La notizia arriva con una nota dalla FAST Confsal Trasporto Pubblico di Linea, la Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti, impegnata da tempo nell’analisi delle condizioni lavorative del personale alla guida dei bus. L’iniziativa è stata indirizzata al Presidente della Regione Lazio, al Sindaco di Roma Capitale, agli Assessori ai Trasporti e Mobilità della Regione Lazio e del Campidoglio, oltre che per conoscenza a ben 13 vettori del TPL, tra cui ATAC e Cotral Spa.

Dalla nota di Fast Confsal

Negli ultimi anni, secondo la nota a firma di Francesco Menegat, segretario regionale, il settore del trasporto pubblico locale ha vissuto una trasformazione significativa, con un crescente numero di donne impiegate nella guida degli autobus a Roma e nel Lazio. Questo cambiamento segna un progresso concreto nella parità di genere, abbattendo stereotipi e promuovendo un ambiente lavorativo più equo e rispettoso.

L’aumento delle donne nel tpl sottolinea la necessità di nuove metodologie, mentalità e servizi per supportare questa transizione. Tra le proposte avanzate emergono misure per migliorare le condizioni di lavoro, come l’installazione di bagni nei capolinea, la flessibilità lavorativa per le famiglie monogenitoriali e la creazione di asili nido aziendali. Interventi che non solo agevolano il benessere dei dipendenti, ma migliorano anche la qualità del servizio per i cittadini. In virtù di quanto descritto sarebbe importante e opportuno l’inserimento del Comitato Pari Opportunità (CPO) in tutte le aziende di trasporto che si avvalgono di personale femminile.

Una considerazione

Tuttavia, la discussione sulla parità di genere non può escludere una riflessione più ampia sull’inclusione e il rispetto di tutte le diversità. Il trasporto pubblico è stato a lungo un settore maschilista, in cui (forse) con ingenuità, anche espressioni opinabili venivano spesso usate con leggerezza, generando disagio tra i lavoratori e le lavoratrici. Un cambiamento culturale è necessario per trasformare queste aziende in luoghi di crescita, dove il rispetto e la valorizzazione delle persone diventino parte integrante del lavoro quotidiano, influenzando positivamente anche le famiglie e le nuove generazioni.

Oltre alla parità di genere, è fondamentale affrontare anche altre forme di vulnerabilità, come quelle legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Per questo motivo, il Comitato Pari Opportunità (CPO), dove presente, dovrebbe ampliare il proprio raggio d’azione includendo il contrasto a ogni forma di discriminazione, garantendo un ambiente lavorativo realmente inclusivo.

Parità di genere: chi è già un passo avanti nel tpl

Per dovere di cronaca riportiamo che alcune aziende del settore si sono già mosse da tempo in questa direzione – ad esempio ATM Milano -, investendo nella diffusione di codici etici interni e strategie comunicative orientate alla promozione del rispetto e dell’uguaglianza – vedi certificazione SA 8000, Social Accountability International SAI –. Iniziative che dimostrano un cambiamento culturale profondo non solo necessario, ma assolutamente possibile.

L’istituzione del CPO in tutte le aziende del trasporto pubblico rappresenterebbe un passo decisivo per tutelare le donne lavoratrici e promuovere un ambiente equo per tutti i dipendenti. Investire in politiche di inclusione significa migliorare le condizioni di lavoro, incrementare la soddisfazione del personale e contribuire a un tpl più moderno, efficiente e quindi rispettoso.

di Cristian Guidi

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