Siamo quasi al secondo anno di un’emergenza pandemica che ha obbligato un cambio di abitudini importante come lo smart working per decongestionare le metropoli, l’impiego dei bus turistici sulle linee pubbliche e importanti riduzioni di carico oggi ristabilite al 100%.
Un lavoro genuino è stato svolto dalle associazioni di categoria e dal ministro Enrico Giovannini, tuttavia se in queste ore l’asticella sulla crescita dei contagi non è rassicurante, è anche vero che “solo” in questo dramma si è scoperto un antidoto flessibile per fronteggiare la funzionalità, la pandemia e la ricerca di autisti.

C’è apprensione

L’impiego privato al supporto del Tpl è un sistema concreto che funziona ed è apprezzato, pronto all’uso oltre a permettere di mettere in campo più autobus e soprattutto più conducenti. Semmai c’è da chiedersi cosa avverrà ai lussuosi torpedoni a fine dello stato d’emergenza e soprattutto le conseguenze al termine dei ristori, magari per onorare i leasing dei bus. Infatti il noleggio per effetto della pandemia ha subito un tracollo storico fuori da ogni previsione e, al tempo stesso, è cambiata anche la tipologia dei gruppi che viaggiano. Le comitive di pensionati – più soggetti al covid – e i tours con clientela in visita al bel paese, hanno lasciato il posto a qualche piccola comitiva che cerca il “low cost turistico” di due o tre giorni per attraversare e visitare le località più suggestive. Un dato che obbliga l’impiego di due conducenti e un’accesa diatriba sul piano della qualità e dei costi, nonché l’affossamento del lavoro delle guide turistiche per rincorrere il benedetto risparmio.

Nell’attuale silenzio circa le gare di gestione del tpl in diverse aree, si apprende dalla stampa di possibili “manovre” che vedrebbero la nascita di RoMiNa, ossia l’asse tra Atm, leader europeo del Tpl, la romana Atac e la partenopea Anm. Nulla di nuovo se lo confrontiamo con concetti già rodati in diverse capitali europee, ma c’è anche da chiedersi quale ruolo potranno avere le aziende oggi satellite delle partecipate, gli autisti e i vettori del noleggio?

Realtà osservata dagli autisti

I conducenti s’interrogano se questa prospettiva di sviluppo possa interessare anche loro soprattutto in un periodo di ricerca di conducenti oppure, possa prefigurarsi un bacino di servizi su gomma che comprenda anche le piccole società, cioè quelle che stanno pagando lo scotto più duro. Inutile nascondere l’imbarazzante forbice di gestione e trattamento oggi comunque giustificato dall’emergenza, a cui brillantemente e con competenza stanno rispondendo i privati, ma è bene non dimenticare i troppi e lunghi anni di immobilismo di comodo nel settore.

Tirando le somme sul piazzale degli autisti, molti di loro appaiono fiduciosi in quello che qualcuno chiama una sorta di “riordino” che porterà (si spera) a un unica grande categoria di professionisti e specialisti del volante adeguatamente retribuiti. Tra dubbi e molti silenzi una cosa è certa, i conducenti privati con i loro autobus turistici hanno ricevuto una grandissima stima e approvazione da passeggeri e habitué di linea, dimostrata in certi casi con caffè pagato o in disegni fatti a scuola dai bambini. Francesco, passeggero dell’area est di Milano ha riferito alle spalle del conducente: “Spero rimaniate voi perché noi ci siamo affezionati”

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