La metà dei mezzi Atac che circola per le strade di Roma ha un’età media bassa, da zero a tre anni, ma a fronte di un’età media di 6-7 del parco mezzi capitolino, non sono pochi gli autobus con anche 13 o 14 anni di servizio.  

«L’episodio di martedì avvenuto nel deposito bus di Tor Sapienza è stato drammatico anche se fortunatamente non ci sono stati danni a persone. Dal punto di vista economico l’impatto è stato piuttosto modesto perché parliamo di circa 30 autobus, tutti a metano, che avevano 13-14 anni. Certo sono 30 bus in meno che circolano…», ha dichiarato Giovanni Mottura, amministratore unico di Atac, intervistato da Adnkronos. «Saranno le indagini a chiarire se si sia trattato di un incendio doloso; non si esclude nessuna ipotesi ma se a provocare il rogo è stata una scintilla elettrica che ha fatto partire un innesco questo non può che essere correlato purtroppo alla vetustà del parco mezzi. Un problema che ha radici antiche. Se teniamo vetture che hanno più di dieci anni il rischio è che possano succedere cose come quella accaduta martedì»

Atac Roma, un parco da rinnovare

Tornando al problema di una flotta di autobus vecchia, l’amministratore unico di Atac sottolinea che «negli ultimi anni sono stati immessi complessivamente nella flotta cica 900 autobus nuovi, gli ultimi 650 forniti in usufrutto da Roma Capitale in esecuzione del piano industriale stabilito dal concordato: un’iniezione straordinaria se si considera che il parco è di circa 1.900 mezzi, di cui ne circolano circa 1.500 ogni giorno – dice – Ciò significa che la metà dei mezzi che circola ha un’età media veramente bassa, da zero a tre anni. Il problema vero è che a fronte di una media matematica di 6-7 anni del parco mezzi ci sono autobus che superano di gran lunga il decennio e hanno 13-14 anni. Per questo ho sottolineato la necessità di fare una politica di mantenimento dell’età media del parco». «L’alta correlazione che c’è tra il fenomeno di incendio dei mezzi e la loro vetustà denota che non si può pensare a una diversa soluzione se non mantenere il parco dentro il decennio – spiega ancora Mottura – ci vuole una programmazione fatta bene, con l’ausilio di tutte le istituzioni coinvolte nel processo»

Una spallata per ringiovanire la flotta

«Serve una spallata ulteriore nei prossimi uno-due anni per togliere di torno i mezzi che sono già troppo vecchi e poi il problema sarà mantenere questa ciclicità decennale, il che significa programmare bene magari comprandone 50 ogni anno per i primi anni e poi al ritmo di 150 l’anno – spiega Mottura – Mantenere nel decennio la possibilità di completare l’ammortamento e radiare i mezzi al compimento del decennio. Questa è una politica sana»

Un messaggio al futuro sindaco

Quanto al futuro nuovo sindaco, Mottura aggiunge: «Avrà già sul tavolo la tematica del rinnovo del parco mezzi (in ottica green, a metano o ibridi) nel più breve tempo possibile e poi c’è il programma di elettrificazione della flotta, che è un’operazione parallela varata negli ultimi mesi grazie ai finanziamenti del Pnrr, che però vanno acquisiti dalla municipalità. Una questione che andrà seguita da vicino perché si dovranno convertire o costruire i depositi. Non si tratta solo di acquistare gli autobus, che lavorando sodo in un anno e mezzo o due possono arrivare, ma di definire il piano delle infrastrutture di ricarica. Ora abbiamo 35 bus elettrici in servizio ma dovranno diventare almeno 3-400. Quindi ci sarà da decidere se fare ricariche solo nei depositi, ovvero anche ai capolinea o durante il tragitto. Le due rimesse Ragusa (riacquisita da Roma Capitale) e Bainsizza (attualmente all’asta nel concordato) sono le più consone alla tipologia di infrastruttura a supporto dell’elettrico perché sono centrali ma andranno completamente riconvertite».

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