Autobus gratis per combattere lo smog? Secondo Asstra in Italia la battaglia giusta è investire in infrastrutture di trasporto pubblico. «La proposta tedesca di rendere gratuito il trasporto pubblico nelle zone ad alto inquinamento atmosferico va valutata con attenzione e serietà – afferma il presidente dell’associazione di categoria Massimo Roncucci -. Le sfide demografiche, economiche, sociali e ambientali dell’urbanizzazione globale si vincono solo con una risposta integrata di mobilità sostenibile, centrata sul trasporto pubblico a bassissimo impatto ambientale, sempre più green e intelligente».

autobus gratis contro lo smog

Autobus gratis, la proposta tedesca

Sta facendo molto discutere la proposta avanzata dal governo tedesco, che si è detto disposto a coprire il buco da 13 miliardi che i mancati introiti derivanti dall’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici genererebbero nei bilanci degli enti locali. L’obiettivo di un simile sforzo è quello di evitare una denuncia della Commissione Ue alla Corte di Giustizia europea per l’eccesso di gas di scarico rilevato in 130 città del Vecchio continente. Una scure che pende anche sull’Italia. In via sperimentale, si legge sulla stampa italiana, i “mezzi pubblici gratis” dovrebbero essere testati dunque entro la fine dell’anno in cinque città: Essen, Bonn, Mannheim, Herrenberg e Reutlingen. In ogni caso, ha precisato il governo tedesco sull’onda del clamore mediatico suscitato dallo slogan “autobus gratis”, si tratta di un’ipotesi per ora priva di piani attuativi concreti.

Roncucci: autobus gratis, ricetta sbagliata per l’Italia

Roncucci, vertice di Asstra, ha affidato ad un comunicato stampa le proprie riflessioni sull’ipotesi degli autobus gratis contro l’inquinamento: «Pensare di applicare la formula tedesca al nostro paese, anche solo a titolo sperimentale ed in alcune città come forse faranno in Germania, sarebbe come pensare di curare un braccio ferito con l’aspirina. Il problema prioritario del nostro sistema di trasporto pubblico è, infatti, il gap infrastrutturale che ci vede fanalini di coda rispetto ai maggiori paesi europei e con un parco autobus tra i più vecchi».

Pagare di più per un tpl più efficiente

«Inoltre, da noi il problema non è il costo del biglietto, tra i più bassi in Europa – prosegue Roncucci -. Le indagini sui comportamenti di mobilità degli italiani che facciamo ogni anno con Isfort mettono in evidenza la disponibilità delle persone a pagare anche di più il prezzo attuale dei mezzi pubblici. In cambio, però, tutti chiedono maggiore qualità e quantità di servizi.  Perché se si pensa di arrivare col biglietto gratis a spostare una quantità di utenza dal trasporto privato/automobile tale da fare la differenza sui livelli di inquinamento urbano, a monte bisognerebbe essere sicuri di proporre ai cittadini un sistema infrastrutturale in grado di reggere l’impatto di un trasferimento modale epocale. L’obiettivo è giusto, ma il mezzo per raggiungerlo non credo possa essere la scorciatoia della gratuità».

Sviluppare il tpl per combattere lo smog

«Noi siamo convinti, invece – conclude Roncucci -, che la risposta strutturale per i danni recati alle aree urbane da traffico e inquinamento sia lo sviluppo del trasporto pubblico. Per questo bisogna continuare sulla strada tracciata col programma “Connettere l’Italia” che ha pianificato risorse ingenti a sostegno del trasporto pubblico fino al 2033. Una strada non solo da seguire ma da implementare e coordinare con i piani dei comuni per la mobilità sostenibile, perché non solo ci vogliono infrastrutture, mezzi pubblici ad alta prestazione di servizio e non inquinanti ma anche corsie preferenziali e pianificazione urbana organica e integrata con l’offerta del servizio»

Anche Anav contro i bus gratis anti inquinamento

“È sicuramente positivo il fatto che l’ipotesi del Governo tedesco di promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici, rendendoli gratuiti, per combattere l’inquinamento atmosferico abbia riscosso tanta attenzione sugli organi di stampa e nel dibattito nazionale, ma credo che l’attenzione si sia eccessivamente focalizzata sulla leva ipotizzata della gratuità, perdendo di vista il metodo e cioè la promozione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico locale come via realistica e prioritaria di abbattimento delle emissioni dovute a un eccessivo utilizzo dell’autovettura che da noi, come in Germania, assorbe oltre l’80% degli spostamenti motorizzati”. Questo il primo commento del Presidente Vinella alla proposta tedesca ripresa oggi da molti giornali. I costi per tale gratuità in Germania sono stimati in circa 13 miliardi di euro annui. In Italia ammonterebbero ad almeno 8 miliardi all’anno, considerando il sistema di trasporto pubblico nel suo complesso. “Riteniamo che una spesa del genere non sarebbe né sostenibile né giustificabile – spiega il Presidente – non solo e non tanto perché, come rilevano alcuni esperti, la ricetta potrebbe funzionare solo in Paesi dove sono già efficienti sistemi di trasporto pubblico intermodale e integrato, quanto per la semplice constatazione che un settore economico completamente sussidiato rischia di fare passi indietro in quel processo di industrializzazione, recupero di efficienza e produttività, competitività e innovazione che riteniamo imprescindibile per determinare un salto di qualità del sistema e favorire la realizzazione di un nuovo modello di mobilità collettiva e sostenibile”.

Niente autobus gratis, ma un tpl più capillare

“È innanzitutto nel trasporto pubblico – prosegue – che la politica deve investire per motivare i cittadini a non servirsi dell’automobile e a essere parte attiva di una mobilità nuova, attenta all’ambiente e alla vivibilità della nostra splendida penisola, perché i numeri anche internazionali dimostrano che i sistemi di mobilità condivisa (car-sharing, car-pooling, ecc.) soddisfano un segmento molto piccolo della domanda di trasporto, peraltro solo nelle grandi aree urbane. È quindi irrealistico immaginare che possano fungere da alternativa diffusa”. “Per trainare la domanda di trasporto collettivo – conclude Vinella – serve un servizio pubblico più capillare, più frequente, più integrato, realizzato con mezzi moderni, confortevoli e con le tecnologie più avanzate per la tutela dell’ambiente. Più risorse e più infrastrutture, quindi, e più stimoli agli investimenti in un contesto di competizione virtuosa tra le imprese per la gestione dei servizi”.

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