Tper ha presentato i primi due esemplari, dei 31 esemplari in programma, di Menarinibus Citymood Lng, cioè bus a metano liquido, da 12 metri.

Il varo è avvenuta a Bologna in Piazza Maggiore alla presenza di:

  • Giuseppina Gualtieri (Presidente e Amministratore Delegato di Tper SpA)
  • Giovanni De Filippis (Amministratore Delegato di Industria Italiana Autobus SpA)
  • Claudio Mazzanti (Assessore alla Mobilità del Comune di Bologna)
  • Marco Monesi (Consigliere delegato alla mobilità sostenibile della Città Metropolitana di Bologna)
  • Andrea Corsini (Assessore a mobilità e trasporti della Regione Emilia-Romagna)
  • Stefano Bonaccini (Presidente della Regione Emilia-Romagna)
bus a metano liquido

Bus a metano liquido, la presentazione di Tper e delle autorità

Giuseppina Gualtieri ha ricordato «lo sforzo, in questo momento difficile, nel proseguire il processo di rinnovo del parco circolante e nell’erogare un servizio di qualità in totale sicurezza».

Sulla stessa linea Giovanni De Filippis che ha voluto sottolineare quanto i bus presentati sono «ecocompatibili perché possono essere alimentati con biometano derivante dagli scarti agricoli e dai rifiuti urbani, con un quasi azzeramento di CO2».

Claudio Mazzanti, invece, ha parlato di «grande opportunità e di valore che si riversa su tutto il territorio bolognese». Concetto poi ripreso ed esteso da Marco Monesi, Consigliere delegato alla mobilità sostenibile della Città Metropolitana di Bologna.

A chiudere la conferenza stampa Stefano Bonaccini. Il Presidente della Regione Emilia-Romagna ha rimarcato «la grande azione della Regione volta a investire grandi risorse sul trasporto pubblico. La vera battaglia che stiamo facendo e continueremo a fare è quella contro il mezzo privato. La sicurezza ambientale è per noi un target fondamentale e pensiamo che possa diventare un driver per la ripresa economica. Sono davvero molto contento», ha concluso Bonaccini, «che un’azienda del territorio come Menarinibus possa oggi esprimere grande qualità ed alta tecnologia».

bus a metano liquido

Gli autobus per Tper al microscopio

Il concetto di transizione energetica non è un mero sinonimo di ‘elettrificazione dei sistemi di trasporto’. La transitionis latina indica, invece, un passaggio da una condizione all’altra o da una situazione all’altra. Ed è per questo che affrontare il passaggio a sistemi meno impattanti evitando di cadere nel pensiero unico (bus elettrico) è un esercizio forse un po’ faticoso e articolato ma sicuramente più aderente alle esigenze e alla realtà di oggi. E, probabilmente, più sostenibile, non fosse altro se consideriamo anche l’aspetto economico.

Bus a metano liquido

In uno scenario ancora tutto da scrivere dove gli orizzonti sono tratteggiati, da una parte, da grandi fughe in avanti e dall’altra da un attendismo che rischia di far scivolare le scadenze che il sistema aveva messo a calendario, il gas nella sua accezione più ampia torna (o ritorna) ad essere un’opzione percorribile. Non solo perché l’autobus diesel non è più finanziato, almeno per i Classe I, ma anche perché alcuni Pums, vedi quello di Bologna, hanno messo al bando il gasolio anche nella versione ibrida.

Ma c’è di più e quel ‘di più’ è un’immensa prateria da conquistare chiamata Classe II. Titolo omologativo, quest’ultimo, che nasconde e racchiude molteplici profili di missione che vanno dall’interurbano classico, dove il normal floor fa la voce grossa, sino al suburbano dove il low entry o il low floor rappresentano le opzioni più accreditate. Bene, nel territorio extraurbani la motorizzazione monopolista è il diesel anche se negli ultimi anni gli ibridi mild e il Cng, soprattutto targato Iveco, hanno iniziato a fare la propria entrata in scena.

Ma ora c’è una nuova opzione: Lng. Tecnologia che già dal 2016 ha attecchito nel settore truck e che da alcuni mesi si è affacciata, seppur timidamente, nel segmento del trasporto pubblico. La prima uscita è stata quella di Scania con gli Interlink per Tper Bologna. Un altro player però si profila all’orizzonte: Menarinibus, del gruppo Industria Italiana Autobus, che ha da poco confezionato i primi esemplari dei 96 Citymood Lng destinati all’Emilia Romagna.

Le caratteristiche tecniche dei bus a metano liquido

Il Citymood Lng visto in anteprima lo scorso marzo da AUTOBUS misura 12 metri e presenta tre porte d’accesso. A listino Menarinibus dispone anche della versione a 10 metri e quella a due porte, che sono tutte omologabili in Classe I e Classe II.

A parte alcuni adattamenti strutturali e impiantistici, che affronteremo più avanti, la versione Lng eredita dalle versioni diesel e Cng l’impostazione generale e la maggior parte della componentistica. La scocca, per esempio, è di profilati in acciaio ad alta resistenza elettrosaldati, che formano un’unica struttura integrata portante. Gli interni assicurano la possibilità della massima personalizzazione. I serbatoi criogenici sono posti sulla parte anteriore del tetto, un poco più arretrati rispetto a quelli della versione Cng, scelta dettata dall’esigenza di un miglior equilibrio delle masse.

Il Citymood Lng è disponibile in due versioni: quella con due bombole (per un totale di 576 litri) e quella da quattro bombole per un totale di 1.152 litri. Opzione, quest’ultima, che assicura un’autonomia di più di 1.000 chilometri 

Menarini Citymood Lng, la sicurezza al top

Ma veniamo ai plus di questa ‘nuova’ tecnologia. Tutti i detrattori dei bus a gas, sentimento alimentato dagli alti costi di gestione, dovranno ricredersi. Le bombole criogeniche Lng non richiedono, infatti, la (costosa) revisione del quarto anno ma solo alcune semplici operazioni di verifica. La legge, infatti, prevede solo la revisione allo scadere del decimo anno di vita. Altro elemento da smontare è quello della sicurezza. Non è vero che un bus Lng presenta minori livelli di sicurezza rispetto a un omologo Cng, dove le pressioni delle bombole toccano i 200 bar. Nelle criogeniche Lng, infatti, si arriva a toccare 16-18 bar in quanto lo stato liquido del gas è ottenuto grazie a una temperatura di -160 gradi centigradi. Risultato ottenuto in virtù di una specifica architettura delle bombole che presenta una camicia del vuoto. Le stesse bombole presentano valvole di sicurezza per lo sfiato di eventuali parti gassose che si formano nei casi in cui l’autobus non venga utilizzato per un certo periodo di tempo.

Come fare il pieno…di gas liquido

Il punto di rifornimento del Citymood è posto dietro la porta centrale (nello stesso punto in cui è collocato quello della versione Cng). Da qui il gas liquefatto raggiunge le bombole per effetto della pressione impressa dall’impianto di rifornimento, operazione, quest’ultima, che richiede solo pochi minuti. Il gas liquido, tramite una pipeline, è poi convogliato sul posteriore del bus dove un evaporatore, riscaldato dal liquido del motore e gestito elettronicamente, si fa carico del cambio di stadio e convoglia a sua volta il carburante al motore a una pressione di circa 8 bar. Motore che per la versione Lng mostra i muscoli. A muovere il 12 metri di casa Menarinibus pensa, infatti, l’Fpt Cursor 9 (in luogo del Cursor 8 che fa bella mostra sulle versioni Cng). Il motore, un sei cilindri da 9 litri, è disponibile nelle versioni 330 e 360 cavalli. In tandem al motore è prevista la trasmissione automatica Zf Ecolife capace di rispondere sia alle esigenze urbane sia a quelle interurbane.

A gestire l’assetto delle sospensioni pensa la centralina elettronica Ecas, che riceve gli input da quattro sensori automatici. Non manca all’appello il sistema ‘kneeling’ che consente di abbassare l’ingresso laterale del pianale totalmente ribassato di 70 millimetri. L’impianto frenante, firmato Wabco, può essere arricchito, su richiesta, di Esc (Electronic stability control). Le funzionalità del veicolo sono alimentate dal sistema elettrico Multiplex da 24 V, con cinque centraline collegate tramite Can-bus e corredate di display grafico che integra le funzioni della centralina master.

Per una semplice manutenzione

Riproposti anche in questa versione i gruppi ottici anteriori di tipo apribile per garantire una migliore accessibilità, assicurata anche dai cambiamenti apportati per rendere il vano motore più accessibile. Al top la protezione implementata sottocassa e il riparo degli impianti. Rispondono all’appello alcuni optional, a partire dalla barra stabilizzatrice anteriore e le barre di rinforzo sulle fiancate a protezione dei passeggeri da possibili urti laterali. Bene anche i nuovi tergicristalli e la disposizione dei ‘rubinetti’ valvole del sistema pneumatico che ora trovano posto sull’anteriore, proprio sotto la postazione autista.

Le omologazioni europee

Il Citymood è omologato ECE 66 e presenta una struttura supplementare di protezione del conducente (Regolamento ECE numero 29). Per quanto riguarda i consumi, i Citymood rientrano invece nel ciclo UITP tipo SORT 1, SORT 2 e SORT 3. A certificare il ridotto numero di vibrazioni del posto guida e del vano passeggeri è la conformità alla norma ISO5349 e alla ISO 2631: durante le prove per ottenere la certificazione i Citymood hanno dimostrato valori di vibrazioni ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla norma stessa. Infine, i bus prodotti dalla IIA vantano la conformità alle normative CUNA e a quelle europee in termini di rumorosità, accelerazioni e spunto in salita.

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