% del valore della produzione). I margini e i risultati risentono positivamente di tale dinamica: Il MOL accelera da 4,7% a 7,7%, il risultato netto da 0,3% a 1,2%. Sul fronte degli investimenti sono però le imprese che operano nel servizio extraurbano a registrare una accelerazione (da 2,8% a 7,6% a livello mediano), mentre le imprese che effettuano servizio urbano riducono sensibilmente i flussi.

Asstra, Intesa Sanpaolo, il ferroviario

Le aziende ferro, ovvero che operano esclusivamente su metropolitana, tramvia e ferroviario regionale nel triennio dimostrano di migliorare significativamente la propria redditività e di investire una quota consistente del proprio fatturato: il ROE passa da 4,5% a 9,5%, il ROI da -2,7% a 0,4%, gli investimenti da 1,3% a 7,8%. Le società di trasporto pubblico locale partecipate da almeno un’amministrazione pubblica (Stato, Regioni ed Enti Locali), sia direttamente che indirettamente, sono pari a 112 rappresentando il 12% delle complessive 930 società che producono servizi di TPL. Nel corso degli ultimi 10 anni (2010-2019), a seguito di alcune operazioni societarie (fusioni e aggregazioni), il numero delle società partecipate è passato da 160 a 112 (-30%); A fronte di una sostanziale stabilità delle percorrenze, degli addetti e del numero di mezzi, il 2017 si è caratterizzato per un aumento dei passeggeri trasportati che crescono in media nell’ultimo anno dell’1,8%. Il confronto con alcune grandi e significative città europee conferma che in Italia le tariffe sono tra le più basse d’Europa non solo in termini assoluti ma anche in relazione al reddito disponibile. La relazione tra il costo medio dell’abbonamento mensile ed il reddito medio mensile delle famiglie rivela un rapporto percentuale che varia da un massimo di 5,2% nel Regno Unito ad un minimo dell’1,6% in Italia. L’andamento dei ricavi da traffico per km mostra che dal 2015 si è registrato un progressivo aumento dei ricavi chilometrici a fronte di una sostanziale diminuzione dei contributi chilometrici. Nello specifico, nel triennio, a livello medio nazionale si è registrato un aumento dei ricavi per km dell’8% e una diminuzione del contributo per km pari a -1,8%. Nonostante il prezzo delle tariffe rimanga tra i più bassi in Europa, le aziende migliorano le loro performance in termini di rapporto ricavi da traffico su costi operativi. A livello medio, il rapporto nel 2017 arriva al 33,3% contro un 31,6% del 2016. A riprova di un generale efficientamento del settore, tra il 2016 e il 2017, si è assistito ad un’ulteriore riduzione dei costi operativi per km in particolare tra le aziende di trasporto misto (-3%) ed extra-urbano (-8%) e nelle medie (-5%) e grandi imprese (-1%).  Nel 2017 l’81% delle società partecipate di TPL chiude con il bilancio in utile. Delle 20 aziende che chiudono in perdita, il 65% (13 aziende) registra un margine operativo lordo (MOL) positivo e 3 di queste un EBIT positivo. Il miglioramento rispetto agli anni passati è confermato anche dall’analisi dell’andamento generale delle aziende con MOL positivo: il 94% nel 2017 contro il 92% nel 2016 e il 72% nel 2009.

Circa l’80% delle partecipate comunali è in utile (64 società su 81).  Nonostante le aziende con un risultato economico positivo siano un numero sensibilmente più alto rispetto a quelle in perdita, esse registrano un utile complessivo pari a soltanto 87,4 milioni di euro, mentre le poche società in rosso conseguono una perdita che si attesta, nel 2017, ad oltre 169 milioni di euro.

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