«Il riallineamento delle accise pesa oltremodo sui bus turistici, torniamo a chiedere aliquota agevolata per sanare un’ingiustizia storica», così Riccardo Verona, presidente An.Bti – Confcommercio, Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani, contro il decreto entrato in vigore ieri (giovedì 15 maggio) che riduce di 1,5 centesimi di euro al litro le accise sulla benzina, aumentando di 1,5 centesimi l’importo di quelle sul gasolio che passano così a 63,24 centesimi di euro per litro per il gasolio dai precedenti 61,74 centesimi di euro per litro.

«Moltiplicando l’aumento delle accise per una categoria che conta 3.700 imprese, 25 mila posti di lavoro, altrettanti bus che viaggiano sulle strade e autostrade italiane ed estere, con 1,7 miliardi di chilometri percorsi ogni anno, 450 milioni di litri di carburante consumato e oltre 150 milioni di visitatori trasportati, avremo l’esatta misura di quale grave impatto potrà avere tale provvedimento sui costi del comparto. La nostra categoria è la sola tra quelle del trasporto esclusa dal beneficio dell’accisa agevolata sul gasolio, beneficio che per l’Europa ci spetterebbe di diritto», ha tuonato Verona.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani, dunque, ha aggiunto : «La battaglia sull’accisa agevolata per i bus turistici è volta a sanare quella che da sempre gli operatori del settore vivono come una vera ingiustizia: l’esclusione di questo comparto dal beneficio delle accise ridotte sul gasolio previste dalla direttiva europea 2003/96 che l’Italia, a differenza degli altri Stati della Ue, ha deciso di recepire escludendo i bus turistici dal novero dei beneficiari creando seri problemi di competitività per le aziende Italiane nei confronti degli omologhi europei. Chiediamo pertanto chiarezza e garanzie su questo tema e al Governo la massima attenzione su questa criticità affinché possa, nei prossimi decreti utili, istituire l’accisa agevolata anche per i Bus Turistici. Tale provvedimento risulterebbe una misura virtuosa non solo per la categoria, ma per tutto il turismo italiano e spingerebbe gli imprenditori del settore verso il rinnovo del parco veicolare con un incremento di veicoli Euro VI a emissioni pari a zero».

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