«Bene il ministro Roberto Cingolani sulla transizione energetica ed ecologica nei trasporti», dice l’Anav, plaudendo al titolare del dicastero. «Senza revisione passeremo da transizione verde a transizione al verde» la posizione dell’Associazione Bus Turisti Italiani contro la proposta di direttiva accise avanzata dalla Commissione Europea.

Anav, Vinella: «Cingolani ok su transizione energetica nei trasporti»

La transizione ecologica nel trasporto passeggeri con autobus non può che essere un processo graduale ed adeguato alle specificità dei singoli comparti, bene quindi le recenti dichiarazioni del Ministro Cingolani, che mettono in guardia da misure troppo rapide che rischiano di creare grossi problemi alla società, ai lavoratori, alle classi più vulnerabili e alle piccole e medie imprese. Questa la posizione di Giuseppe Vinella, presidente di Anav, l’associazione di Confindustria che rappresenta tutti i comparti del trasporto con autobus.

«È un discorso realistico – sottolinea Vinella – che condividiamo pienamente e che sosteniamo da tempo quello fatto dal Ministro Cingolani, a margine del convegno di Genova sul PNRR. Il Ministro ha sollevato il tema della convenienza dei veicoli elettrici, che impone una riflessione su tempi e strumenti da utilizzare per maturare il passaggio energetico, soprattutto nell’attuale contesto che vede un’impennata del costo dell’energia dagli effetti dirompenti. Come imprenditori siamo a favore del rinnovamento e di una svolta sostenibile per i trasporti, ma occorre tener conto di costi, risorse e tecnologie disponibili che devono essere accessibili ed adeguate alle specificità dei diversi comparti del trasporto con autobus».

«Il passaggio dal gasolio ad altre alimentazioni di minor impatto ambientale – prosegue Vinella – non può che essere graduale visti i costi e la necessità di attendere, soprattutto per il trasporto su medie-lunghe distanze, lo sviluppo di adeguate tecnologie alternative. È un processo che va accompagnato con misure di sostegno alle imprese che hanno investito nell’utilizzo di veicoli con alimentazione a gasolio di ultima generazione e che si trovano oggi dinanzi ad un trend costante di crescita del costo del carburante».

Il Presidente di Anav sottolinea che «secondo i dati Unem il prezzo del gasolio ha registrato nel 2021 un incremento di circa il 28% rispetto all’anno precedente, parliamo di maggiori costi a carico del settore per oltre 140 milioni di euro. Un’enormità se si considera anche che l’Italia ha il più elevato livello di accise in Europa e che non tutti i comparti hanno accesso alla riduzione prevista per il gasolio commerciale. Nella difficile situazione attuale, con una domanda di servizi già debolissima a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia e dopo due anni di crisi profonda del settore, chiediamo interventi urgenti per contenere l’impatto sulle imprese dell’incremento del prezzo del gasolio quantomeno per i veicoli di ultima generazione di classe ambientale euro V e VI».

Vinella evidenzia infine che il gasolio rappresenta per le imprese la seconda voce di costo dopo quella per il personale, che incide direttamente e in misura sensibile sul prezzo del servizio, con ricadute immediate su una domanda ancor oggi incerta per la quale per il primo trimestre 2022 si stimano già perdite nell’ordine di oltre il 50% rispetto al 2019.

Bus turistici: «Accise? Rischio transizione al verde…»

«Circa la Proposta di direttiva che ristruttura il quadro dell’Unione Europea per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità (rifusione) adottata dalla Commissione europea – che si colloca nel contesto del Green Deal europeo e del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%” (“Fit for 55”) – si prospetta un notevole aggravio dei costi del gasolio usato come carburante dai nostri veicoli a fronte di una offerta tecnologica che non consente ai bus turistici di fruire nell’immediato di motori elettrici. Senza una revisione del testo, in sostanza dal 1° gennaio 2023 le nostre imprese dovranno fare i conti con un aumento inevitabile dei costi. Nel medio periodo il settore non potrà fruire dell’avvento dell’elettrico nei motori perché come sappiamo, le grandi aziende costruttrici non sono in possesso della tecnologia (batterie) in grado di supportare la lunga e lunghissima percorrenza. Non possiamo, pertanto, fare scelte diverse per attenuare gli oneri di tassazioni cui saremo chiamati senza poter avere valide alternative per ridurre gli stessi a nostro carico. Questo comporterà inevitabilmente un aumento dei costi che si rifletteranno sulla clientela, e, verosimilmente, costringeranno tante piccole imprese a spegnere definitivamente i motori». Così in una dura nota si è espresso Riccardo Verona, presidente dell’An.bti (Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani).

Che, dunque, ha così chiosato: «Chiediamo che questo complesso di norme sia accompagnato adeguatamente in questo processo con politiche mirate e modulate, come è stato fatto per altri settori interessati dalla trasformazione energetica. L’immediato rialzo delle accise a partire dal prossimo anno può avere effetti devastanti su un settore che già esce da due anni di pesante crisi causa Covid dovrebbe e che deve essere sostenuto nello sforzo di rinnovamento verso i mezzi Euro 6, i più green attualmente disponibili, e godere di aliquote ridotte in attesa di poter accedere a mezzi con motori alternativi al gasolio».

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