Comitato bus turistici. 25mila posti di lavoro a rischio nel settore dei bus turistici e da noleggio. L’allarme si alza dal Comitato Bus Turistici Italiani. Sarebbero 6mila le imprese bloccate, per circa 2,5 miliardi di fatturato al momento azzerati. Che il blocco dei trasporti derivato dall’emergenza Coronavirus stesse mettendo in ginocchio il settore non è un’informazione che stupisce. Ora il neonato comitato prova a mettere in fila i numeri.

Il comitato comprende circa 220 operatori di tutta la penisola. Sempre facendo riferimento ai dati forniti dal sodalizio, oltre 25 mila bus viaggiano sulle strade ed autostrade italiane, percorrendo ogni anno 1,7 miliardi di chilometri e consumando circa 450 milioni di litri di carburante. Ecco che il mancato consumo di carburante, per quanto si riverberi certamente in una diminuzione (già dimostrata) dei livelli di polveri sottili nell’aria, si traduce, considerando solo il settore autobus da noleggio, in 270 milioni di accise che non arriveranno allo Stato. I comuni, poi, dovranno fare i conti con 100 milioni di euro di ticket bus non incassati.

Comitato bus turistici, cos’è?

Autobus ha raggiunto al telefono Riccardo Verona, il presidente del neonato Comitato fondato dallo stesso Verona con Fabio Maddi e Renzo Baldi. «Tutto è nato per caso, poco più di un mese fa quando ho creato un gruppo whatsapp con alcuni colleghi della Lombardia, Veneto e Toscana», ci dice il presidente che dal 1986, insieme al fratello, è alla guida della Fratelli Verona di Pietrasanta, azienda che oggi conta poco meno di 20 autobus. «Poi il gruppo si è allargato e oggi siamo in 220, aziende che rappresentano l’intera Penisola».

Rassegna stampa del 2 aprile 2020

Ma perché avete sentito l’esigenza di organizzarvi in un Comitato? «Dopo che è scoppiata la bomba ‘Coronavirus’ i media hanno parlato praticamente di tutti i settori economici del Paese. Ma nessuno mai ha detto una parola sul settore del noleggio con conducente, mai! Questo Comitato nasce dall’esigenza di dare visibilità a un segmento in ginocchio».

Comitato bus turistici

Comitato bus turistici, le aziende

La domanda nasce spontanea: perché il Comitato? «Guardi, non vogliamo assolutamente contrapporci ad Anav o a Cna, consideri che molti di noi, tra cui io, siamo associati storici. Non siamo “contro” nessuno ma chiediamo al Governo di occuparsi di noi. Ora il Comitato bus turistici è stato costituito, abbiamo versato le quote, l’ultimo passaggio è la firma dal notaio… la faremo quando finirà questa quarantena».

Senta, lei è il presidente nazionale. Avete intenzione di costituirvi anche a livello regionale? «In sostanza lo siamo già, il Comitato bus turistici copre l’Italia da Nord a Sud e quasi in ogni Regione c’è un ‘coordinatore’. In Val d’Aosta c’è la V.I.T.A spa della famiglia Calliera, in Lombardia Perego mentre in Veneto il referente è la Pettinà Viaggi di Vicenza. Delai è il nostro ‘faro’ in Trentino mentre in Umbria la Ceccarelli. Per la Liguria è scesa in campo Genovarent e in Abruzzo l’azienda F.lli Di Fonzo. Nelle Marche e nel Lazio siamo ancora scoperti mentre in Campania il coordinatore è D’Agostino. In Puglia, invece, c’è la Fiore, in Sardegna Asara e in Calabria Troiolo. Insomma, la squadra è forte!». Presidente, per ora siete un Comitato virtuale? «Per ora è così. Tra pochissimo sarà disponibile anche un sito internet, www.busturistici.com, ma la volontà è quella di rimanere coesi anche dopo questa bufera».

Aziende del noleggio, siamo in ginocchio

Tornando ai mancati introiti di questo periodo di fermo forzato, questi ammanchi “metteranno in crisi i bilanci di molte amministrazioni locali – sottolinea il Comitato Bus Turistici Italiani, come riporta anche il quotidiano Il Tempo -. Senza contare altri settori collegati ai bus come guide, accompagnatori, officine, carrozzieri, costruttori, assicurazioni, gommisti, elettrauto e quant’altro. Bisogna tenere conto anche dei mancati investimenti riferiti al rinnovo del parco pullman, che ogni anno genera l’immatricolazione di circa 750 bus, con un fatturato totale di circa 220 milioni di euro”.

Le azioni del Governo non sono sufficienti

Secondo il Comitato, prosegue il quotidiano, “i 25 miliardi di euro stanziati complessivamente dal governo non saranno sufficienti nemmeno a fronteggiare la crisi del solo settore turistico. Per ovvie ragioni il segmento dei bus subirà pesanti ripercussioni”. “Siamo stati il primo settore a fermarsi per la crisi – dice il presidente del Comitato, Riccardo Verona – e, presumibilmente, saremo anche l’ultimo che riuscirà a ripartire. Il nostro comparto non viene considerato dalle Istituzioni e conseguentemente dall’opinione pubblica. Per questo abbiamo deciso di far conoscere i numeri reali che travolgono la nostra categoria. La crisi del turismo, che produce ricchezza per l’intero paese, porterà alla chiusura di molti operatori. Chiediamo al Governo interventi mirati e decisi”.

È stato inaugurato oggi il sito internet del Comitato Bus Turistici, l’iniziativa spontanea nata nei giorni dello stop forzato per il coronavirus da un gruppo whattsapp. A colpire innanzitutto è il dominio internet scelto, facile da ricordare. “L’agenzia di comunicazione ci ha proposto una rosa di dominii e io ho scelto questo” dichiara Riccardo Verona, presidente del neonato comitato e patron del bus operator F.lli Verona di Pietrasanta.

bus turistici allarme

La nuova realtà ha già ottenuto una buona visibilità su media nazionali con “uscite” sul quotidiano Il Tempo, Il Sole 24 ore, Il Corriere della sera e persino una citazione al TG5. “Dopo il passaggio al TG5 qualcuno degli associati ha detto “stasera andiamo a letto con più speranze”- dichiara Verona – noi non abbiamo la bacchetta magica, non siamo dei fenomeni, ma speriamo di avere visibilità. A queste uscite sui media nazionali vanno aggiunte, oltre naturalmente a quelle dei media specializzati come AUTOBUS, anche quelle su giornali ed emittenti locali. “Abbiamo nominato dei coordinatori per ogni regione, in primis per vigilare sull’ingresso di nuove aziende che vogliono entrare e poi proprio per tenere i rapporti con i media locali”.

Rassegna stampa del 2 aprile 2020

Comitato bus turistici Italiani: chi sono i coordinatori regionali

Sempre nelle parole del presidente: “Come coordinatori sono stati scelti quelle persone che sono entrate per prime nel gruppo whattsapp e che hanno dato una mano. Dovevamo partire con ditte che conoscevano il progetto.”

FRIULI Barburini di Gemona del Friuli

VENETO Massimo Pettinà (Pettinà viaggi)

PIEMONTE Fabio Figus

VAL D’AOSTA V.i.t.a.

TRENTINO Giorgio Dellai

LOMBARDIA Alessandro Cella e Maria Grazia Perego (20 aziende lombarde)

TOSCANA Riccardo Verona

LIGURIA Renzo Balbi (Genova Rent)

EMILIA ROMAGNA Gaspari Viaggi

UMBRIA  Enrico Ceccarelli

LAZIO Sit e We Bus Travel di Montefiascone

ABRUZZO Alfonso Di Fonzo

MARCHE Filippo Pallotta di Pallotta viaggi

MOLISE Sandro Moffa

CAMPANIA F.lli D’Agostino

BASILICATA  Grassani

CALABRIA Troiolo

PUGLIA Fiore

SICILIA Busacca

SARDEGNA Franchino Asara

Una composizione di aziende eterogenee

Come si può vedere, l’elenco dei coordinatori comprende aziende eterogenee per tipologia di servizio svolto, dimensione e storia. “Non abbiamo fatto distinzione tra aziende grandi e piccole – continua Verona-tra chi fa tpl e chi non fa tpl -. La forza di questo gruppo è che ognuno la pensa come vuole, vota o si iscrive al partito che vuole, ma adesso si fa fronte comune. Se noi portiamo avanti questa campagna mediatica allora il politico o chi per esso dice “questi aziende hanno dei problemi grossi”.

“Abbiamo coperto tutta Italia, dalla Val D’Aosta al Friuli e dal Friuli alla Sicilia – precisa Riccardo Verona, spesso alla guida dei suoi mezzi a bordo dei quali dall’85 ad oggi ha percorso ben tre milioni e mezzo di chilometri – Senza l’aiuto di tutti gli associati non saremmo arrivati dove siamo arrivati, al momento il numero dei pullman delle imprese associate è pari a 5.000. A breve sul sito internet verrà pubblicato l’elenco delle imprese associate.

Il dopo emergenza nel mondo dei bus turistici

Sempre nella parole del presidente Verona: “Ad emergenza finita faremo un pranzo tutti assieme, ognuno prenderà un pullmino con gli associati della sua zona e ci ritroveremo qui in Toscana da dove l’idea è partita. Il problema sarà la ripartenza: le persone saliranno sul pullman o no?“.

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