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Secondo una ricerca dell’IDTechEX, un istituto di ricerca indipendente britannico, la diffusione degli autobus elettrici porterà ad un cambiamento radicale nel settore delle batterie: entro il 2020 la richiesta di batterie per autobus elettrici supererà quella del settore consumer con un giro d’affari stimato in 30 miliardi di dollari nel 2026. A fare da padrona nel settore è la Cina che produce il 97% degli autobus elettrici e il 75% delle batterie. Il mercato cinese è fortemente legato ai prodotti al litio-ferro-fosfato (LFP), mentre è in forte ascesa la domanda di batterie agli ioni di litio fosfato composte da nickel-manganese-cobalto (NMC) e il Governo di Pechino pare essere sul punto di varare norme restrittive per proteggere la produzione e i costruttori nazionali. La partita si gioca tutta sulla sicurezza e sulla velocità di ricarica: mentre le batterie LFP hanno una bassa densità di energia e tempi lunghi di ricarica, le seconde, con prestazioni superiori, sono più diffuse nel settore delle auto che in quello dei bus. Dalle decisioni delle autorità cinesi dipenderà il nuovo assetto del mercato e la dinamica di ricarica dei bus elettrici. Per non farsi però cogliere impreparate, le aziende europee sono già passate al contrattacco, aumentando la produzione e la diffusione delle batterie NMC, erodendo in parte il dominio cinese nel settore.

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