La vicenda Sitcar è arrivata al capolinea. Ieri, 3 maggio 2018, l’azienda di Formigine è passata di mano alla Best Kinematics e non alla Barbi di Mirandola (Mo), passaggio, quest’ultimo, considerato scontato visto che l’azienda modenese era stata l’unica ad aver presentato un offerta di acquisto. L’Unica sino a ieri, però. La Best Kinematics, un po’ a sorpresa, si è porta a casa Sitcar grazie a un’offerta economica migliorativa di circa 50mila euro. «La nuova azienda», ha dichiarato Fabrizio Ferrari, amministratore delegato di Sitcar spa, «è una giovane realtà molto dinamica che guarda con grande interesse alle nuove tecnologie. Oggi Best Kinematics ha un capitale sociale di 10mila euro ma verrà presto ricapitalizzata per far fronte agli investimenti necessari. La logica è quella di innovare e seguire il trend della transizione energetica». Come? «Il progetto è quello di puntare sui mezzi elettrici e più in generale sui minibus a trazione alternativa. Elettrificazione che sarà poi estesa anche in altri ambiti per aumentare i volumi di produzione».

Sitcar, parola a Isabella Barbi

«Ci dispiace molto, abbiamo creduto sin dall’inizio in questo progetto», dichiara ad AUTOBUS Isabella Barbi, «impegnandoci con i sindacati per salvaguardare i lavoratori e la storia aziendale. Ma non solo. Il nostro era un piano industriale serio che guardava al futuro. Ma qualcosa è cambiato in corsa, precisamente ad aprile». Conferma che ieri (3 maggio 2018 n.d.r.) la vostra proposta non era sul tavolo del giudice? «E’ vero il contrario. La nostra proposta c’era ed era quella oggetto della “proposta di acquisto” presentata nel febbraio scorso e diventata la base d’asta». Come avevamo già avuto modo di scrivere in precedenza, Sitcar presentò il concordato in bianco il 30 settembre 2017 e il mese successivo il gruppo Barbi iniziò le procedure di avvicinamento per un accordo. Accordo che aveva come oggetto l’acquisizione del ramo d’azienda produttivo in cui insistono i progetti dei minibus turistici, urbani e scuolabus nonché i progetti, i materiali e i 12 dipendenti. «Certo, resta un po’ di amaro in bocca», continua Isabella Barbi, «ma noi guardiamo avanti grazie ai nostri progetti. Da una parte con la costruzione e la vendita degli autobus su meccanica MAN e dall’altra con il nuovo scuolabus su base Iveco Daily 100».

Sitcar, la storia

Sitcar era ricorsa al concordato per fare fronte ai debiti. L’azienda emiliana aveva infatti depositato ricorso al tribunale di Modena per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. «Ci serviamo di questa procedura in un’ottica difensiva – queste, all’epoca, le parole dell’amministratore delegato Fabrizio Ferrari -. L’obiettivo è quello di una ristrutturazione societaria per rendere l’azienda più adatta alle mutate condizioni del mercato». Il documento era stato presentato dai vertici di Sitcar il 29 settembre, allegandovi i bilanci degli ultimi tre esercizi. A pochi giorni di distanza era arrivato il responso del tribunale, che aprì alla possibilità di procedere verso il concordato assegnando a Sitcar «il termine fino al 03.01.2018 per la presentazione del piano, della proposta e della documentazione». Iniziò così una fase di stretto monitoraggio da parte del tribunale sull’operato di Sitcar, tenuta a depositare «mensilmente a partire dal giorno 3.11.2017 e fino alla scadenza del termine come sopra fissato o comunque fino alla data di presentazione dei documenti di cui sopra, una relazione in merito alla attività eventualmente svolta con particolare riferimento a eventuali debiti contratti e pagamenti effettuati, una situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata all’ultimo giorno del mese precedente nonché alla gestione finanziaria dell’impresa e all’attività compiuta ai fini della predisposizione della proposta e del piano».

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