L’assemblea capitolina ha approvato, con uno stanziamento di 625mila euro, l’arrivo delle linee provinciali, nazionali ed internazionali del piazzale antistante il capolinea della metro A. Si da così il via all’adeguamento dell’austostazione di Anagnina che, nella volontà della Giunta guidata dalla sindaca Raggi, dovrebbe sostituire l’attuale di Tiburtina.

Anagnina al posto di Tiburtina

Lo stanziamento arriva ad un anno dalla delibera (189/2018) con cui, la Giunta Raggi, aveva espresso la volontà di trasferire l’hub dei pullman dalla Tiburtina all’Anagnina. “Una soluzione temporanea – aveva dichiarato l’allora Assessora Meleo –  per assicurare un nuovo hub intermodale per la città” con il duplice fine di “potenziare il nodo Anagnina e di istituire una nuova autostazione nel piazzale est di Tiburtina”.

Anagnina

La scelta di finanziare quel progetto, sta alimentando la preoccupazione dei residenti. “Riteniamo il trasferimento improponibile, perché è incompatibile con la situazione di fatto esistente” ha fatto sapere Maurizio Battisti, portavoce della Comunità territoriale del VII, la rete di associazioni e comitati del municipio più popoloso di Roma. A destare apprensione la viabilità visto che “già oggi è sovraccarico: basti vedere quanto tempo gli autobus di Cotral e di Atac impiegano per  uscire da quel budello”.

Anagnina, le critiche dei residenti

Le critiche dei residenti, nel 2018, avevano trovato la sponda del Municipio VII. “All’epoca – ricorda l’assessore ai lavori pubblici Salvatore Vivace – contestavamo l’arrivo del Tibus perchè era previsto che ad Anagnina arrivassero sia gli autobus provenienti da Nord che quelli provenienti da sud e da est”. Una decisione che aveva suscitato le proteste anche di quei pendolari che, quei pullman, erano costretti a predere.

“La stazione Anagnina oggi è oggetto di una difficilissima gestione già solo con Cotral, Atac e metro.  Allora ci furono prospettati dei piccoli adeguamenti che secondo noi – ha sottolineato Vivace – non risolvevano e non adeguavano la stazione all’arrivo del Tibus”. Ma lo stanziamento votato dall’Aula Giulio Cesare, è di pari importo rispetto a quanto prospettato un anno fa. E mentre il municipio fa sapere che si riserva di “studiare il progetto prima di commentarlo”, i residenti già sono sul piede di guerra. E chiedono un “incontro urgente” all’amministrazione pentastellata.

«Perché smantellare una delle poche cose che funziona qui a Roma?» si infervorano gli attivisti del “Comitato Cittadini Stazione Tiburtina”, che lamentano la poca lungimiranza del Comune. Il progetto della giunta capitolina, ritoccato più volte, prevede uno “spacchettamento” degli arrivi: gli autobus provenienti dalle regioni del sud Italia arriveranno al terminal di Anagnina mentre quelli provenienti dall’Abruzzo dovranno fare stazionamento sul lato alle spalle della stazione Tiburtina. «Da quel lato lì ci saranno soltanto degli stalli a raso senza neanche un bagno, un bar, o una sala di controllo che si occupi di aggiornare i monitor delle partenze e degli arrivi – denuncia Lorenzo Mancuso, coordinatore del Comitato -. «Anche il servizio a chiamata per i disabili che c’è a Tiburtina, nel nuovo hub non ci sarà. L’intento è soltanto quello di far attraversare la galleria commerciale a chi arriva da quel lato: un tunnel di oltre 700 metri che i pendolari dovranno obbligatoriamente percorrere, con bagagli al seguito, per arrivare all’uscita della stazione». Secondo i residenti, l’autostazione è inoltre un importante presidio per garantire la sicurezza, in un’area problematica: il servizio di vigilanza è attivo 24 ore su 24 e telecamere di sorveglianza che Tibus ha messo a disposizione della Questura. Gli attivisti della Lega hanno organizzato una raccolta firme per far cambiare idea al Comune e anche il Pd cittadino si è schierato contro la scelta della giunta capitolina.

Posti di lavoro a rischio

Con la dismissione dell’autostazione, gestita dal 1995 dal consorzio privato “Tibus”, sarebbero a rischio i posti di lavoro di quasi 100 persone tra responsabili delle biglietterie, sicurezza, piazzisti, impiegati nei bar, nei ristoranti e nelle sale operative. Senza calcolare il costo dell’indotto. Sempre più utenti, infatti, sceglieranno di prendere il treno piuttosto che arrivare fino ad Anagnina per salire sull’autobus. Anche tra gli autisti che popolano l’autostazione comincia a serpeggiare il malcontento: «Per le milioni di persone che ogni giorno passano di qui, sarà un grosso disagio – dice un autista della tratta che collega Roma con Avezzano – Qui a Tiburtina c’è la possibilità di prendere le coincidenze con i treni che partono per l’aeroporto di Fiumicino, ci sono i taxi e lo stazionamento dei bus urbani. A Roma siamo bravissimi quando si tratta di aumentare i disagi».

I membri delle associazioni di quartiere hanno presentato, attraverso una raccolta di oltre 8mila firme, un contro-progetto da proporre in consiglio comunale, ma la reazione dell’assessorato ai trasporti è stata fredda. «Il nostro progetto sarebbe a costo zero per il comune, perché prevede che siano i soggetti privati che prenderanno in gestione la nuova autostazione a provvedere alla riqualificazione e alla manutenzione dell’intera area», spiegano i membri dell’Associazione Rinascita Tiburtina mentre mostrano orgogliosi le foto dei rendering del progetto. L’attuale area in cui sostano gli autobus sarà completamente rinnovata, aumentati gli spazi verdi e rivoluzionata la viabilità con un accesso più comodo per gli autobus che evita di ingolfare il quartiere. L’assessore ai trasporti Pietro Calabrese con un post su Facebook, risponde alle critiche dicendo che «dopo anni in cui si è andati avanti a suon di proroghe per la connessione della gestione dell’autostazione, finalmente si procederà alla messa a gara del servizio». Ma la distanza tra comune, residenti e utenti è ancora tutta da colmare.

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