Una navicella spaziale? Una casetta itinerante? Nulla di tutto questo. Questo “strano oggetto su ruote” si chiama NX23 e in poco più di tre metri di lunghezza è il mezzo che vuole rivoluzionare il concetto di mobilità. Nel nome della modularità e dei servizi on-demand.

Le menti dietro a tutto questo sono quelle di Next Modular Vehicles, start up tutta italiana, fondata da Tommaso Gecchelin, che abbiam avuto modo di conoscere insieme al CCO Domenico Giudici, dall’ingegnere capo Edoardo Fantin e dal Senior Automotive Advisor Giacomo Marra. Insieme a loro siamo saliti a bordo del “pod”, facendo un piccolo viaggio per le strade di Milano. Dove ha calamitato gli sguardi stupiti e incuriositi di pedoni e automobilisti. E non potrebbe essere altrimenti

E proprio a Milano l’azienda dovrebbe lanciare un progetto pionieristico con l’AMAT, l’agenzia di trasporto pubblico della città, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, grazie alla vittoria di un progetto europeo. “AMAT utilizzerà i nostri veicoli nell’ambito di un nuovo servizio a richiesta. I cittadini potranno richiedere un veicolo tramite un’applicazione mobile. Le navette saranno raggruppate in base alle esigenze di servizio e i passeggeri vedranno sul cellulare se devono spostarsi in un’altra navetta per raggiungere la loro destinazione”, ci racconta Tommaso Gecchelin.

NX23, i pod di Next Modular Vehicles

Ad oggi circa 10 veicoli oggi coinvolti in progetti pilota, mentre 50 veicoli inizieranno a uscire dalle linee di produzione nel 2024, diretti al mercato europeo e mediorientale. E sono in corso discussioni per la creazione di partnership con operatori industriali che potrebbero aiutare la startup a scalare volumi maggiori.

L’azienda opera a livello globale con uno stabilimento a Padova, in Veneto, nel nord-ovest dell’Italia, e un altro a Dubai. Un importante traguardo è stato raggiunto a metà del 2023 con un accordo di investimento da parte di Paradigma Management Consultancies LLC, che ha iniettato 2,5 milioni di euro in Next Modular Vehicles.

“L’azienda è composta da circa 15 persone – prosegue Gecchelin -. La sede centrale è a Padova e si occupa di ricerca e sviluppo e produzione di prototipi, un altro stabilimento di assemblaggio è a Dubai, dove dal 2016 collaboriamo attivamente con l’agenzia dei trasporti RTA. Per passare a volumi maggiori, oltre le 500 unità annue, sarà necessaria la collaborazione di un partner industriale, e ci stiamo lavorando, visto che siamo già in discussione con un importante produttore italiano di autobus”.

Le capsule Next possono funzionare come un singolo “vagone” o collegarsi ad altri moduli in base alla domanda di trasporto in tempo reale. Durante le ore di punta, il veicolo può collegarsi ad altri “pod” per far fronte all’aumento della domanda. Nelle ore meno congestionate, la configurazione può adattarsi a un assetto più corto e leggero, ottimizzando l’uso dell’energia e pianificando la domanda futura.

È in corso l’omologazione europea del nuovo modello NX23 – spiega Gecchelin -. Tuttavia, l’altro modulo pod che abbiamo già sperimentato a Padova ha superato i test di omologazione per la M1 IVA”.

I mercati nel mirino

Mercati di riferimento? “Al momento è quello dei servizi VIP, dei resort, delle destinazioni turistiche. Stiamo raccogliendo interesse anche dal settore aeroportuale, dove i veicoli potrebbero essere impiegati per il collegamento tra i parcheggi e il terminal”, continua Gecchelin. Che prosegue: “Guardando al futuro, nel 2026 prevediamo di iniziare a gestire un servizio pubblico con pod che si collegano e si scollegano dinamicamente. Il valore fondamentale di Next è infatti il fatto che molte capsule (fino a 5) possono essere agganciate insieme meccanicamente (mentre l’allineamento delle capsule è consentito da un sistema robotico informatico proprietario). Quando sono agganciati insieme, fino a 3 pod creano un unico veicolo senza articolazioni. Quando vengono collegate più di 3 capsule, i veicoli diventano selettivamente articolati. Le persone possono spostarsi da una capsula all’altra attraverso la porta anteriore e posteriore di ciascuna capsula”.

Ma non solo il trasporto passeggeri è sotto i riflettori. Sono in vista anche applicazioni nel mercato del trasporto merci, in particolare nei servizi dell’ultimo miglio. Ci dice ancora Gecchelin: “Un’altra possibile applicazione è il collegamento tra un primo pod utilizzato per il trasporto passeggeri e un secondo pod utilizzato per il trasporto merci. A Padova stiamo per lanciare un progetto di dynamic-lockers-pods nell’ambito di una gara europea che abbiamo vinto. I pod saranno utilizzati per la consegna delle merci. Nel caso in cui alcune scatole non vengano consegnate, saranno conservate in un pod che verrà parcheggiato in un luogo strategico, e i destinatari delle scatole saranno ovviamente informati della localizzazione del locker per poter ritirare i loro pacchi”.

E un altro progetto è in partenza: “Nell’estate del 2024 avvieremo anche un nuovo progetto nella destinazione turistica di Courmayeur, attraverso una partnership con il Comune e l’operatore Arriva”.

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