Il lasciapassare definitivo del Senato al decreto Infrastrutture e la sua ormai imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre al mare magnum di provvedimenti e in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale lato sensu, preparano il terreno per il nuovo Codice della strada, che entrerà in vigore entro il dieci novembre. Una delle tante, tantissime novità introdotte dall’aggiornamento del testo, interessa in modo particolarmente importante il mondo del trasporto pubblico locale, vista la messa al bando, a partire dal trenta giugno 2022, dei veicoli Euro 1 nel Tpl italiano.

Le novità del nuovo Cds

La multa per il telefonino al volante si estende anche a tablet e altri device, le contravvenzioni raddoppiano per chi posteggia nelle aree di sosta riservate ai disabili, cambiano (inasprendosi) le sanzioni per chi guida la moto – o il motorino – senza il casco, gli “sciami” di monopattini e la loro circolazione vengono regolamentati con l’obbligo delle frecce, dei freni su entrambe le ruote, la durata del foglio rosa raddoppia (da 6 a 12 mesi) e le change per dare l’esame della patente diventano tre e – appunto – il giro di vite sui mezzi pubblici inquinanti. Il governo, per accompagnare il rinnovo del parco veicoli del Tpl nostrano, ha previsto uno stanziamento di 5 milioni per il 2022 e 7 milioni l’anno dal 2023 al 2035.

Cds: stop agli Euro 1 nel Tpl

La transizione ecologica del vetusto parco mezzi tricolore è una necessità non più procrastinabile ed ecco allora la sferzata del nuovo Codice della strada per accelerare il turnover: per tagliare in modo sensibile le emissioni di anidride carbonica nei centri urbani, il Cds stringe le maglie e chiude gradualmente la strada ai mezzi a benzina e gasolio destinati al trasporto delle persone.
E, allora, ecco che a partire dal 30 giugno 2022 è vietata la circolazione dei veicoli di categoria M2 e M3, con caratteristiche Euro 1. Dal primo gennaio 2023, invece, sarà la volta delle medesime categorie con caratteristiche Euro 2; da inizio 2024, infine, lo stop interesserà anche i mezzi Euro 3.

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