Atac, la scure del nuovo direttore generale Bruno Rota si abbatte sull’organico della municipalizzata: il piano di rilancio presentato alla sindaca Raggi contempla 2mila dipendenti (su 11mila totali) in cassa integrazione a rotazione. Una cura lacrime e sangue, insomma, per ripianare un debito arrivato a quota 1,2 miliardi di euro.

autobus atac rota

Rota non fa sconti al sindaco

Rota, ex vertice di Atm Milano passato in forza ad Atac in aprile, recentemente non ha mancato si scagliarsi contro l’amministrazione capitolina a 5 stelle. «L’amministrazione Raggi doveva denunciare la situazione dell’Atac un anno fa. Doveva farlo subito, appena eletta, anche perché da allora a oggi i debiti non sono aumentati ma la faccenda ormai è insostenibile: presto dovremo prendere delle decisioni nette», ha affermato al Messaggero. Il passaggio successivo è stata la presentazione a Raggi del piano di rilancio di Atac. Un documento in cui Rota fa presente l’ingente debito da 1,2 milioni di euro, un terzo dei quali nei confronti dei fornitori (ciò impedisce di intervenire sulla manutenzione di ben 350 mezzi fermi nei depositi): una pendenza, si legge nella nota diramata alla stampa, «che avvolge l’azienda rendendo oltremodo complesso operare efficacemente anche sul piano del risanamento industriale e organizzativo».

Tagli draconiani al personale

Il progetto firmato Rota prevede consistenti tagli al personale. Se i dipendenti totali di Atac sono 11mila, ebbene circa 2mila potrebbero finire, a rotazione, in cassa integrazione. La stessa amministrazione, per bocca dell’assessore ai trasporti Linda Meleo, ha affermato che «ci sono problemi di cassa». La stessa Meleo ha annunciato ai sindacati l’apertura di un tavolo, che inizierà i suoi lavori a fine luglio o, al più tardi, a settembre.

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