di Gianluca Celentano (conducente bus)

Senza la manutenzione si dimezzano la vita e la qualità di qualsiasi automezzo. Seppur fastidiosa per i costi onerosi e un necessario fermo vettura, è quella che ci permette di viaggiare sempre in tranquillità. Diminuire i periodi di manutenzione o utilizzare prodotti generici non fa altro, il più delle volte, che spostare più in là questo appuntamento che presenterà un conto maggiore. Quindi è azzeccato il proverbio chi più spende meno spende. 

Le società di autoservizi conoscono molto bene l’importanza della manutenzione periodica e devo riconoscere, per mia esperienza, che è sempre eseguita, magari con tempistiche variabili. Ma c’è chi non è troppo zelante confidando soprattutto nella manutenzione programmata; a vigilare, comunque, c’è l’appuntamento annuale con la revisione in motorizzazione.

Assicurarsi di informare

Il ruolo del conducente è fondamentale nel segnalare quelle anomalie che se trascurate potrebbero degenerare in guasti più seri. Basti pensare che una semplice cinghia apparentemente intatta, potrebbe spezzarsi perché indurita dal continuo calore del motore, dalle trazioni e sollecitazioni. Le stesse buche formatesi dopo pochi giorni di pioggia creano problemi diretti e indiretti anche ai nostri autobus che possiedono una minor versatilità nel traffico per scansare in sicurezza questi ostacoli improvvisi.

Le aziende dispongono per ciascun mezzo  di un report chiaro circa tutti gli interventi effettuati e, nel caso dovessero fare nuove riparazioni, all’autista verrebbe assegnato un bus provvisorio. In linea di massima queste sono le regole comportamentali più diffuse, ma scopriamo qualcosa di più…

Chi guida il bus

Bisogna separare il concetto di sicurezza dalla manutenzione: è richiesta una maggiore o minore manutenzione dell’autobus a seconda di come il mezzo  viene “trattato”, un aspetto che diversi padroncini contestano agli autisti.

L’usura precoce della frizione può dipendere da diversi fattori, fra cui il non mettere il cambio in folle da fermi o il partire in seconda anche sui falsi piani ascendenti. Sono cattive abitudini che una formazione iniziale potrebbe limare, ma tra i piccoli vettori questo aspetto costruttivo è sconosciuto. Addirittura un giovane autista e meccanico calabrese, mi diceva che sarebbe buona norma  posizionare anche i cambi automatizzati in neutro durante le fermate o soste. Questo per alleggerire il reggispinta staccando invece gli ingranaggi in presa.

Priorità tutte da capire

Poi ci sono situazioni poco chiare. Qualche anno fa in una società privata con diversi bus turistici, mi contattarono per sostituire la puleggia principale del motore, apparentemente perfetta ma soggetta a rotture improvvise. Lavarono anche il radiatore ma non sistemarono una perdita d’aria sulla scatola del cambio che impediva l’innesto della quinta marcia, e neppure i deteriorati tubi dell’aria del sedile di guida. Non ho mai capito questo atteggiamento, legato forse a priorità piuttosto che a una questione personale. Fatto sta che la guida risultava scomoda, il che dimostrava una scarsa attenzione verso il conducente. Frequentando il piazzale con il post pandemia e la carenza di personale, diverse società hanno resettato toni e comportamenti di prevaricazione nei confronti dei loro autisti, e questo la dice lunga sul perché prima potessero esercitare azioni di scarsa sinergia con il personale.

L’indifferenza è a doppio taglio

Abbiamo ampiamente riportato nella rubrica che molto spesso uno dei “mali” del settore è lo scarso impegno degli autisti  o peggio un’eccessiva sudditanza a regole poco chiare. Seppur non sia la regola, può capitare di incontrare conducenti che, pur lamentandosi sul piazzale, accettano condizioni di lavoro poco dignitose oppure rimandano qualche utile segnalazione. Quando si parla di giovani e di una nuova linfa e motivazione nella professione, servirebbe senza ipocrisie porsi qualche domanda per dare soluzione a molti problemi.

I controlli settimanali che i conducenti riservano al bus assegnato riguardano i livelli, le condizioni del mezzo, dei freni e della data di produzione dei pneumatici (mese/anno). Non serve quindi essere meccanici per fare questo mestiere, ma avere passione e cura del nostro autobus e soprattutto una società leale e amica.

Oggi in caso di problematiche meccaniche sulla strada le società hanno sostanzialmente due sole scelte: predisporre un servizio mobile di assistenza o affidarsi a società esterne di riparazione e recupero.

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