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È dei giorni scorsi la notizia di una possibile partnership tra Atac ed l’operatore cinese Byd dopo l’incontro del sindaco di Roma Ignazio Marino con il numero uno della società di Shenzhen. L’intesa industriale si baserebbe sull’acquisto da parte dell’azienda romana di 1800 vetture elettriche con una spesa di circa un miliardo di euro spalmata su diversi anni. Si tratterebbe di un leasing pluriennale che andrebbe a coprire anche la manutenzione dei mezzi e la sostituzione delle batterie. Non sono poche le perplessità sulla reale capacità di spesa dell’agenzia di trasporto romana, le cui difficoltà economiche sono ormai risapute. Se è vero che dall’operazione i vertici di Atac si aspettano risparmi sulla manutenzione e sull’acquisto di gasolio, l’impegno economico potrebbe paralizzare la società sul fronte degli investimenti per parecchi anni. Ai mezzi bisogna aggiungere infatti i costi per la realizzazione dell’infrastruttura di ricarica, con colonnine nei depositi e nei capolinea, senza sottovalutare la forte dipendenza da un mercato, quello elettrico, il cui futuro in Italia rimane ancora oscuro. Ma non è tutto. Nei piani futuri di Atac ci sarebbe anche l’arrivo di un nuovo direttore generale dopo l’uscita di Antonio Cassano, con pronto uno stipendio da 130 mila euro che comporterebbe un ulteriore aggravio di spesa. Infine, dagli uffici di via Prenestina, è arrivata la conferma dell’assunzione a tempo determinato di 130 autisti stagionali, nonostante il parere contrario del Dipartimento al Bilancio.

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