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Sono sempre più frequenti i casi in cui si ricorre all’affidamento in house dei servizi di trasporto pubblico, con un conseguente incremento nelle spese di gestione e di risorse pubbliche, oltre alla violazione di numerose norme nazionali in materia. Sul tema è intervenuta anche l’Autorità Antitrust, la Corte Costituzionale, la Corte dei Conti e infine il Governo, che ha tentato con il disegno di legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione di limitare il fenomeno solo a casi estremi. Come se non bastasse, è ora ANAV, l’associazione delle imprese di autotrasporto viaggiatori, con le parole del Presidente Nicola Biscotti, a schierarsi contro questa pratica ormai consolidata nella gestione del trasporto pubblico. “Nell’attuale contesto economico e di mercato il ricorso all’affidamento in house per la gestione dei servizi di TPL deve essere limitato a casi eccezionali e adeguatamente motivati, in coerenza con i principi comunitari e nazionali” fa sapere Biscotti. L’appello finale è rivolto agli Enti locali che dovrebbero rispettare le regole e limitare il fenomeno, altrimenti “senza certezza del diritto vigente, l’emanazione di nuove norme in materia rischia di essere un ennesimo tentativo fallito in partenza”.

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