di Gianluca Celentano, conducente bus

Dal quartier generale di ST-Sistema Trasporti la confederazione di imprese del comparto bus e ncc, il presidente Francesco Artusa non ci sta e tuona sui social. 

Oltre alle diverse rimostranze a favore del settore del noleggio portate avanti da ST, Artusa coglie come un vero e proprio attacco al settore bus turistici la recente sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione al Comune di Milano circa l’obbligatorietà di munire da subito i bus di sensori per “l’angolo cieco”.

L’ordinanza

Facciamo un passo indietro sulla vicenda. Il 2 ottobre 2023, la giunta milanese aveva introdotto il divieto di accesso nell’Area B e C per i mezzi pesanti non dotati dei sensori laterali, con l’ obiettivo di ridurre gli incidenti con ciclisti e monopattini.

L’obbligatorietà doveva scattare nel gennaio 2024 nonostante le nutrite polemiche per le tempistiche e la relativa facilità di incorrere in sanzioni. In sostanza, con tale decisione e dispositivi applicati, si rischiava di non essere in regola in tutti gli altri comuni italiani. Inoltre sotto la lente ci sono altri aspetti cruciali e trascurati dall’amministrazione comunale tra cui, un’efficace sensibilizzazione sui rischi stradali diretta agli utenti di bici e monopattini e il non riconoscimento del dispositivo in sede di revisione del mezzo. Sull’argomento il Tar aveva annullato l’ordinanza comunale sulla base del ricorso promosso da ST, negando la legittimità del provvedimento e asserendo: “l’incompetenza del Comune su una materia di competenza statale”

Tuttavia il ricorso al Consiglio di Stato promosso dal Comune ha ribaltato il verdetto del Tar. 

Le azioni

Francesco Artusa, che annuncia ricorsi sull’argomento, è ben consapevole e a favore della necessità di una maggiore sicurezza per tutti sulle strade, e sui sensori aggiunge: “è vero che questi dispositivi sono disponibili sul mercato, ma per essi manca qualsiasi disciplina per l’omologazione e risultano sconosciuti alla Motorizzazione civile. La materia non è disciplinata e le procedure non sono attivate. Quindi tali dispositivi, per altro molto onerosi, non possono venire legittimamente istallati senza incorrere nel rischio di sanzioni; questo è il vero paradosso”.

Sul da farsi Sistema Trasporti sta valutando alcune opportunità, fra cui la revoca della sentenza per dimostrare un errore giuridico al di fuori di ogni legittima interpretazione o sensibilizzare il Parlamento sull’argomento. L’organismo legislativo, ricordiamo, riceverà tra poche ore il testo del nuovo codice della strada che già prevede modifiche all’art.7. 

Le conclusioni

Il presidente Artusa termina sostenendo: “Questa sentenza è un pericoloso precedente che rischia di peggiorare la situazione di far west già in essere nelle amministrazioni locali. Basterà da qui in avanti motivare qualsiasi ordinanza con l’obbiettivo di preservare la salute, senza nemmeno doverlo dimostrare, per togliere qualsiasi autorevolezza al codice della strada e al Ministero dei trasporti. Una anarchia comunale che le imprese non possono sopportare e di cui il Parlamento dovrebbe farsi carico. Valuteremo l’azione migliore“.

Nel frattempo ST sistema Trasporti si sta preparando all’Assemblea Nazionale dei soci convocata per il giorno Sabato 9 Marzo a Milano.

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